Home | Esteri | Terrorismo internazionale | Sgominata banda di terroristi in Europa: 17 stavano in Alto Adige

Sgominata banda di terroristi in Europa: 17 stavano in Alto Adige

L'indagine. denominata JWEB, è partita dalla Norvegia ma la rete era diramata in Germania, Grecia, Stati Uniti, Finlandia, Svizzera, Regno Unito e in Italia

image
Sedici dei terroristi arrestati avevano il covo a Merano, uno abitava in Renon.
Non stavano progettando attentati in Italia, ma certamente facevano proselitismo.
Erano in stretto contatto con l’ISIS e avevano più volte espresso la propria simpatia per Al Qaeda.
Comunque organizzavano viaggi da e per la Siria e l’Iraq, istruivano gli affiliati a compiere attentati o preparare esplosivi, utilizzando una piattaforma web.
Il materiale raccolto dalla Procura di Roma è stato trasmesso alla Procura di Trento, che ha la competenza per i reati di terrorismo in Trentino Alto Adige.

Questa mattina, in Italia e in diversi paesi esteri, i Carabinieri del ROS, in collaborazione con le Autorità giudiziarie e di polizia di Regno Unito, Norvegia, Finlandia, Germania e Svizzera, coordinate da Eurojust, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 17 persone (16 cittadini curdi e un kosovaro) indagate per associazione con finalità di terrorismo internazionale (art. 270 bis c.p.) aggravata dalla transnazionalità del reato (artt. 3 e 4 della Legge nr. 146 del 16 marzo 2006).
Contestualmente sono state eseguite numerose perquisizioni sia in Italia, nelle province di Bolzano, Parma e Brescia, sia in Norvegia, nel Regno Unito, in Finlandia, in Germania e in Svizzera.
I provvedimenti odierni scaturiscono da una complessa e prolungata attività investigativa del ROS, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, avviata nel 2010 a seguito dell’individuazione di un sito internet emerso per la chiara connotazione jihadista del materiale documentale in esso contenuto, riconducibile ad Al Qaida ed alle organizzazioni terroristiche ad essa ideologicamente affiliate.
L’analisi delle connessioni al sito consentiva di identificare numerosi navigatori che dall’Italia avevano avuto accesso al materiale jihadista, e che manifestavano chiari segnali di radicalizzazione.
 
Il prosieguo delle indagini, condotte in stretta collaborazione con l’autorità giudiziaria e le Forze di Polizia di Norvegia, Germania, Grecia, Stati Uniti, Finlandia, Svizzera e di Regno Unito, hanno documentato l’esistenza e l’operatività di una cellula italiana, dedita al reclutamento e radicalizzazione di militanti, principalmente attraverso il web.
Le indagini hanno evidenziato la centralità degli strumenti informatici per lo sviluppo clandestino dell’organizzazione, e che nella rete aveva sede virtuale, tessuto connettivo, mezzo elettivo di comunicazione dei suoi membri, luogo di confronto e formazione e principale strumento di divulgazione.
L’utilizzo di internet ha consentito agli indagati di annullare le distanze tra gli associati, residenti in diversi Paesi europei, permettendo loro di mantenere una forte coesione di gruppo, rafforzata dalla periodica e frequente partecipazioni a chat virtuali, e di rimanere in contatto.
In tale quadro, le intense e penetranti attività tecniche di intercettazione ambientali e telematiche svolte dai Carabinieri del ROS durante le indagini hanno avuto un ruolo fondamentale nel disvelare i rapporti e le gerarchie tra gli indagati, permettendo di decrittare comunicazioni riservate, intrattenute con eccezionale cautela.
 
In conclusione, gli elementi raccolti durante le indagini hanno consentito di documentare:
- l’esistenza di un’organizzazione terroristica, caratterizzata da un’ideologia radicale e violenta, da un gerarchia verticistica e dalla segretezza della struttura compartimentata in cellule presenti in Medio Oriente e in Europa, in particolare in Italia, Germania, Svizzera, Inghilterra, Finlandia, Grecia, Svezia, Norvegia, Iraq, Iran e Siria;
- il tentativo di reperire armi da destinare in territorio europeo, in particolare nei Paesi Bassi;
- le minacce di compiere azioni violente in Norvegia;
- il progetto, avallato dal vertice dell’organizzazione, di sequestrare personale diplomatico norvegese presente in un Paese europeo o in Medio Oriente, e di tenerlo in ostaggio;
- la costituzione, in Italia e in Olanda, di cellule terroristiche dormienti, definite in codice “Comitati segreti”, attivati con il sostegno logistico e finanziario dell’organizzazione;
- l’incessante opera di proselitismo e radicalizzazione di alcuni indagati per stimolare la partenza e l’arruolamento nelle fila di organizzazioni terroristiche;
- la disponibilità da parte dei membri dell’associazione a morire in azioni suicide;
- la raccolta di denaro destinato alle famiglie dei combattenti deceduti nei teatri di conflitto;
- il sostegno logistico e finanziario, assicurato dai vertici dell’organizzazione e dalle componenti stanziali in Italia, Finlandia, Svizzera e Inghilterra, per il reclutamento, l’instradamento e la partecipazione attiva di aspiranti combattenti stranieri al conflitto siriano.
 
Essenziali, per ricostruire la struttura e le finalità dell’associazione terroristica sono risultate le proiezioni internazionali dell’indagine, coltivate attraverso il canale PWGT (Police Working Group on Terrorism) e della cooperazione giudiziaria internazionale con Norvegia, Finlandia, Regno Unito, Germania, Svizzera, Svezia, Grecia e Stati Uniti.
A tal riguardo, si sono dimostrate fondamentali le diverse riunioni con gli organi giudiziari, investigativi e di intelligence dei diversi paesi stranieri interessati, nonché i meeting presso Eurojust, grazie ai quali è stato possibile condividere le varie fasi dell’indagine e le prospettive dell’esecuzione dei provvedimenti di mandato di cattura europeo o di arresto a fini estradizionali.
In definitiva l’operazione, condotta simultaneamente in diversi Paesi Europei, ha dimostrato la proiezione internazionale dell’indagine «JWEB» che ha permesso di individuare un’organizzazione terroristica che incarna l’evoluzione del modello jihadista di tipo tradizionale dimostratasi ancora più insidiosa, rimanendo gerarchicamente strutturata, con il proprio vertice in Norvegia, ed articolata in cellule operative in numerosi paesi, tra cui un’importantissima articolazione in Italia, ma con una centralità della componente informatica, in cui trova la sua sede virtuale ed il suo strumento di connessione continua, che azzera le distanze fisiche tra i suoi membri, tutelandone anche le reali identità, valorizzando il carattere unitario dell’associazione e la sua capacità di operare in tempi reali in Europa come nei teatri di jihad.
 
Nella foto (Wikipedia) Mullah Krekar nel corso di una manifestazione contro Corano brucia a Oslo, Norvegia - E' il presunto capo della banda di terroristi.

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande