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Dal Rì si candida alla segreteria provinciale del PD del Trentino

La strada che porta alle elezioni provinciali di ottobre è lunga e difficile, ma il candidato ha le idee chiare e un solido supporto di giovani sostenitori

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Sei anni fa, il presidente della Provincia Ugo Rossi aveva ritirato le deleghe al suo assessore alla Salute Donata Borgonovo Re (PD), sostituendola con il consigliere dello stesso partito Luca Zeni.
Borgonovo Re aveva preso molto male la pragmatica sanzione di Rossi e così, quando venne il momento per il PD di scegliere se confermare a Rossi la candidatura alla presidenza della Provincia, la consigliera si diede animatamente da fare affinché il PD dicesse NO a Rossi.
Per pochi voti di scarto, il PD scelse di incaricare un proprio candidato, Giorgio Tonini.
Fu un errore fatale perché il PATT non accettò di appoggiare un candidato diverso da Rossi, che si meritava la seconda legislatura.
E così, numeri alla mano, consegnavano la provincia di Trento nelle mani di Fugatti.
 
Oggi il PD cerca di rimettere il dentifricio nel tubetto e affrontare le prossime elezioni provinciali, solo che i tempi non sono favorevoli per il PD nazionale né per quello locale trentino.
Non va soltanto ricostruito il partito, ma anche recuperata la coalizione di centrosinistra. Come si sa, Ugo Rossi e Michele Dallapiccola hanno lasciato il PATT e scenderanno in campo (con partiti diversi) a fianco del PD.
Stessa cosa la fa la nuova formazione messa in piedi da Lorenzo Dellai, che si chiama «Campo base».
Non si sa da che parte starà il PATT, e questa è l’unica incognita in questa partita a carte. Sentiti da noi i vertici del PATT, l’unica cosa certa è che non hanno ancora deciso niente. Di certo stanno trattando con Fugatti.
Il centrodestra rafforzato dal PATT potrebbe farcela nuovamente.
 

 
Abbiamo usato il condizionale perché nella scacchiera del centrodestra si è inserita una variabile impazzita: Francesca Gerosa.
La Gerosa, leader di Fratelli d’Italia, si è galvanizzata dai risultati ottenuti da Giorgia Meloni a livello nazionale e ha deciso che potrebbe farcela anche lei. Non solo a essere eletta in consiglio, ma anche ad assumere la presidenza della Provincia autonoma di Trento.
Pare dunque che l’errore fatto dal centrosinistra quattro anni fa non abbia insegnato nulla e potrebbe ripetersi adesso per il centrodestra.
Una sorta di nemesi storica, un altro esempio di come la storia non insegni nulla a nessuno.
Sarebbe un disastro per il centrodestra perché – come per Rossi la volta scorsa – il presidente uscente ha diritto alla seconda legislatura e Fugatti non accetterebbe deroghe a questa prassi.
 
Da quanto sopra esposto, dunque, le prossime elezioni verranno guidate da due portanti. La prima è quella numerica delle coalizioni, la seconda è quella dei nomi dei candidati.
Qualche nome c’è, ma parlarne sarebbe come bruciarli. Quindi attendiamo il momento opportuno per farli.
Oggi però il PD del Trentino ha tenuto una conferenza stampa per annunciare che Alessandro Dal Rì si candida alla segreteria provinciale del partito.
Dal Rì, consigliere comunale e coordinatore del Partito Democratico di Trento, ha annunciato che si presenterà al congresso provinciale del 26 febbraio sostenuto da una squadra di giovani colleghi.
La sua segreteria, in vista delle provinciali di autunno, si è data degli obiettivi.
«Sono tre i temi portanti, – ha spiegato Dal Rì. – Sono Sanità, Ambiente e Lavoro e welfare.»
Quanto al partito, il candidato alla segreteria ha detto che il PD deve essere «irrobustito» e che la coalizione va «consolidata» per arrivare competitiva alle prossime provinciali «per provare a ridare al Tentino un governo degno della nostra storia».
 
Ovviamente la coalizione di centrosinistra – come abbiamo detto – presenta l’incognita del PATT.
Secondo Dal Rì il PATT è stato un compagno di viaggio importante nella «esperienza di governo». Come supporto dunque e non come espressione di un presidente. I tentativi di raccordo sono in corso, ma non si vede nulla che possa far trapelare scelte di campo da parte del PATT.
Quanto a candidati, anche Dal Rì non ha voluto fare nomi «per non bruciarli».
Anche dopo il congresso del partito e le consultazioni con i componenti della coalizione non uscirà un nome, quanto piuttosto il profilo del presidente da far candidare a Piazza Dante.

G. de Mozzi

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