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Il tema del Festival dell’Economia 2018: «Lavoro e tecnologia»

Si svolgerà dal 31 maggio al 3 giugno la 13ª edizione del Festival di Trento

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«Lavoro e tecnologia». E’ questo il tema attorno al quale economisti, scienziati ed esperti, provenienti da ogni parte del mondo, discuteranno nel corso della 13ª edizione del Festival dell’Economia di Trento, in programma dal 31 maggio al 3 giugno 2018.
L’annuncio è stato fatto oggi, nel corso di una conferenza stampa, dal direttore scientifico del Festival, Tito Boeri insieme al presidente della Provincia Ugo Rossi, al rettore dell’Università, Paolo Collini, all'assessore comunale Andrea Robol e all’editore Giuseppe Laterza.
Dopo aver affrontato il tema dell’accesso alla salute, nell’edizione 2017, il Festival proverà ad indagare una delle questione più dirimenti dell’epoca attuale, ovvero il rapporto fra l’occupazione e le nuove tecnologie.
Lo farà attraverso il consolidato format fatto di conferenze, incontri con i protagonisti, dibattiti ed eventi di respiro internazionale.
 
«Ogni qualvolta – spiega Tito Boeri – che si assiste ad un’accelerazione del progresso tecnologico, le tesi secondo cui le macchine sostituiranno l’uomo, decretando la fine del lavoro, prendono piede. La fine del lavoro è stata decretata centinaia di volte. Eppure nelle economie di tutto il mondo si continuano a generare milioni di posti di lavoro e il tasso di occupazione (il rapporto fra occupati e popolazione in età lavorativa) è stato ovunque in crescita nel corso del XX Secolo. Anche se la disoccupazione aumenta negli anni di crisi ed è oggi troppo alta in alcuni paesi, tra cui il nostro, non c’è traccia di una crescita di lungo periodo della disoccupazione.
«Il pessimismo tecnologico impera soprattutto negli anni di crisi. E può essere di due tipi: si teme che ci sia troppa innovazione con distruzione di lavoro, oppure che ci sia troppo poca innovazione con bassa crescita e calo della produttività, come nelle tesi sulla stagnazione secolare che hanno preso quota durante la Grande Recessione.
«Automazione significa distruzione di lavoro, sostituzione di lavoro svolto dall’uomo con macchinari, ma l’automazione in genere porta con sé un aumento della produttività e dei salari nei lavori che le macchine non riescono a sostituire. E questa creazione di valore del lavoro comporta, a sua volta, creazione di lavoro. Anche se la frontiera dell’automazione si sposta rapidamente e le tecnologie dell’intelligenza artificiale sono in rapido sviluppo, siamo ancora molto molto lontani dal sostituire il lavoro con robots in mansioni che richiedono flessibilità, discrezionalità e che, più in generale, non si prestano ad essere codificate.»
 

 
«Non è solo il progresso tecnologico ad avere effetti sul mercato del lavoro, è lo stesso mercato del lavoro a influire sulle traiettorie tecnologiche. A seconda delle istituzioni del mercato del lavoro, della demografia, delle dotazioni di capitale umano di un paese, lo sviluppo tecnologico può orientarsi in direzioni diverse. Il progresso tecnologico – aggiunge Boeri – non è mai uniforme. 
«Può prendere forme molto diverse e variare nelle proprie traiettorie nel corso del tempo. Alcune innovazioni tecnologiche rendono i macchinari complementari al lavoro dell’uomo, altre tendono a sostituire lavoro con capitale. E gli effetti del progresso tecnologico possono cambiare nel tempo anche nello stesso settore. 
«Se nel XIX Secolo le nuove tecnologie hanno reso obsoleto il lavoro di molti artigiani, con la nascita di fabbriche che davano lavoro a persone relativamente poco qualificate, all’inizio del secolo scorso le nuove tecnologie nel settore manifatturiero sono state spesso complementari allo sviluppo del lavoro qualificato.
«L’impatto del progresso tecnologico sulla distribuzione del reddito – conclude Tito Boeri – dipenderà in gran parte anche da come sarà distribuita fra la popolazione la proprietà delle nuove tecnologie. I robot possono liberare tempo libero per l’uomo e arricchire chi li possiede, mentre rischiano di impoverire chi non riesce più a trovare lavoro perché i macchinari hanno reso le sue competenze obsolete.»

Il programma dettagliato della 13ª edizione del Festival, promosso da Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento e Università degli studi di Trento e progettato dagli Editori Laterza, sarà presentato, come di consueto, alcune settimane prima dell'inizio.

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