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Salvato l'uomo bloccato in fondo a una grotta in Turchia

Hanno partecipato anche 5 speleologi trentini per portare in superficie un uomo bloccato a 1.120 metri di profondità

Ci sono voluti nove giorni, ma alla fine ce l’hanno fatta.
Una squadra internazionale di 46 soccorritori ha portato in superficie uno statunitense che era bloccato a 1120 metri di profondità con una emorragia allo stomaco.
Era dal 2 settembre che non era più in grado di muoversi, ma adesso è fuori e potrà essere curato come si deve.
Ma è stato un lavoro improbo. Basti pensare che è stato necessario approntare un campo base a 1.040 metri e da lì procedere, spesso in corda doppia, al sollevamento del ferito.

D’altronde, i tecnici dicono che uno speleologo sano e ben attrezzato impiega 15 ore per risalire.
La notizia è importante di per sé perché ci pare un evento di salvataggio decisamente eccezionale, forse unico, sia per le condizioni in cui è avvenuto, sia per il numero degli operatori che si sono adoperati per salvarlo provenendo da tutto il mondo.
Ma c’è un altro particolare: 5 di quei 46 speleologi sono trentini.
I complimenti ai nostri ragazzi, che evidentemente sono moralmente dotati, mentalmente preparati e tecnicamente attrezzati.

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