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Minacce di morte al presidente Fugatti, individuato il responsabile

Si tratta di un informatico 60enne che lavora all’Università di Trento – Il grazie del presidente alle forze dell’ordine

La Digos ha identificato il presunto responsabile delle scritte apparse più volte a Trento, nelle quali si leggevano minacce di morte al presidente Fugatti, o meglio invitavano la gente a uccidere il presidente.
Infatti le scritte dicevano «Uccidi Fugatti», la cui firma era indicata No Tav. Già che c’era, ha riportato anche il logo delle scomparse Brigate Rosse, la stella a 5 punte. Un po' di tutto e di più.
Quindi minacce con incitamento a delinquere. La firma poi era un po’ disattenta, perché a Trento la circonvallazione ferroviaria sarà per la Tac (a grande capacità) e non Tav (a grande velocità).
La Digos ha trovato in casa dell’indagato - un tecnico informatico di 60 anni in forza dell’Università di Trento – materiale proprio di chi fa scritte sui muri. Quindi lo ha denunciato per minacce e, va da sé, per imbrattamento.
La Digos ha peraltro precisato che all’odierno indagato non viene addebitata la responsabilità delle lettere minatorie inviate per posta.
 
«Desidero ringraziare le Forze dell’ordine per l’incessante lavoro che ha portato all’identificazione e denuncia di una persona ritenuta autrice delle minacce rivolte alla mia persona attraverso scritte apparse in diverse zone.»
È il commento del presidente Maurizio Fugatti alla notizia dell’identificazione e denuncia del presunto autore delle scritte minacciose rivolte alla sua persona.
«Ho sempre avuto e confermo oggi – aggiunge Fugatti – la piena fiducia nelle istituzioni preposte a garantire la sicurezza della nostra comunità.
«Mi auguro che si possa fare piena luce su fatti preoccupanti non solo per me e per i miei famigliari ma anche per il tono generale del confronto sociale che dovrebbe sempre essere improntato al rispetto delle idee di tutti, senza che la doverosa dialettica sia costretta a lasciare il posto ad eccessi e manifestazioni di violenta intolleranza.
«Grazie dunque a chi ha svolto le indagini, a partire dal Commissario Santarelli e dal Questore Improta e buon lavoro a loro e a chi è chiamato ora ad accertare definitivamente le responsabilità su questi fatti.»

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