Sallusti attacca una nostra collega di Trento, Cristiana Chiarani
È colpevole di aver scritto su Twitter, riferendosi al ritorno di Berlusconi, «forse dobbiamo piantargli un paletto di frassino nel cuore»

La collega Cristiana Chiarani stavolta l’ha fatta grossa.
Ha scritto una frasetta avventata su Twitter nei confronti di Berlusconi: «Forse dobbiamo piantargli un paletto di frassino nel cuore o sparargli nel cervello per evitare che torni… Basta!!!»
Inutile dire che Sallusti, ai domiciliari per scontare una condanna di 14 mesi per diffamazione e per questo attaccato dalla stessa Chiarani, ha subito pubblicato una reprimenda sulla battuta di Cristiana: «Ecco da chi dovrei imparare il mestiere – scrive il giornalista, – dai giornalisti che istigano a sparare in testa a Berlusconi.»
Ma anche l’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige sta per inviare alla collega Chiarani una missiva, in cui chiede di spiegare meglio ciò che intendeva dire.
Il nostro è un giornale di opinione e non potevamo evitare di esprimerci, a costo di suscitare a nostra volta le ire di tutte le parti (i super partes appaiono spesso di parte agli occhi di coloro che non si riconoscono nei loro pensieri).
Anzitutto, noi avevamo consigliato alla collega Cristiana di porsi un filtro prima di pubblicare qualcosa su Twitter o Facebook: «Prima di pubblicarlo, pensa se lo scriveresti anche sul tuo giornale».
Siamo certi che stavolta non l’avrebbe pubblicato.
Questo lo diciamo perché l’Ordine dei Giornalisti dà sempre uno sguardo anche ai comportamenti dei propri iscritti anche al di fuori delle righe ufficiali. Non siamo rigidi come altri Ordini che pretendono sempre una coerente soglia etica, ma ci sono dei linguaggi che possono essere ritenuti non appropriati per un giornalista.
Tuttavia, una cosa è certa. Al di là della veemenza della frase incriminata, si tratta di un’iperbole retorica. Come si sa dalle leggende di Drakula, il paletto di frassino è l’unico mezzo che può fermare i vampiri se glielo pianti nel cuore.
La metafora sta a dire dunque due cose. La prima è che Berlusconi, che sembrava morto e sepolto (metaforicamente, ben s’intende), alla fine è tornato.
La seconda è se ci sarà un modo per fermarlo una volta per tutte (metaforicamente, ben s’intende).
Stessa cosa per gli zombi. Si tratta sempre di metafore chiarissime, quanto crude.
Di conseguenza, a meno che non si pensi che Cristiana stia andando in ferramenta per acquistare un paletto di frassino e un mazzuolo, si tratta solo di un linguaggio figurato.
L’Ordine dei Giornalisti manderà una lettera alla Chiarani e lei presumibilmente risponderà le stesse cose che abbiamo scritto noi.
Quello che ci ha colpiti invece è l’intervento di altri colleghi che hanno contrattaccato Cristiana con maggiore violenza di lei.
Cercando Cristiana Chiarani su Google, abbiamo trovato una testata che ha riportato i fatti di cui sopra (in maniera diversa ovviamente, dato che ognuno esprime la propria soggettività), ma pubblicando la foto di Cristiana Chiarani insieme al suo bambino di 5 anni. Il titolo è «Questa mamma con bambino vuole uccidere Berlusconi».
La foto è stata scaricata da Facebook e pertanto è di libero accesso.
Ma la pubblicazione del volto del bambino in un contesto come questo ci pare davvero agghiacciante. Primo perché non si tratta di una metafora, secondo perché i danni collaterali stanno superando di gran lunga le dimensioni del conflitto.
GdM
La foto della rivista, per coerenza, non la pubblichiamo. Quella sotto il titolo è stata scattata da noi.