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Anno 2050: come ci arriviamo? Col treno, ovviamente

La mostra del Muse si arricchisce con l’installazione del GFF A. Pocher sull’alta velocità – Domenica 5 giugno, Sala Mazzoni, Trento

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In occasione del Festival dell’Economia 2022 il Gruppo Ferromodellistico Ferroamatoriale Arnaldo Pocher di Trento (GFF A. Pocher) propone domenica prossima 5 giugno un’apertura straordinaria della sala Mazzoni legata al tema della mobilità sostenibile e delle prospettive future legate alla transizione ecologica. In esposizione vi sono, trai pezzi più pregiati, anche le riproduzioni in Scala H0 di varie automotrici elettriche delle Ferrovie dello Stato Ale601 (nella versione Marco Polo) e dell’elettrotreno Pendolino, che hanno rappresentato un’importante evoluzione nei collegamenti ferroviari in Italia, legati alla linea del Brennero. Il progetto si lega ai contenuti della mostra del MUSE dal titolo «2050: come ci arriviamo? Mobilità sostenibile, più pulita, più veloce, più sicura e per tutti» visitabile al Museo fino al prossimo 26 giugno.
A illustrare le iniziative sono stati stamani il presidente GFF Pocher Ernesto Patti e la responsabile della mostra Muse Patrizia Famà.
 

Patrizia Famà del Muse ed Ernesto Patti GFF Pocher illustrano le due Mostre.
 
 Il Progetto di GFF Arnaldo Pocher in Sala Mazzoni  
La proposta in tema ferroviario di GFF Arnaldo Pocher affianca il percorso espositivo e narrativo della mostra del Muse, allestendo un’esposizione dedicata all’evoluzione del sistema di Alta Velocità in Italia.
Sin dagli anni Trenta, infatti, le Ferrovie dello Stato hanno concepito e realizzato convogli all’avanguardia in campo internazionale, tanto che il 29 luglio 1939 l’ETR 212 stabilì il record mondiale di velocità con 203 Km/h nel tratto tra Pontenure e Piacenza, sulla linea Milano e Bologna.
Allora sembrava fantascienza oggi con gli ultimi treni è vita quotidiana.
 
«In esposizione nella sala Mazzoni – ha detto Ernesto Patti – vi sono, tra le altre, anche le riproduzioni in Scala H0 di varie automotrici elettriche delle Ferrovie dello Stato Ale601 (nella versione Marco Polo) e dell’elettrotreno Pendolino, che hanno rappresentato una ulteriore evoluzione nei collegamenti ferroviari in Italia, legati alla linea del Brennero.
Il locomotore E444, soprannominato ironicamente Tartaruga, primo in Italia in grado raggiungere i 200 Km/h trainando convogli composti da normali vagoni.

Tra gli altri lo storico Mediolanum che quotidianamente collegava Milano a Monaco di Baviera, via Brennero, e di cui quest’anno ricorrono i 65 anni del primo storico viaggio effettuato il 15 ottobre 1957.
In esposizione vi sono poi gli elettrotreni di ultima generazione: dai Freccia Argento (nelle varie versioni FS), ai Freccia Rossa 1000 e Italo, che collegano la nostra regione con Roma e altre importanti destinazioni.
 

 
 2050: come ci arriviamo? La mostra del MUSE  
La Mostra del MUSE affronta le sfide e le scelte connesse alla transizione ecologica con un grande obiettivo: arrivare al 2050 con una mobilità a emissioni zero.
L’allestimento - sviluppato su circa 370 metri quadrati - è realizzato con filati rigenerati dalle reti da pesca e da altri materiali di scarto riciclati e riciclabili al 100%.
Il percorso si snoda tra docce sonore, boschi urbani e macchine del tempo. Uno dei grandi temi al centro in questi mesi delle iniziative di rilancio e sviluppo del nostro Paese.
 
L’allestimento ruota attorno a una porzione centrale, un lungo nastro ligneo, su cui si proiettano – mediante particolari infografiche - gli obiettivi della Strategia europea che - ha sottolineato Patrizia Famà, - nei prossimi 30 anni, orienterà la mobilità sull’intero territorio europeo.
Per ogni obiettivo viene descritto lo stato dell’arte e viene quindi spiegato il potenziale cambiamento e l’impatto sulla società che potrà emergere dalla sua applicazione.
 
Sei hub semicircolari offrono approfondimenti e risposte a diverse domande sui temi del passato, del presente e del futuro della mobilità e dei trasporti.
Ogni hub è arricchito da infografiche a parete con contenuti tematici, video storie e curiosità che affrontano questioni come la necessità di ridurre sempre più l’utilizzo dei carburanti tradizionali, la ricerca e lo sviluppo delle fonti energetiche alternative; la mobilità intelligente e sicura, grazie anche all’automazione.
Le infografiche sono immersive a 360° attorno al visitatore, narrate in forma di appunti, con i collegamenti fra un concetto e l’altro, fra esperienza passata e scenario futuro, in grado di facilitare un’esposizione guidata e facile per tutti.
 

 
Per quanto riguarda il passato, nei sei hub sono presenti spunti di riflessione sulle modalità attraverso le quali si è giunti allo stato attuale delle cose, con attenzione particolare alla storia della mobilità nell’Arco Alpino e ai territori delle Alpi, intesi sia come paesaggi dell’attraversamento sia come paesaggio dell’abitare. Al riguardo, vengono affrontati differenti tematiche: dalla posizione strategica del passo del Brennero alla storia della ferrovia e alla costruzione dell’A22. Parallelamente, è fatto riferimento ad alcuni tra i principali “motori di mobilità” nel passato, come l’emigrazione, le guerre e la nascita del turismo.

In questi spazi, alcune tra le realtà economiche più importanti in ambito mobilità nel panorama aziendale nazionale ed internazionale (Eni, Italscania, Ferrovie dello Stato Italiane, Alstom, Leitner, Autostrada del Brennero) presentano le loro strategie e investimenti nel trasformare i loro processi, servizi e prodotti in chiave sostenibile: un’opportunità per analizzare come potrà essere il futuro della mobilità e del trasporto da chi lo sta mettendo in pratica.
In tema di infrastrutture per la mobilità, lo sviluppo è orientato verso l’intermodalità: stazioni ferroviarie come hub di servizi di trasporto efficienti, stazioni di ricarica per auto elettriche, centrali di produzione e distribuzione di «idrogeno verde», barriere fotovoltaiche con la realizzazione di veri e propri «corridoi verdi».

Uno spazio rilevante in tema di ricerca e sviluppo per l’utilizzo dell’idrogeno riguarda la sua modalità di produzione che incide diversamente sulla riduzione di CO2. Temi oggi al centro dell’azione di A22.

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