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La studiosa francese Julia Cagé al festival dell’Economia

«Un voucher ad ogni cittadino per comprare informazione libera e autorevole»

Come pagare una baby sitter o una vacanza. La proposta è quella di una nuova legge che tolga l’informazione dalle proprietà, dalle logiche di mercato e che venga finanziata con un voucher che sia ogni anno a disposizione di ogni cittadino.
Quello di un giornalismo di qualità, che sia anche indipendente, è tema che l’economista Julia Cagé, docente a Science Po Paris, studia e propaganda da tempo.
Al Festival Cagé ne ha parlato con la giornalista Alessia Rastelli.
 
Nell’epoca in cui chiunque abbia un telefonino in tasca può diffondere notizie, uno spartiacque per un’informazione di qualità diventa sempre più centrale.
Quello di un giornalismo di qualità, che sia anche indipendente, è tema che l’economista Julia Cagé, docente a Science Po Paris, studia e propaganda da tempo.
Al Festival Cagé ne ha parlato con la giornalista Alessia Rastelli.
 
Lo ha fatto proponendo un voucher che permetta alla gente di acquistare informazione, giornalismo. Così come viene fatto per pagare un viaggio o le prestazioni di una baby sitter.
«In una nuova legge ideale sul tema l’informazione diventa un bene comune, e così come l’Università, non dovrebbe avere scopi di lucro. Dovrà essere tolta dalla legge del mercato.
«Una strada è quella di organi di informazione finanziati da fondazioni, da organi no profit: un caso classico è quello del britannico Guardian che con questa organizzazione funziona bene.
«Lo toglie appunto dalla logica di mercato: serve una nuova legge che consenta agli organi di informazione di essere indipendenti, sarà fondamentale che nei cda entrino i giornalisti.
«Deve essere un passaggio obbligatorio. Il board democratico deve avere l’ultima parola anche su un eventuale passaggio di proprietà. Questo già avviene a Le Mond.» – Ha chiarito la studiosa francese.
 

 
«La proprietà della testata giornalistica inoltre deve essere trasparente, non ci debbono essere interferenze.
«Importante sarà anche stabilire un numero minimo di giornalisti, la qualità dell’informazione non deve essere solo legata a motivi economici.
«I media dovranno accantonare il 70 per cento dei profitti per investire in giornalismo.»
 
E i media voucher?
«Una forma innovativa per salvaguardare l’informazione nell’era delle piattaforme digitali. I media voucher sono un sistema per finanziare l’informazione.
«Oltre ai sistemi già esistenti di finanziamento pubblico, di sussidio diretto (impattanti sull’indipendenza dell’organo), la mia proposta è quella di voucher da un certo numero di euro da consegnare ad ogni adulto.
«Ogni anno dopo anno possono indicare a quali organi di informazione vogliono dare il proprio contributo. Non una percentuale dalle tasse ma una cifra fissa, un media voucher. Con questa scelta si garantirebbe l’indipendenza del giornalismo.
«Si potrebbero creare degli squilibri, con media più pagati e altri dimenticati, a questo scopo andrebbe messo un tetto massimo di voucher.
«Ma questo approccio davvero ci serve? Sarebbe un modo per evitare che il media dei ricchi siano più forti di quelli scelti dai meno abbienti.
«Un abbonamento gratuito a tutti? Finirebbe credo per favorire i giornali più grandi.»

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