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I ricercatori italiani in Gran Bretagna si confrontano con la Brexit

Nel Regno Unito lavorano più di 5.000 scienziati e accademici italiani ai quali vanno aggiunti quasi 7.000 studenti impegnati in master e dottorati di ricerca

Quali sono le conseguenze della Brexit per docenti, ricercatori e studenti italiani attualmente nel Regno Unito: questo il tema centrale della «Conference of the Italian Academics and Researchers in the United Kingdom», tenutasi il 30 giugno 2017 presso il King’s College di Londra ed organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Londra e da AISUK, l’Association of Italian Scientists in the UK.
I lavori sono stati aperti dall’Ambasciatore Pasquale Terracciano e vi hanno partecipato, tra gli altri, il Prof. Massimo Inguscio, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Ministro Fabrizio Nicoletti, Direttore Centrale per l’Innovazione e la Ricerca del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Prof. Antonio Guarino, Presidente di AISUK, il Prof. Roberto Di Lauro, Addetto Scientifico presso l’Ambasciata a Londra, nonché numerosi accademici e scienziati italiani e inglesi.
 
Nel Regno Unito lavora una comunità di oltre 5.000 scienziati e accademici italiani, impegnati in tutte le discipline delle scienze fisiche, ingegneristiche, biomediche, sociali e umane.
A questi si aggiunge un rilevante numero di studenti italiani (quasi 7.000), impegnati in master e dottorati di ricerca. Si tratta della comunità accademica non britannica più numerosa dopo quella tedesca.
Il Regno Unito è stato, finora, un modello di successo nella ricerca, ma la scelta della Brexit è stata accolta con grande preoccupazione dall’accademia britannica.
 
L’Ufficio Scientifico dell’Ambasciata d’Italia a Londra ha condotto un sondaggio su un campione di circa 650 accademici italiani che lavorano nel Regno Unito e l’82% di questi ha dichiarato di voler trasferirsi o di considerare la possibilità di farlo come effetto della decisione britannica di lasciare l'Unione Europea.
Inoltre, un terzo di coloro che intendono trasferirsi pensa di tornare in Italia. Molteplici sono le ragioni di questa inversione di rotta tra cui la fine dei finanziamenti UE alla ricerca e la conseguenze diminuzione degli scambi scientifici.
Oltre a discutere di tutte le problematiche relative alla Brexit e al suo impatto sul mondo accademico italiano nel Regno Unito, durante la Conferenza sono stati consegnati i Premi ItalyMadeMe a recenti laureati e dottori di ricerca italiani che lavorano nel Regno Unito e si sono distinti per le loro ricerche.

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