Conclusa la missione trentina in Uganda e Sud Sudan
L’assessora Ferrari: «Trentino in Africa per un'idea di sviluppo condivisa»
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Dal Sud Sudan, paese in guerra, estremamente povero, a Masaka, nell'Uganda meridionale, un distretto operoso e ricco di potenzialità.
È fra questi due poli che si è sviluppata l'ultima parte della missione dell'assessora provinciale alla cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari in Africa, per visitare alcuni progetti sostenuti dalle istituzioni trentine e dall'Euregio e rilanciare le partnership territoriali.
Anche guardando a un possibile coinvolgimento delle imprese.
«Siamo in Africa non semplicemente per aiutare o donare alcuni strumenti a chi ne è privo – ha detto l'assessora Ferrari, – ma per fare un pezzo di cammino assieme, condividendo un'idea di sviluppo basata sulla valorizzazione delle risorse umane e ambientali, sul ruolo attivo delle comunità locali, sul fare assieme.»
La delegazione provinciale è entrata in Sud Sudan dal nord dell'Uganda, assieme ai responsabili dell'Acav, ong trentina presente da trent'anni in quest'area di confine molto delicata, per la frequenza dei conflitti regionali e l'alto numero di profughi.
Oltre il confine le condizioni di vita peggiorano bruscamente: ne è un segno la fine dell'asfalto e l'inizio di una difficile pista di terra, la povertà degli insediamenti, la presenza di molti militari per garantire la sicurezza (nonostante questa regione al momento non sia direttamente interessata dalla guerra civile).
A Morobo la delegazione Provincia autonoma-Acav ha inaugurato, alla presenza delle autorità locali, una scuola professionale (o vocational training center) rivolta soprattutto alla popolazione adulta, agricoltori e allevatori che attraverso la formazione possono migliorare le proprie condizioni di vita.
Si tratta dell'unica struttura del genere presente nella regione, al servizio tanto delle comunità sud sudanesi quanto dei profughi provenienti dalla vicina Repubblica democratica del Congo, dove a sua volta è esploso un conflitto locale.
Il modello di intervento è simile a quello posto in essere dall'Acav nella vicina Uganda, paese in pace e dove le condizioni per realizzare progetti di cooperazione allo sviluppo sono molto migliori: sostenere le capacità e le competenze già presenti in loco e lavorare in collaborazione con le autorità locali, dai governatori regionali fino ai comitati degli anziani e ai capi clan. Per un approccio che sia autenticamente condiviso.
L'ultima tappa della missione ha avuto come teatro una regione completamente diversa, quella di Masaka, nel sud dell'Uganda. Qui, e a Rakai, l'Euregio Trentino Alto Adige Tirolo sta portando avanti un progetto integrato di sviluppo rurale e di educazione sanitaria, a carattere transfrontaliero, perché interessa anche una regione confinante della vicina Tanzania, Missenyi.
A Masaka la delegazione è stata accolta dal vertici della Caritas locale, (Caritas Maddo), partner dei progetti realizzati in particolare dalla Provincia autonoma di Trento, ed inoltre dal vescovo John Kaggwa.
In questa zona, assai verde e ricca di coltivazioni, le prospettive di sviluppo si vedono tutte. Assieme a padre Peter Seenkaayi, che è stato in passato ospite del Trentino, è stato possibile per gli ospiti dall'Italia toccare con mano i progressi fatti nelle aree rurali: partendo da una mucca donata ad ogni famiglia (qualche centinaio le famiglie coinvolte, attraverso un sistema rotativo che si espande a macchia d'olio) è stato possibile dar vita ad un caseificio e ad un impianto per la produzione di yogurt.
Insomma, si va ben oltre il puro e semplice «dono». L'obiettivo è' mettere in moto processi di sviluppo non dissimili da quelli che hanno preso piede in Trentino nel secondo dopoguerra (a volte anche grazie al cooperativismo), in grado di accrescere il reddito delle famiglie ed in prospettiva di migliorare la qualità della vita nel suo insieme: istruzione, salute, valorizzazione della imponente femminile e dei giovani e quant'altro. Il programma si concentra in 24 villaggi per complessive 15.000 persone.
«Il Trentino e l'Euregio ci sono – ha detto l'assessora Ferrari al termine della visita – e vogliono rinnovare il loro impegno. Continuiamo a crederci e a camminare assieme.»
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