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«I maiali che mangiavano fango: il veterinario si dimetta»

Ora il responsabile dell'Asl veterinaria dovrà rispondere alla denuncia già presentata il primo ottobre scorso ai Carabinieri di Predaia

La deplorevole storia dei 3 maiali di Coredo che si trascinavano nella melma sfiniti dai dolori artrosici, ha varcato i confini provinciali provocando sdegno e sconcerto nei lettori e proposta di collocazione nei Rifugi Salvaanimali. Ma subito dopo l'uscita dei Quotidiani, i suini sono stati fatti scomparire, forse scaricati in qualche buco ancora peggiore, se possibile, del pantano a cielo aperto in cui vivevano terribilmente maltrattati. Oppure macellati in fretta e furia per insabbiare una vicenda grave.
 
Infatti è un reato previsto dall' art. 544 ter Codice Penale tenere in vita animali invalidi e doloranti senza curarli e alleviarne la sofferenza, lasciarli a mollo senza un riparo per mesi, costretti ad ingerire più fango che cibo e a bere più fango che acqua. E molto gravi la negligenza e le inadempienze dei veterinari che non ne hanno tutelato la salute e il benessere, che non sono intervenuti, prontamente con soluzione, davanti alle condizioni igienico-sanitarie vergognosamente fuori norma, ma hanno tollerato il piccolo allevamento domestico del tutto inadeguato e malsano.
 
Per il Responsabile Veterinario che ha effettuato il sopralluogo, evidentemente andava tutto bene, era tutto regolare, non si configurava alcun maltrattamento, mentre per chi vedeva era evidente ed eloquente, anche solo dai video e dalle foto. Ora il responsabile dell'Asl veterinaria dovrà rispondere alla Denuncia già presentata il primo ottobre scorso ai Carabinieri di Predaia. Questo professionista non conosce, o non ha applicato, il decreto legislativo 146/2001 e il Piano benessere animale del Ministero della salute.
 
In questi casi, se i superiori non invitano alle dimissioni, ci si dimette subito, per lasciare la dirigenza ad un collega che sappia custodire e proteggere i nostri animali. Accanto alla stradina nel bosco, oggi rimane un recinto vuoto, ripulito alla perfezione, con una pedana asciutta, abbondante paglia, abbeveratoio colmo d'acqua pulita. Peccato che non sia mai stato così quando si sentiva il lamento dei poveri maiali e vedevi il loro arrancare. Il bel porcile: una messinscena che fa solo indignare.

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