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Prove di Donna/ 8 – Vittoria Haziel, scrittrice e libera pensatrice

- La davinciana mente che riaffermò la donna -

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Ho avuto la fortuna di conoscerla al circolo del Golf di Rapallo, quando il maltempo era tale da impedire ai giornalisti di buonsenso di andare sulle buche per giocarsi l'ultima gara dell'anno.
Vittoria Haziel era con suo marito Giorgio Di Rienzo, noto scrittore e critico letterario del Corriere della Sera.
Diluviava, ma all'interno della clubhouse non eravamo più di un mezza dozzina, gli altri erano fuori a imbucare le palline mentre i caddy spazzavano freneticamente l'acqua dai green per consentire loro di divertirsi. Roba d'altri tempi.
Fin dalle prime battute capimmo che tra noi non ci sarebbe stata più pace e non è escluso che il diavolo, sentendoci parlare, da allora si faccia il segno della croce.
Comunque sia, da quella volta l'Adigetto.it pubblica periodicamente un intervento di Vittoria Haziel intitolato «Controcanto» (in Pagina di Vittoria Haziel). Una sorta di cantico controcorrente, da dedicare a tutti coloro che vedono la pagliuzza nell'occhio altrui, ma non la trave che portano conficcata nella schiena.

L'argomento prediletto di Vittoria è la sacra sindone, il telo che la tradizione vuole sia stato utilizzato per avvolgere il corpo di Gesù dopo la sua morte.
Il suo libro «La passione secondo Leonardo» tratta questo preciso elemento per ricordare che la scienza ne ha smontato l'attribuzione sacra, ottenendo la sacra sollevazione del popolo che ha giustamente bisogno di credere nelle cose terrene per riaffermare quelle dell'Aldilà.
Una pubblicazione scomoda, che è stata volutamente dimenticata dalla critica.

Poi c'è stato il fenomeno Dan Brown, che con il suo «Codice Da Vinci» ha, come si dice, scoperto l'acqua calda. Sì, perché ha cavalcato l'assunto logico di Vittoria Haziel per scriverne un romanzo ufficialmente dissacrante.
Diciamo subito che non crediamo che Brown si sia ispirato a Vittoria Haziel, di certo però ha seguito il suo stesso percorso storico scientifico.

Ad ogni modo, lo scrittore americano ha raggiunto il successo grazie a una vicenda impostata su una valutazione pragmatica e storica decisamente in contrasto con le colonne portanti del vissuto mistico cristiano popolare.
Perché? Ma è semplice, perché ha scritto un romanzo e non un trattato scientifico.
In altre parole, con la logica per cui «ogni riferimento a cose persone, fatti, personaggi, ecc. è del tutto casuale», ha potuto esprimere la sua soggettività e renderla piacevole grazie alla creazione di personaggi eroici, così come li vuole l'immaginario collettivo.

Vittoria peraltro non si era occupata molto di Dan Brown, presa com'era dalla pubblicazione di un suo altro libro importante: «E dio negò la donna», con la parola dio scritta rigorosamente minuscolo per ovvi motivi.
È un riassunto delle innumerevoli motivazioni per cui la Donna deve stare sempre un passo più indietro dell'uomo, a meno che non si tratti di un campo minato.
Inutile dire che anche in questo caso ha sollevato più le ire dei detrattori che gli appoggi dei sostenitori, perché la verità - diciamolo francamente - è normalmente insostenibile: è sempre meglio avere mille ipotesi improbabili ma comode piuttosto che un'unica verità ma fastidiosissima.

Un giorno le ho chiesto se ogni tanto non le capitasse di occuparsi di argomenti più leggeri.
«Eh certo - mi ha risposto. - Ad esempio, su Vanity Fair ho una rubrica fissa in cui pubblico l'anagramma sull'argomento del mese.»
Purtroppo non possiamo pubblicarne neanche uno perché il suo editore ha l'esclusiva, ma dobbiamo dire che è riuscita a crearne alcuni davvero eccezionali. Anzi, uno lo voglio pubblicare lo stesso e, guarda caso, coinvolge Madonna. La cantante, voglio dire.
Il suo nome è «Louise Veronica Madonna Ciccone». L'anagramma è: «E con una melodia scaccio nervi, no

Quando decisi di pubblicare il mio ultimo romanzo, «Venetian Belle Epoque», le volli inviare uno stampone.
Trattandosi di una «erotica storia d'amore» avrebbe potuto essere una vera e propria provocazione, ma volevo conoscere il suo parere. Secondo me, la donna ne usciva alla grande, ma era pur sempre scritta da un uomo...
Ma al momento del visto, si stampi, si hanno sempre mille timori.
Una settimana dopo, Vittoria mi inviò questo messaggio:

Io, eretica, apostata, ribelle, ma… inguaribile romantica!
Alla fine ho pianto di commozione, sola, nel mio giardino, al sole.
E questo grazie a te, che hai saputo mandare avanti una bella storia, tanto antica quanto moderna.
«Venetian Belle Epoque» è ricca di erotismo e amore, ma soprattutto di umanità.
Da femmina e donna ti sono davvero grata.
Ora conosco un altro Guido de Mozzi.
Un libro è la finestra che spalanca il nostro animo a chi non passa distratto, senza guardare a fondo.
Vittoria.


Confesso che l'aver fatto commuovere nientemeno che l'ultimo baluardo delle donne, mi aveva emozionato.
Mi feci autorizzare a pubblicare il suo commento in quarta di copertina e le chiesi di venire a presentare il mio libro.
Accettò. E così la mia presentazione venne fantasticamente arricchita da tre incredibili donne: Vittoria Haziel, Sonia Leonardi e Caterina Dominici.
Quest'ultima era stata la prima amica a posare per i nostri servizi «Prove di donna», per cui predisposi in modo che l'atelier di Anna Gaddo fosse a disposizione per consentire che Vittoria Haziel posasse per noi.

Oggi 16 marzo esce il suo ultimo libro, intitolato «La confessione di Leonardo - La sindone, il sultano, il papa: un enigma storico». Parla ancora del suo personaggio ideale, Leonardo Da Vinci, l'uomo che forse Vittoria ha più amato nella sua vita.
Prossimamente parleremo puntualmente del suo libro.
Oggi, dal canto nostro, abbiamo deciso di pubblicare il suo servizio fotografico per rendere onore alla nostra scrittrice prediletta.
Un augurio affinché il nuovo romanzo sia ricco di soddisfazioni per la davinciana mente Vittoria Haziel.

G. de Mozzi
g.demozzi@ladigetto.it


La copertina dell'ultimo libro di Vittoria Haziel.

 

Gli abiti e i tessuti che indossa Vittoria sono fatti a mano dalla stilista trentina Anna Gaddo, che ci mette sempre a cortese disposizione i suoi capi unici e la passerella del suo atelier.








Vittoria in abito da coktail in seta nera con inserto nello scollo e balzina in tulle nero a pois dorati.







Vittoria Haziel veste un abito elegante in jersey fantasia, laminato.





Qui indossa un rigoroso tailleur da sera con stola dorata a righe sui toni del marrone con fantasia.




Vestita di un solo tessuto rosso in jersey fantasia jaquard per un abito morbido morbido...

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