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Referendum sulla giustizia del 12 giugno 2022

Quesito Numero 1: Abolizione del Decreto Severino – Scheda di colore ROSSO

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 Cosa prevede la legge Severino?  
Il decreto legislativo che porta la firma dell’ex ministro della Giustizia Paola Severino prevede incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i parlamentari, per i rappresentanti di governo, per i consiglieri regionali, per i sindaci e per gli amministratori locali in caso di condanna.
Ha valore retroattivo e prevede, anche a nomina avvenuta regolarmente, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione.
Per coloro che sono in carica in un ente territoriale basta anche una condanna in primo grado non definitiva per l’attuazione della sospensione che può durare per un periodo massimo di 18 mesi.
 
 Le ragioni del SÌ  
Quest’ultimo aspetto della legge Severino è quello più criticato dai sostenitori del Sì ai quesiti referendari sulla giustizia.
«A nostro parere – dicono, – la sospensione dall’incarico per un amministratore locale dopo una sentenza di condanna non definitiva lede il diritto alla presunzione di innocenza sancito dalla nostra Costituzione».
Tra l’altro a novembre 2021 il Parlamento ha recepito una direttiva europea del 2016 che ribadisce la necessità di tutelare il diritto alla presunzione di innocenza.
 
Se passasse il sì al quesito referendario sulla legge Severino, questa verrebbe totalmente abrogata, non solo la parte relativa agli amministratori locali condannati in via non definitiva.
In sostanza, anche i condannati in via definitiva potrebbero candidarsi o continuare il proprio mandato, e verrebbe eliminata la sospensione automatica dall’incarico per gli amministratori locali in caso di condanna non definitiva.
Il giudice potrà comunque decidere, caso per caso, se vietare a una persona condannata in via definitiva di ricoprire incarichi pubblici.
 
 Le ragioni del NO  
Secondo i promotori del NO, la legge Severino «è una misura assolutamente logica e necessaria, che deriva direttamente dall’articolo 54 della nostra Costituzione», secondo cui le funzioni pubbliche devono essere svolte «con disciplina e onore».
«Il comportamento delle persone che occupano cariche pubbliche deve essere ancor più trasparente e virtuoso rispetto a quello dei normali cittadini, perché hanno responsabilità dirette nei confronti della comunità.»
Bisognerebbe semmai «correggere» la disparità di trattamento riservata agli amministratori locali, ma ha comunque ribadito che cancellare l’intera legge Severino «non sarebbe accettabile».

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