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Spini di Gardolo, detenuto colpisce a calci e pugni poliziotto

L’aggressione, avvenuta nel carcere di Trento, è stata denunciata dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

Giornata di follia e violenza, ieri sera nel carcere di Trento, con un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria ferito che è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari.
Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
«Ennesimo episodio di aggressione e violenza ai danni di un Poliziotto avvenuto nella serata del 16 marzo presso l’Istituto di Trento Spini di Gardolo, – denuncia il segretario provinciale SAPPE Massimiliano Rosa. – Un detenuto di origini magrebine, già recidivo per un’aggressione ai danni di due Poliziotti, avvenuta in gennaio sempre a Trento, noto per le sue intemperanze e per le numerose denunce collezionate, verso le 17.30, uscito dalla propria stanza, della sezione a regime chiuso, ove è ristretto, per fruire di un colloquio con lo psicologo, anziché proseguire verso la stanza ove si sarebbe dovuto effettuare il colloquio, inspiegabilmente si è precipitato all’interno dello snodo ove operava l’Assistente di P.P. ed estraendo una vera e propria rudimentale spranga metallica (ricavata dal profilato di una finestra), nascosta sotto la giacca, ha colpito più volte con violenza in testa il Poliziotto, cagionandoli due profonde ferite lacero-contuse sulla testa, per le quali è stato necessario ricorrere alle cure del PS dell’Ospedale Civile S.Chiara di Trento, ove si trova ancora ricoverato per ulteriori accertamenti.
«Il detenuto coinvolto si era già reso partecipe nei mesi scorsi dell’incendio di altra cella ove era ubicato e di aver letteralmente divelto lo spioncino di una cella, riuscendo addirittura ad uscire dalla stessa.»
 
«Una violenza grave e inaccettabile, – conclude Rosa. – Mi chiedo dove siano coloro che rivendicano, ad ogni piè sospinto, più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli Agenti di Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle Istituzioni…»
Il Sindacato evidenzia che nel 2021 nel carcere di Trento si sono contati 90 atti di autolesionismo, 16 tentati suicidi sventati in tempo dal personale di Polizia Penitenziaria, ben 73 colluttazioni e 16 ferimenti.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà e vicinanza al collega contuso a Trento e denuncia così.
«È gravissimo quello che è accaduto, una violenza inaccettabile che ricorda a tutti quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario.
«Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato.
«Eppure, la Polizia Penitenziaria è stata incomprensibilmente esclusa, rispetto alle altre Forze dell’Ordine, dalla dotazione del taser, che può essere uno strumento utile per contenere le continue aggressioni.»
 
Capece, segretario del primo e più rappresentativo Sindacato della Polizia Penitenziaria, ricorda infine che «sono mesi che il SAPPE porta avanti le battaglie a favore di ogni singolo operatore delle forze dell'ordine e del soccorso pubblico.
«Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri e di quel partito dell'antipolizia che non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo episodio.
«Ed è per questo che il SAPPE ha chiesto e chiede alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia un Capo del DAP che sia orgoglioso delle donne e dei suoi uomini e sia loro vicino per quel che fanno ogni giorno, favorendo politiche penitenziarie che sappiano bilanciare bene trattamento e sicurezza, visto che ultimamente di sicurezza nelle carceri italiane ce n’è sempre meno…».

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