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Ricostruzione 3D e sei rocciatori a 200 metri di altezza

Il lavoro che ha permesso il buon esito dell’operazione per ripristinare la strada entro l’8 dicembre

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Dietro i pochi secondi che passano tra la sirena di avvertimento, l’esplosione, la nube di polvere e lo sbriciolamento dei massi c’è un grande lavoro, che ha permesso di portare a compimento con successo la messa in sicurezza della parete sopra la SS 350 di Folgaria e Valdastico, in modo da consentire la riapertura per l’8 dicembre. Un’attività accurata, sia a livello di progettazione che di esecuzione, spesso svolta in parete a centinaia di metri di altezza, e con una piena collaborazione fra i tecnici provinciali e il personale specializzato delle imprese.
 
Diverse persone con un obiettivo comune: ripristinare il collegamento tra Veneto e Trentino entro la data prevista, un traguardo ambizioso come già precisato nel sopralluogo sul posto nelle settimane scorse dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti.
Partendo dalla progettazione, il buon esito del brillamento avvenuto ieri alle 12.15 è stato garantito da un’attenta ricostruzione 3D, supportata delle misurazioni effettuate con i droni. Verifiche che hanno permesso di definire nella maniera più accurata possibile i fori in cui collocare i 400 chili di esplosivo al plastico che hanno polverizzato il diedro di roccia di 2.000 metri cubi posto a 200 metri di altezza sopra la strada.
 
Il piano di «volata», come si chiama a livello tecnico il piano di esplosione controllata, è stato redatto dal geologo Giacomo Nardin, libero professionista incaricato dalla ditta Pek, sulla base delle indicazioni del geologo Paolo Campedel del Servizio Geologico della Provincia, nell’ambito dell’operazione coordinata dal Servizio Opere stradali e ferroviarie: nello specifico dall'ingegner Paolo Nicolussi Paolaz, direttore dell’Ufficio strutture stradali.
All’operazione brillamento hanno inoltre contribuito vigili del fuoco volontari di Folgaria e Lavarone, carabinieri, polizia locale di Folgaria, occupandosi di sorvegliare gli accessi e garantire la sicurezza dell’area.
 
Ad operare in parete sono stati 6 rocciatori della Pek disgaggi, una delle tre ditte incaricate del ripristino assieme alla Coop Lagorai (opere stradali) e alla Mari che realizzerà le nuove barriere paramassi sul versante. Un’azienda, la Pek, guidata dal titolare Fabio Longo, che ha 20 anni di esperienza nel settore, una decina di operai rocciatori con qualifica per lavori a fune, incarichi in Trentino e nel resto d’Italia e il precedente della demolizione da 4.500 metri cubi nel 2014 sul Monte Lefre in Valsugana.
Per quanto riguarda la SS 350, dopo le prime verifiche avviate subito la fase di cantiere è iniziata domenica 12 novembre, con una presenza in parete 7 giorni su 7 in parete.
 
Container e attrezzature (compressori, perforatrici e via dicendo) sono stati trasferiti con l’elicottero nel «campo base» sopra il diedro.
Per garantire la loro sicurezza l’ancoraggio alle funi salvavita e i sensori installati sulle fessure per avvisarli in tempo reale di un eventuale crollo del grande masso.
Il monitoraggio è stato allestito dalla ditta Elmarx, specializzata nel settore.
Concluso dunque il brillamento, continuano le operazioni di pulizia del versante e della sede stradale e i lavori di ripristino in vista della riapertura programmata.

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