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Aveva tentato di dar fuoco al portone del Tribunale di Bolzano

La Digos ha identifricato l'autore e lo ha ristretto persso la struttura sanitaria di Pergine

Nella prima mattinata dello scorso 15 settembre, personale della D.I.G.O.S., unitamente ad altre articolazioni della Questura di Bolzano, interveniva in piazza Tribunale, poiché, davanti ad una porta in legno dello storico ingresso del Palazzo di Giustizia, non più in uso, erano stati trovati alcuni oggetti emananti un forte odore di benzina.
Si trattava di due sacchetti, entrambi chiusi con del nastro adesivo, un marsupio, uno zaino e tre accendi-fuoco in paglia, di cui uno parzialmente annerito, con vicino una vasta pozza di benzina.
 
Durante il sopralluogo, eseguito anche con l’intervento degli artificieri, della Polizia Scientifica e dei Vigili del Fuoco, veniva accertato che un sacchetto era stato riempito con del liquido infiammabile e che l’altro conteneva un borsone sportivo, intriso di benzina, al cui interno aveva a sua volta un altro sacchetto con del carburante.
Appariva subito evidente che, a monte dell’azione criminosa, vi fosse l’intenzione di innescare un incendio che avrebbe senz’altro potuto interessare una parte della porzione del Palazzo di Giustizia, data la considerevole presenza di benzina penetrata anche all’interno dell’atrio delle udienze.
 
A tal riguardo, visto che uno degli accendi-fuoco rinvenuti sulla scena appariva parzialmente annerito, si ipotizzava che l’autore lo avesse innescato e lanciato verso gli oggetti e che solo per cause fortuite si fosse spento prima di toccare terra.
Le indagini condotte dalla D.I.G.O.S. hanno consentito in breve tempo di identificare l’autore del tentato incendio.
 
La ricostruzione dell’evento delittuoso è avvenuta attraverso un’attenta analisi del materiale video acquisito dalle telecamere di sorveglianza installate in piazza Tribunale e nelle vie limitrofe.
Ciò ha permesso di rilevare, in modo circostanziato, i movimenti dell’attentatore, sia a piedi che a bordo della sua autovettura.
Inoltre, sono stati importanti ulteriori indizi, raccolti sulla base di informazioni fornite dal personale di P.G. della Polizia di Stato in servizio presso la Procura, con riferimento, in particolare, alla testimonianza di un Giudice sulla presenza dell’autore già nel pomeriggio del giorno 14 in un bar attiguo a piazza Tribunale.
 
Questa circostanza ha offerto la possibilità di ricostruire i movimenti del soggetto durante il pomeriggio nonché di verificare, in modo particolareggiato, il suo abbigliamento, risultato identico a quello indossato nel momento della commissione del reato.
Si è anche accertato che il medesimo, prima di portare a compimento la sua azione, aveva effettuato diversi precedenti sopralluoghi sul punto interessato dal tentativo di incendio.
Altresì, la Procura ha confermato come il sospettato fosse un personaggio noto per i suoi trascorsi giudiziari.
 
Pertanto, è stata richiesta una misura coercitiva della libertà personale, attesa la gravità del fatto commesso e la conclamata pericolosità sociale, desunta anche dalla recentissima ordinanza del Giudice penale che aveva applicato una misura di sicurezza con imposizione di un percorso di riabilitazione psichiatrica.
L’esecuzione è stata curata da personale della D.I.G.O.S., che, unitamente a personale del Commissariato di P.S. di Bressanone, dopo aver rintracciato il soggetto, gli ha notificato il provvedimento, per poi procedere alla perquisizione domiciliare dell’abitazione.
 
All’interno sono stati ritrovati: gli indumenti utilizzati nel momento dell’evento (pantaloni, scarpe e cappellino), gli accendi fuoco avanzati e comprati appositamente per compiere il fatto, una tanica vuota utilizzata per il trasporto della benzina con ancora un residuo di carburante, un sacchetto azzurro delle immondizie non utilizzato ed il nastro adesivo impiegato per sigillare i sacchi di benzina.
Terminata la redazione degli atti, l’uomo è stato tradotto presso la struttura sanitaria REMS di Pergine Valsugana.

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