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Attentato di Manchester, il pianto di Bruno Dorigatti

Le vittime sono salite a 22, i feriti a 120 – I nostri «perché?» – La breve descrizione di una città fondata dai Romani nel 79 d.C.

Prima di dare la parola al presidente Bruno Dorigatti, che ha scritto un accorato commento sull’attentato di Manchester, dobbiamo precisare che al momento le vittime sono 22 e i feriti 120.
Anche questo attentato, come tutti quelli che lo hanno preceduto, non ha spiegazione. 
Per la precisione, non riusciamo a capire per quale motivo delle persone – nel nome di una presunta fede religiosa – decidano di uccidere altre persone sconosciute e pertanto potenzialmente anche della stessa confessione dell’attentatore.
Non riusciamo a capire come si possano uccidere dei bambini nel nome di una presunta fede religiosa, dato che i bambini in quanto tali non sono ancora in grado di esprimere una fede propria.
Non riusciamo a capire per quale motivo delle persone possano decidere di ucciderne altre di fede diversa, senza prima neppure provare a convertirle alla propria confessione.
Ecco, se qualche bandito appartenente a questa categoria di criminali sanguinari volesse rispondere ai nostri «perché?», siamo disposti a pubblicarne la risposta.

Ci sono sentimenti che nessuna parola riesce a raccogliere e descrivere e sono i sentimenti dell’orrore, quando una furia cieca e vile si accanisce contro la serena felicità di ragazze e ragazzi e familiari e artisti che si ritrovano nel nome della musica, del sano divertimento e del fare comunque comunità.
La tragica lista che si va componendo nel Regno Unito, a seguito dell’orribile attentato di Manchester, dice, più di qualsiasi vocabolo e di qualsiasi concetto, della crescente difficoltà dei richiami al dialogo ed alla ragione, perchè oggi, di fronte a tanta inutile ed innocente sofferenza, servono soprattutto le parole coraggiose di un mondo islamico sensibile ed attento ai processi di integrazione; un mondo islamico che non può limitarsi alla pur necessaria condanna morale, ma deve impegnarsi, se veramente crede nei valori della sua stessa fede, ad isolare gli scomposti pianeti solitari che ruotano dentro la galassia del terrorismo.
Fermare il gorgo di morte che sembra voler affogare tutta l’Europa in un odio insensato ed in una contrapposizione ideologica che ferisce l’intelligenza degli uomini, a prescindere dal loro credo e dalle loro appartenenze, significa anche invitare la grande, pacifica e profonda etica mussulmana ad una dissociazione praticata nei fatti e nelle parole, nella convinzione che questa reazione sia l’unica via percorribile per non precipitare dentro l’avvinghio del terrore indiscriminato e reciproco.
A tutte le vittime, ai feriti, ai loro familiari ci unisce quella comune appartenenza all’Europa dei diritti, delle cittadinanze, della cultura e del dialogo, in nome della quale sentiamo il loro dolore come nostro ed esprimiamo tutta la vicinanza del Trentino e delle sue Istituzioni.
 
Il Presidente del Consiglio provinciale
Bruno Dorigatti

 Manchester 
La città fu fondata nel 79 d.C. dal governatore romano Giulio Agricola, che vi stabilì un forte chiamato Mamucium (collina a forma di seno).
Nel XIV secolo vi si stabilì una comunità di fiamminghi, che iniziò la tessitura della lana e del lino, dando così origine alla tradizione tessile mancuniana.
 
Manchester visse il suo momento di massima espansione nel XVIII secolo quando, sotto la spinta delle innovazioni tecniche, innumerevoli imprese tessili vi si stabilirono e la resero una fra le più importanti città della rivoluzione industriale in Inghilterra.
Parte del merito fu dovuto al clima molto umido, ideale per la lavorazione del cotone. Lo sviluppo industriale fu favorito anche dalla vicinanza di giacimenti di carbon fossile e dalla relativa vicinanza con il porto di Liverpool, collegato tramite ferrovia dal 1830.
Con la costruzione del Manchester Ship Canal, ultimato nel 1894, Manchester divenne il terzo porto commerciale inglese, nonostante si trovi a circa 60 km dal mare.
 
Nel XX secolo Manchester ha vissuto alti e bassi, con la crisi dell'industria tessile, controbilanciato dalla crescita della ricerca nel campo dell'informatica, con la costruzione dei primi computer da parte di Alan Turing.
Manchester fu sconvolta dall'esplosione di un camion-bomba dell'IRA, il 15 giugno 1996, che causò circa 200 feriti e la distruzione di notevoli edifici nell'area di Market Street.
L'evento diede il via ad una notevole azione di riqualificazione urbana nel centro della città, simboleggiata dalla costruzione del centro espositivo Urbis, progettato dall'architetto Ian Simpson e inaugurato nel 2002.
Nel 2002 Manchester ha ospitato la XVII edizione dei Giochi del Commonwealth.
 
La sera del 22 maggio 2017 un attentato kamikaze ha avuto luogo alla Manchester Arena, durante il concerto della cantante americana Ariana Grande. Le vittime sono in numero di 22, più di cento i feriti, tutti giovanissimi.

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