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25 Aprile: «Dal Trentino un sì deciso alla libertà e alla pace»

Il vicepresidente della Provincia è intervenuto oggi alle celebrazioni della Festa della Liberazione

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«Oggi noi siamo qui per ricordare, ma soprattutto per essere riconoscenti alle tante persone che hanno perso anche la vita per consentire a noi di vivere in pace, in democrazia e libertà.
«Il 25 aprile è prima di ogni altra cosa la festa della democrazia, la celebrazione di una lotta popolare collettiva per il raggiungimento della libertà dopo gli anni bui della dittatura.
«Una lotta condotta da persone di orientamenti politici e ideologici diversi ma unite da una comunanza di valori.»
 
Con queste parole il vicepresidente della Provincia ha aperto il proprio intervento oggi a Trento alle celebrazioni per il 77° Anniversario della Liberazione. In mattinata si sono svolti la messa in ricordo dei Caduti presso la Chiesa di S. Francesco Saverio, celebrata da don Marco Saiani e il corteo con la deposizione di corone alle lapidi di Palazzo Thun, al Monumento ai Caduti presso piazza Portela, all’ex IMI presso la Provincia, nella galleria Partigiani e in piazza Pasi, con l’accompagnamento del Corpo musicale Città di Trento.
È seguita la cerimonia a Palazzo Geremia, alla presenza del Sindaco, gremito di autorità civili, militari e religiose, associazioni e cittadini.
 

 
«Quest’anno – ha detto il vicepresidente a Palazzo Geremia – la Festa della Liberazione assume un significato particolare per almeno due ragioni.
«La prima è la libertà ritrovata che ci consente oggi di essere qui con la fine delle limitazioni alla libertà personale e collettiva imposte dalla pandemia anche se non possiamo però permetterci di abbassare la guardia; oggi le sfide sono anche di natura diversa, come il nostro rapporto con l’ambiente, da preservare per le nuove generazioni.
«Di fronte a questa e altre sfide dobbiamo costruire un sistema europeo e mondiale più sicuro, più solidale e soprattutto più sostenibile.
«La seconda ragione della particolare importanza di questo 25 aprile, riguarda il riaffacciarsi della guerra in Europa con l’invasione dell’Ucraina.
«Il desiderio di libertà di un popolo viene nuovamente messo sotto assedio. Non possiamo rassegnarci a tutto questo: qui in Trentino, su queste montagne, il ricordo delle tragedie innescate dai nazionalismi è ancora vivo e ci collega idealmente a terre oggi di nuovo martoriate, e in particolare alla Galizia dove morirono migliaia di nostri concittadini.
«Il Trentino deve continuare a dire un sì deciso alla libertà e alla pace, una pace che va continuamente coltivata con ogni strumento e attraverso diplomazia, dialogo, mediazione e unità d’intenti. Dobbiamo onorare con coraggio la memoria di quanti hanno combattuto per garantirci questo presente.
«A loro – ha concluso il vicepresidente – dedichiamo questa Festa con una promessa: combatteremo anche noi per garantire a chi verrà dopo, un futuro di libertà e democrazia.»
 

 
Erano presenti oggi a Palazzo Geremia, fra gli altri, i rappresentanti di Anpi, Anei, Anppia, Associazione Divisione “Acqui” e Associazioni Combattentistiche D’arma, che con il Comune di Trento e la Fondazione Museo Storico, hanno invitato la comunità a ricordare anche con un momento di approfondimento la Liberazione dal nazifascismo.
Sono intervenuti il Presidente Anpi del Trentino Mario Cossali e Giuseppe Ferrandi, Direttore della Fondazione Museo storico del Trentino. Le celebrazioni a Palazzo Geremia si sono aperte con l’esibizione del Coro “Bella Ciao”.

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