Mori valorizza i faggi monumentali a Somator
Sarà disboscata un’area di 2 ettari per valorizzare un paesaggio vasto e suggestivo che conta una quarantina di piante di oltre 200 anni di vita
Il Comune di Mori ha approvato gli interventi di riqualificazione paesaggistica in località Somator.
Sarà disboscata un’area di 2 ettari favorendo la possibilità di apprezzare un paesaggio vasto e suggestivo e, al contempo, si valorizzerà la faggeta secolare che conta una quarantina di piante con età superiore ai 200 anni e dimensioni monumentali. I lavori si svolgeranno il prossimo autunno.
Il percorso nasce nel 2016, quando furono selezionate dal Servizio urbanistica e tutela del paesaggio della Provincia, dopo un confronto con la comunità di valle, alcuni territori da valorizzare.
Mori indicò l’area di Malga Somator con gli obiettivi di una riqualificazione paesaggistica, del recupero produttivo e dello svolgimento di attività didattiche e turistiche da collegare con le già consolidate reti dei Siti Zps Natura 2000 (Lago di Loppio e Manzano) e alla rete storico-sentieristica del Nagià Grom.
Il finanziamento è di 33.600 euro e prevede l’esbosco a valle del rifugio – per circa 2500 mq - e a ovest, sotto strada verso località Nagustel, ripristinando il precedente assetto di pascolo alberato.
L'area a ridosso del rifugio si sta imboschendo con l’avanzare dei noccioli; l'altra area (17.500 mq), ha un «soprassuolo boschivo» creato in parte dall’evoluzione naturale e in parte da rimboschimenti artificiali iniziati negli anni Settanta.
Qui è presente una quarantina di faggi monumentali: alcuni hanno diametri superiori al metro (104, 127, 153 centimetri) e «diametro di insidenza» di 23 mt, ovvero 415 metri quadrati di proiezione a terra della chioma; le altezze sfiorano i 30 metri.
Sono piante di 200 - 250 anni, con massa fra i 100 e i 140 quintali.
Quest’area ha tutte le caratteristiche per essere considerata una «faggeta vetusta», dunque con livelli di qualità ambientale e biodiversità di eccellenza.
La Direttiva Habitat e la Strategia Pan-Europea della Diversità Biologica e Paesaggistica considerano questi ambienti oggetto di protezione e lo stesso fa l’Unesco che ha già individuato, in Italia, 10 foreste vetuste da elevare al rango di Patrimonio dell'Umanità.
Tra le loro peculiarità c’è la presenza di molte «piante habitat» dove vivono moltissime specie, anche rare (uccelli, mammiferi, insetti, funghi, licheni).
Spiega l’assessore allo sviluppo economico e promozione del territorio, Flavio Bianchi: «Questi faggi, testimoni di un tempo improponibile a scala umana, saranno valorizzati e, in fase di progettazione, sono state individuate specifiche misure di salvaguardia durante la lavorazione. Gli interventi di ripristino prevedono l'estirpazione delle ceppaie delle piante tagliate, per evitare il riscoppio di polloni, e il pareggiamento delle superfici con successiva risemina. Va attivato anche un piano di manutenzione decennale, dunque si prevede lo sfalcio e il pascolamento di bovini o equini, rivolto in prima battuta ad aziende zootecniche locali. A lavori conclusi si avrà ampia visuale sulla media Vallagarina: dal Monte Baldo alla Lessinia, dalle Piccole Dolomiti al Pasubio e fino alla Vigolana; all’interno si apprezzerà invece la relazione tra l’uomo e la natura, che porta a un ambiente ricco e dinamico, da vivere in tutte le stagioni dell’anno.»