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Corte dei Conti: «Rimuovere ostacoli a investimenti»

Il presidente della Magistratura contabile prevede che anche il 2020 sarà caratterizzato da uno scarso sviluppo dell'economia

«Le previsioni sulla crescita sono in larga misura concordi nel ritenere che anche il 2020 resterà lontano dai ritmi di sviluppo pre-crisi, mentre l’inizio di una ripresa viene collocato nel biennio successivo.»
La Corte dei Conti sostiene che vista la stagnazione della nostra economia, è necessario togliere il più possibile gli ostacoli burocratici che non permettono di agire negli investimenti pubblici.
Il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario spiega che bisogna «rimuovere i vincoli che tuttora rallentano la realizzazione dei programmi di investimento pubblico».
 
In questa direzione, la Corte dei Conti «offre il suo contributo con sempre maggiore impegno, adattando e riorientando i propri sistemi di controllo, potenziando le fasi del monitoraggio in corso d’opera e favorendo modalità di affiancamento delle amministrazioni nel corso della gestione delle risorse a esse affidate.»
In tale contesto, rileva Buscema «sono stati evidenziati, in alcuni settori dell’azione pubblica, il ritardo nell’uso delle risorse finanziarie disponibili, la farraginosità delle procedure, l’inadeguatezza delle strutture organizzative deputate alla realizzazione, nonché alla verifica e al monitoraggio degli interventi».
 
Con specifico riferimento alle amministrazioni regionali, evidenzia Buscema «di particolare rilievo risulta l’attività di controllo svolta in relazione al giudizio di parificazione dei relativi rendiconti.
«Tale istituto, introdotto dal decreto-legge n. 174 del 2012 e modellato sull’archetipo del giudizio di parificazione del rendiconto generale dello Stato, ha consentito l’acquisizione, in coerenza con il coordinamento della finanza pubblica, di informazioni essenziali sull’attendibilità e sulla veridicità dei dati dei bilanci regionali e, di conseguenza, sul quadro generale di finanza pubblica.
«Il costante monitoraggio delle gestioni di bilancio ha potenziato il ruolo di affiancamento delle amministrazioni regionali.»
 
Inoltre Buscema aggiunge che «stringenti, in considerazione dell’elevato volume di risorse impiegate - pari mediamente all’80 per cento della spesa regionale - sono stati i controlli sugli enti sanitari delle regioni.
«In questa prospettiva, particolare attenzione è stata dedicata al grado di recepimento e di applicazione delle disposizioni e dei principi recati dal decreto legislativo n. 118 del 2011, evidenziando alcune criticità sui tempi di attivazione della gestione sanitaria accentrata regionale e sui limiti di spesa in tema di personale e di acquisti di beni e servizi.
«Una particolare attenzione è stata, inoltre, riservata agli standard dei servizi resi alla collettività, gratuitamente o mediante il pagamento di un ticket, avendo anche a riferimento i livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA).»
 
Di particolare rilievo sono state, afferma Buscema, «le analisi delle situazioni di squilibrio finanziario degli enti locali. Va richiamata, in proposito, la sentenza della Corte costituzionale n. 18 del 2019, che ha ammesso le Sezioni regionali di controllo della Corte a sollevare questioni di legittimità costituzionale anche nell’ambito del controllo finanziario sugli enti locali».

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