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A volte i sogni muoiono, a volte vengono bruciati

Drago Vaia carbonizzato, Zanotelli e Bisesti: «Ferita la sensibilità dei trentini»

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Realizzato con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia, il drago di Lavarone rappresentava un monito al rispetto della natura.
La sua distruzione a causa di un incendio nella serata di ieri - probabilmente per mano dell’uomo - ha profondamente colpito la comunità trentina, cui hanno voluto dar voce gli assessori provinciali alle foreste e alla cultura, rispettivamente Giulia Zanotelli e Mirko Bisesti.
 
«Qualora fosse confermata l’origine dolosa – osserva Zanotelli, – si tratterebbe di un gesto inqualificabile, che ferisce profondamente la sensibilità diffusa tra le nostre comunità: i trentini vedono nel bosco la loro casa e dalla tempesta Vaia hanno subito gravi perdite e lutti.
«Distruggere un simbolo che rappresentava tutto questo è un atto da vigliacchi, – commenta l’assessore Bisesti. – Il drago Vaia era un’opera straordinaria, nata grazie alla genialità di Marco Martalar: in questi anni, migliaia di persone hanno riconosciuto la sua bellezza e originalità.
«L’auspicio è che, come l’araba fenice rinasceva dalle proprie ceneri, anche il drago Vaia possa tornare a innalzarsi.»

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