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Israele colpisce il Libano dopo un sospetto attacco Hezbollah

È morto un giornalista della Reuters – I nostri ragazzi hanno aumentato la prudenza

L’esercito israeliano è tornato a colpire nel pomeriggio di oggi, venerdì 13 ottobre, il territorio libanese.
L’azione è stata attivata in risposta a un’esplosione alla barriera di sicurezza adiacente la comunità di Hanita, alla frontiera con il Libano.
L’azione era accompagnata dalla fake news di una possibile infiltrazione di terroristi Hezbollah.

Ne è nato uno scambio di artiglieria tra le forze israeliane e quelle di Hezbollah attraverso la barriera di separazione tra i due Paesi.
Sotto i colpi sparati da Israele oltreconfine sarebbero caduti alcuni reporter che si trovavano nella zona per coprire gli scontri.
Uno di essi è morto poco dopo, secondo quanto ha confermato la Reuters. Nell’esplosione sarebbero rimaste ferite altre 6 persone.
 
Gli scambi di fuoco tra il territorio libanese e Israele fortunatamente non si sono trasformati in un conflitto ma la tensione è aumentata. La situazione nell'area di operazioni della UNIFIL si fa sempre più tesa.
I nostri peacekeeper rimangono nelle loro posizioni. La missione è attivamente impegnata con le autorità da entrambi i lati della Linea Blu per de-escalare la situazione ed evitare malintesi.
I peacekeeper continuano a svolgere il loro lavoro anche se a volte lo fanno al sicuro nei rifugi.
 
L’obiettivo principale dei nostri ragazzi Onu è quello di evitare conflitti tra il Libano e Israele, e qualsiasi evento che avvicini un conflitto preoccupa i comandi.
Per mantenere la sicurezza e la stabilità nella zona, abbiamo pienamente attivato i nostri meccanismi di collegamento e coordinamento a tutti i livelli, per evitare malintesi tra il Libano e Israele che potrebbero portare a un'escalation del conflitto.
Questo è il principale focus al momento, e stiamo lavorando 24 ore su 24 per realizzarlo.
 
Il contingente italiano svolge attività d'assistenza con le comunità locali e comunica con sindaci e governatori locali, spesso affiliati con Amal o Hezbollah, ma il dialogo è focalizzato sulle nostre attività.
La relazione con la popolazione rimane sempre positiva. E questa è la migliore garanzia per impedire che il conflitto possa aumentare fuori controllo.

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