I viaggi golf dell’Adigetto.it. – Lorenzo Golser a Portmarnock
Grazie Wilson. - «Well done Padraigt.» - Un grande Trapattoni

Sono stato invitato dalla Wilson
Italia, in particolare dal mio amico rappresentante Adriano Festa,
a uno stage di presentazione dei prodotti Wilson, della azienda
Amer,2009.
La location non poteva essere migliore di quella della verde
Irlanda ,patria del golf. Siamo alloggiati a Portmarnock, hotel
molto bello a circa 15 minuti di macchina dal centro di Dublino,
affacciato sulla baia omonima. Dell'hotel fanno parte due stupendi
percorsi di golf a 18 buche, l'old e il links, di assoluto
livello.
Del gruppo Italia siamo in 5, il sottoscritto, i due rappresentanti
della Amer Adriano Festa e Doriano Balbo, Roberto Corradi in quanto
responsabile del settore Wilson nei negozi Nencini Sport (Toscana)
e Paolo Vittadini,noto titolare della catena Golf Us'.
Il giorno 9 Ottobre è dedicato alla presentazione dei nuovi
prodotti Wilson e devo dire che sono rimasto positivamente
impressionato sia dalla serietà professionale degli organizzatori
sia dalla tecnicità dei nuovi prodotti. A breve li vedrete anche
voi nei migliori negozi.
Durante la giornata veniamo informati, come da programma, della
presenza del noto campione di golf e portabandiera del marchio
Wilson Padraig Harrinton, che presenzierà il giorno successivo ad
una esibizione in campo pratica e sul percorso, ma anche durante la
cena di gala. Sono già emozionato pensando di poter vedere da
vicino il grande Harrington, vincitore quest'anno dell'Open e del
Pga Campionship.
Inoltre, sorpresa, l'indomani si terrà una gara al mattino sul
percorso Links e i primi tre classificati avranno l'onore di poter
giocare 6 buche skin-game con il campione irlandese. Conosco un po'
il campo di Portmarnock, avendo già giocato una volta quattro anni
fa durante un mio viaggio di golf clinic con miei allievi e so
benissimo che è un campo insidioso e difficile.
Alla gara siamo circa una ottantina di giocatori, di cui almeno una
quindicina sono professionisti, gli altri hanno hcp abbastanza
bassi, vicino allo Zero.
Si gioca per fortuna tre quarti di hcp e questo mi lascia una
piccola speranza contro i dilettanti che altrimenti, grazie al
vantaggio, sono difficilmente superabili.
La giornata promette il classico tempo irlandese, con le quattro
stagioni in una medesima ora. Un bel venticello soffia già ma per
fortuna non piove. Sono in flight con un pro olandese e un
dilettante svizzero hcp 8. Beh, senza tirarla per le lunghe, grazie
a un gioco regolare, a un putter micidiale e al mio amico Adriano
che si prodiga come caddy, infilo 5 birdie, 3 bogey e una serie di
par, che mi portano a chiudere il giro in 69 colpi lordi e a
vincere la gara distaccando di 3 colpi un altro professionista
inglese e un dilettante 8 di hcp, inglese anche lui.
Non ci credo neanche io, ma nel pomeriggio si gioca con Padraig,
altro che guardarlo e basta… La formula di gioco è skin-game e
mette in palio a ogni buca bellissimi premi sponsorizzati da
Wilson.
Dopo una interessante lezione tecnica di Padraig, che illustra lo
swing nel dettaglio e fa alcuni riferimenti sullo swing molto
interessanti sul campo pratica, ci avviamo al percorso per
cominciare lo skin.
La prima buca è un par 5 che nel pomeriggio ha un vento contrario
molto forte e allunga notevolmente le distanze. Il primo a partire
è chiaramente l'irlandese che spara un driver da far rizzare i
capelli. Io sono tranquillo… non ho niente da perdere e tiro un
driver non molto forte ma in centro pista, morale mi prendo almeno
30/35 metri solo sul primo colpo. Come se non bastasse, il mio
secondo - un legno 3 - è un po' flappato e mi lascia a quasi 200
metri dal green con un vento conto fortissimo. Harrinton spara un
altro driver da terra pauroso e si lascia un pitch al green.
Insomma, io tiro un bel legno 3 di terzo e sono in green, lui
chiude il colpo sulla sinistra e si lascia un approccio difficile.
E qui capisco la differenza… Forse l'approccio è difficile per
me... ma non per lui. Sembra quasi che tiri a fare birdie e la
mette data, buca pareggiata.
Le altre buche sono un susseguirsi di driver molto lunghi (i suoi)
e tiri abbastanza corti (i miei), però seguiti da ferri molto
precisi che mi consentono di recuperare. Alla Tre il mio pitch al
green, anche se toccato in modo perfetto, va lungo e finisco in un
rough dal quale mi ci vorranno tre colpi per uscire. Il dilettante
approfitta di un bell'approccio e, grazie a un par, con il colpo si
porta a casa anche le buche pareggiate prima.
Le altre buche le pareggiamo a turno e ci troviamo sul tee della
18, ultima buca, con 3 skin da giocare. Dopo un bel driver che mi
lascia a soli 30 metri dal campione, tiro un bellissimo ferro 9 che -
ironia della sorte - batte vicinissimo alla bandiera ma scivola
appena fuori green. I colpi degli altri 2 pro sono a 5-6 metri
dalla bandiera. Io rischio il chip e la mia palla passa sul bordo
della buca ma non entra… Imbuca invece l'altro pro e si porta a
casa una sacca firmata da Harrinton, un viaggio in Spagna e un set
di bastoni.
Peccato non ho avuto fortuna ma comunque è stata un'espe-rienza
unica e sono contento. Avevamo anche un tifoso d'eccezione, il
grande Trapattoni - quest'anno allenatore dell'Irlanda - che
sog-giornava nell'hotel e l'ho conosciuto per caso. Si è dimostrato
di una cordialità che solo le grandi persone sanno avere.
Al rientro in clubhouse, appena l'ho visto mi è uscito spontaneo
«abbiamo perso Mister», e lui «Come, avete perso? Se trovo quello
che ha detto che l'importante è partecipare… Col cavolo…!
L'importante è vincere… Altro che!»
Grande Trap. Ma ricordiamoci che era solo un esibizione… he he
Completa l'opera una bellissima serata di gala dove un video di
Harrington che vince l'Open e il Pga fa da presentazione alla cena.
Padraigt, firmati penso almeno 200 autografi su un po' di tutto
quello che le persone gli portano, si intrattiene col pubblico e
per un'ora buona ed è a disposizione per eventuali domande. Dalle
sue risposte traspare una sua completa dedizione all'allenamento e
alla pratica di questo sport. Una persona veramente disponibile
anche fuori dal campo, seria e che le vittorie non hanno montato ma
con tanta voglia di vincere ancora.
Beh, che dire? Grazie Wilson, well done Padraigt, di questi
bellissimi tre giorni passati insieme e speriamo di tornare l'anno
prossimo.
Lorenzo Golser