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Johnson si dimette e Putin si strofina le mani: «Fuori uno!»

Il presidente Macron governa senza una maggioranza, il cancelliere Scholz si sta ancora guardando intorno. Draghi deve fare i conti con una stramba coalizione…

Le minacce di Putin lasciano il tempo che trovano, anche quando si tratta di minacce dure, chiare e dirette.
Parlando alla Duma, il parlamento federale russo, ha dichiarato che l’«Occidente vuole fare guerra alla Russia», aggiungendo che «ci provi!»
Ovviamente ha dovuto rincuorare i suoi parlamentari perché, avendo dimostrato che le forze armate russe non sono in grado di conquistare l’Ucraina, deve spiegare che non teme la NATO.
Noi sappiamo che il Mondo Occidentale non ha nessuna intenzione di fare guerra a chicchessia, però è fuori dubbio che stiamo combattendo una guerra per interposta persona, dato che continuiamo a inviare armi a Kiev. E, in effetti, stando così le cose ci è difficile vedere una soluzione a tempi brevi.
Anzitutto la Russia non può perdere la guerra. Questo deve essere chiaro. Putin perderebbe la faccia e dovrebbe scappare dal suo paese. Dall’altra Kiev venderà cara la pelle e non intende cedere neanche un pezzo di territorio.
La soluzione dovrà invece essere trovata sulla cessione di alcuni territori ucraini a Mosca. A partire dalla Crimea che è sempre stata russa, per poi discutere sui territori dove vivono sia russi che ucraini.
Ci pare difficile intravvedere una soluzione come in Alto Adige, dove vengono rispettate tutte le etnie senza neppure l’ombra di una forma di primariato etnico.
 
Nel frattempo però Putin ha trovato un tasto più delicato dell’eventualità di una improbabile guerra con la Nato.
Si ricorderà infatti che una volta ha dichiarato che «L’Europa scomparirà prima che l’Ucraina diventi russa».
La battuta ha fatto ridere gli europei, ma a ben vedere si riferiva alla complessità di governare che esiste nei paesi «democratici».
Guardiamo la situazione in Europa. Boris Johnson si è dovuto dimettere per motivi che in un paese come la Russia non sarebbero neppure mai venuti a galla.
La Francia si trova ad avere un Presidente come Emmanuel Macron il cui potere è messo in forte difficoltà dalle elezioni parlamentari che hanno dato la maggioranza alle sue opposizioni.
In Germania il nuovo cancelliere Olaf Scholz si sta ancora guardando intorno per capire da che parte andare. La sua «Große Koalition» è piuttosto composita e potrebbe generare problemi sia all’interno per le sue decisioni prese all’estero.
Parlando di maggioranza composita, l’Italia sta peggio ancora. Ci troviamo ad avere il miglior uomo di stato degli ultimi 20 anni, Mario Draghi, ma essendo sostenuto da una maggioranza impossibile, trova sempre più difficoltà a portare avanti il paese. Si potrebbe dover andare a votare già in ottobre (anziché nella prossima primavera) per via di due partiti che non condividono la sua politica estera (e interna).
 
Insomma, Putin sta a guardare i problemi della democrazia che confina con il suo Paese.
Con l’uscita di Johnson si è strofinato le mani esclamando «Fuori uno!».
Con gli altri paesi deve solo aspettare, come se fosse sulla riva del fiume...
Noi siamo del parere che la democrazia è ormai consolidata in Europa e che i commenti dei vicini invidiosi ci lasciano indifferenti.
Però siamo altrettanto convinti che la guerra Russo-Ucraina debba venir chiusa al più presto.
Non a tutti i costi, ovviamente, ma entrambe le parti dovranno rinunciare a qualcosa.
Non deve essere una questione di orgoglio ma di buonsenso.

GdM

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