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Verso le elezioni del 2020 – Di Damiano Luchi

Marco Nicolò Perinelli, candidato sindaco per «Tenna 20-25 per la comunità»

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Continua il nostro viaggio alla scoperta dei candidati alle prossime elezioni comunali.
Oggi ci spostiamo a Tenna, paese che domina la collina tra il lago di Caldonazzo e il lago di Levico in Valsugana e incontriamo Marco Nicolò Perinelli, candidato Sindaco per la lista «Tenna 20-25».
Giornalista professionista, un passato da archeologo, responsabile dell’Ufficio stampa del Consiglio regionale da quasi dodici anni.
 
Come è nata la decisione di candidare per le elezioni comunali?
«Tutto è nato dall’incontro con un gruppo di persone che, come me, amano questo paese. Non avevo mai pensato di candidare, anche alla luce della mia professione, ma attraverso il dialogo è nato un progetto concreto, solido, sul quale stiamo lavorando da più di sette mesi e il loro entusiasmo, la voglia di partecipare, è stata determinante.
«Considero questa candidatura come un impegno per la comunità in cui vivo. Abito a Tenna con la mia famiglia da molti anni e penso sia un paese splendido, unico in Trentino per le sue caratteristiche.
«Ho due figlie che sono nate e cresciute qui e voglio fare tutto ciò che è possibile per far sì che questa realtà possa rimanere così come l’ho conosciuta io e anche migliore.
«Lavoro nell’ambito amministrativo da molti anni e le competenze acquisite possono essere utili al servizio di chi abita questo territorio.
«Sono convinto che occorra mettere in campo un modo nuovo di amministrare, di ragionare diversamente dal passato e Tenna è certamente un luogo dalle straordinarie potenzialità, dove occorre lavorare con la capacità di guardare lontano, dove investire nei giovani che hanno voglia di lavorare sul territorio e per il territorio, dove uscire dall’ottica del campanile e fare sistema per crescere.»
 
Quali sono le criticità del paese?
«Indubbiamente vi sono alcune tematiche che occupano il dibattito pubblico in queste settimane. Una delle principali è certamente la riqualificazione della Pineta di Alberè, un luogo che è un simbolo del paese e che è stato devastato da Vaia prima e dalla piaga del Bostrico oggi e per il quale si devono esplorare nuove strade, anche attraverso la ricerca di fondi europei che possano valorizzarne non solo l’aspetto paesaggistico, ma anche quello storico archeologico.
«Si deve poi garantire la sopravvivenza della scuola: dove c’è la scuola, c’è comunità. E per farlo si deve rendere il paese sempre più attrattivo, mantenendo vivi i servizi, garantendo continuità agli esercizi commerciali che oggi sono in attività e favorendo coloro che vogliono lavorare a Tenna anche pensando a nuove infrastrutture che rispettino la storia e l’ambiente.
«Esistono problemi legati alla viabilità del paese, da tempo sottoposta ad una forzatura per via di una strada chiusa da troppi anni e che va riaperta, ma anche rivedere l’intero sistema, prevedendo dissuasori per la velocità in alcune vie e ripensando l’area del parco urbano, che rappresenta un polmone per chi abita in centro e uno dei punti di maggior interesse.
«Tutto il colle è poi un luogo di grande fascino, con percorsi ciclopedonali che vanno valorizzati, da quella straordinaria risorsa che è l’antico tracciato della via Claudia Augusta Altinate, documentata proprio a Tenna da un cippo miliare, ai sentieri nei boschi, che permettono di camminare tra siti di grande fascino storico, dal Forte alle palafitte, da riscoprire, del Laghét.
«Tenna è il colle che unisce i due laghi e dal punto di vista paesaggistico è straordinario.»
 
Tenna è stata al centro di un episodio piuttosto grave di sicurezza qualche settimana fa…
«Purtroppo è accaduto un fatto grave che ha visto degli adulti picchiare alcuni ragazzi con giustificazioni poco edificanti. Spiace che siano finiti in ospedale dei giovani, tra cui una ragazza minorenne, che possono pur aver commesso una sciocchezza, ma che sono stati selvaggiamente presi a pugni da coloro che dovrebbero essere educatori.
«Non vorrei entrare troppo nel tema, perché è giusto aspettare che siano le autorità a fare chiarezza, ma ci tengo a ribadire, come già ho fatto pubblicamente, che la Tenna che conosco e che voglio per le mie figlie non è certo questa.
«Tenna non si merita questa violenza che non è mai giustificata, soprattutto poi se a farne le spese sono dei ragazzi. Esiste poi un discorso di responsabilità morale e in molti si sarebbero aspettati una piena assunzione che non è arrivata.»
 
Cosa si aspetta da Tenna per il futuro?
«Un paese vivo, dove i bambini possano andare in giro in sicurezza, dove continuare a vivere in un ambiente sano, dove le persone possano avere sempre più servizi senza doversi allontanare, dove la cultura possa trovare terreno fertile per svilupparsi, dove i giovani, dopo aver fatto esperienza in altre realtà, possano scegliere di vivere e far crescere le proprie famiglie. Come ho fatto io e tanti altri che trovano nel colle che unisce i due laghi un posto ideale dove abitare.»

Damiano Luchi

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