Istat, censimento 2018 e 2019: il Paese sta invecchiando
L'età media degli italiani si è innalzata di due anni rispetto al 2011 ed è cresciuto l'indice di vecchiaia, il rapporto tra gli over 65 anni e gli under 15, fino al 180%
L’Istat ha rilasciato i primi dati relativi al 2018 e 2019 del Censimento della popolazione e delle abitazioni. Diminuiscono ancora i residenti nel 2019.
In Italia la popolazione censita è di 59.641.488 residenti, circa 175mila persone in meno rispetto al 31 dicembre 2018 (-0,3%).
Più del 50% dei residenti è concentrato in cinque regioni, una per ogni ripartizione geografica: Lombardia (16,8%), Veneto (8,2%), Lazio (9,7%), Campania (9,6%) e Sicilia (8,2%).
L'età media degli italiani si è innalzata però di due anni rispetto al 2011 (da 43 a 45) ed è cresciuto l'indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra gli over 65 anni e gli under 15, fino al 180%.
Il 50,1% delle persone ha al massimo la licenza media mentre i laureati rappresentano il 13,9% della popolazione. Sono in aumento gli stranieri, che ora sono più di 5 milioni.
Il calo più significativo è quello dei residenti nel Meridione e nelle Isole: nell'anno la popolazione è diminuita di 127.487 unità rispetto al 2018 a fronte di un calo complessivo di 175.185 persone in tutta Italia.
Rispetto al 2011 a fronte di un aumento complessivo della popolazione italiana di 207.744 unità, nel Sud e nelle Isole si è assistito a una riduzione di 425.517 residenti.
Rispetto al 2011 i residenti diminuiscono nell'Italia Meridionale e nelle Isole (-1,9% e -2,3%), e aumentano nell'Italia Centrale (+2%) e in entrambe le ripartizioni del Nord (+1,6% nell'Italia Nord-orientale e +1,4% nell'Italia Nord-occidentale).
Sono 323.451 i residenti assunti dalla Lombardia, 252.814 dal Lazio e 121.984
dall'Emilia Romagna, la Puglia ha perso quasi 100.000 abitanti (99.261), la Sicilia 127.614 e la Campania 54.667.
La Calabria ha perso 64.940 abitanti scendendo a quota 1.894.110.
I cittadini stranieri risultano in crescita in tutte le regioni della Penisola, a eccezione della Valle d’Aosta, mentre sono solo quattro le regioni in cui aumenta anche la popolazione italiana: Lombardia, Lazio, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna.
Quote di occupati sopra la media nazionale (45,6%) si rilevano nelle regioni del Nord e del Centro.
Le percentuali più elevate sono quelle del Trentino - Alto Adige (55,6%) e di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, con valori compresi tra il 51,7% e il 51,0%.
Livelli più bassi si registrano principalmente nel Mezzogiorno, soprattutto in Campania (37,3%), Calabria (36,5%) e Sicilia (34,9%).
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