Inchiesta Santa Chiara: sequestrati immobili a Marisa Detassis

Ci sarebbe un ammanco di 251.000 euro. Oltre alla direttrice amministrativa del Centro culturale, sono inquisiti a vario titolo altri collaboratori

Va detto subito che la notizia va presa con le pinze, in quanto si tratta dell’assunto dell’accusa. Quindi di parte per definizione.
Ma l’indagine sul Centro Santa Chiara di Trento ha segnato un passo avanti, tanto vero che il Procuratore della Repubblica ha disposto il sequestro cautelativo di immobili di proprietà di Marisa Detassis (foto), ex direttrice amministrativa e direttore pro tempore, in ipotesi di un ammanco quantificato per ora nella misura di 251mila euro in tre anni.
Oltre a Marisa Detassis, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati altre tre persone non più in forza al S. Chiara: Alessia Spicuglia, stretta collaboratrice di Marisa Detassis, Marcello Pallaoro e l’ex direttore Franco Oss Noser.
Quest’ultimo sarebbe coinvolto solo per uno scambio di carte di credito. Cioè avrebbe usato quella del Centro invece che la sua, ma poi avrebbe restituito il prelevato.
Pallaoro avrebbe ricevuto dalla Detassis tre televisori e un iPad, pagati sempre con la carta di credito del Centro per un costo totale di oltre 2.600 euro
 
Resta il punto fermo per cui alla Detassis vengono addebitati una serie di reati, in primis l’ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza, peculato continuato, abuso d’ufficio, truffa aggravata, appropriazione indebita pluriaggravata (il tutto in concorso con la Piscuglia) e, come sopra, l’utilizzo indebito della carta di credito.
I finanzieri hanno lavorato a lungo per ricostruire il giro di fatture contraffatte (sembra «scansionate e corrette in PDF») e di finte annotazioni di bilancio per ingannare i revisori dei conti.
Sarebbero stati «inventati» finti crediti per un totale di 600mila euro nei confronti dell’Istituto di vigilanza del Centro Santa Chiara e degli abbonati alle stagioni teatrali.
Sarebbe stato inventato un finto contributo nei confronti del Ministero per ottenere un finanziamento bancario.
L’abuso d’ufficio starebbe nell’aver aumentato lo stipendio a sé e alla Spicuglia.
 
Vediamo alcuni dettagli.
Il 15 aprile 2009 con la carta del Centro vennero pagati 1.500 euro spesi presso la boutique Alex D di Trento.
Il 22 settembre 2011 la medesima carta venne usata per pagare l’hotel Adler Thermae di San Quirico d’Orcia per un totale di 1.331,50 euro.
Poi venne usata dal 30 maggio 2009 al 19 marzo 2011 per quattro acquisti dell’importo totale di 5.990 euro presso la boutique per donna Coast to Coast di Torbole.
La Detassis avrebbe comprato un televisore Samsung, un Panasonic e un Sony, quindi un iPad ritirati dall’ex collaboratore del Centro Marcello Pallaoro e ritrovati dalla Finanza in casa di quest’ultimo.
La carta del Centro affidata all’allora direttore del Centro Franco Oss Noser, di cui abbiamo detto sopra, sarebbe stata usata il 28 novembre 2008 per pagare 910 euro (su un totale di 1.910 euro) presso il negozio di abbigliamento femminile Marina Rinaldi di Verona. Come abbiamo detto, Oss Noser ha subito spiegato che quella volta la carta era stata usata per sbaglio e che lui ha immediatamente restituito i 910 euro al Centro Santa Chiara.
  
Immaginiamo che domani i quotidiani parleranno di spese folli, dei soliti lauti pranzetti, shopping senza fine, acquisti di televisori e tablet, hotel di lusso, viaggi e quant’altro.
In realtà, che cosa abbiano fatto dei soldi è ininfluente.
L’importante è accertare la veridicità dell’assunto dell’accusa, o smentirlo. E, semmai recuperare il maltolto.
Come dètta una delibera provinciale dello scorso anno, nessun funzionario dovrà svolgere la stessa mansione a contatto con i flussi di denaro per più di cinque anni, in modo che non nascano combine.