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Presentato il primo sondaggio in vista delle elezioni provinciali

I risultati sono nati superati dagli eventi, ma consentono comunque di formulare aggiustamenti di tiro ad entrambe gli schieramenti

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Nei giorni scorsi è stato presentato un primo sondaggio pre-elettorale (foto) volto a fare un quadro della situazione a sette mesi dalle elezioni provinciali.
Il sondaggio è stato svolto correttamente, sia in termini di individuazione del campione di estrazione, sia nello svolgimento vero e proprio.
Le domande somministrate dagli intervistatori, tuttavia, sono apparse superate rispetto alla situazione, che proprio nei giorni della rilevazione ha subito dei mutamenti decisamente importanti dal punto di vista politico.
 
Anzitutto il PD ha votato una segretaria che ha radicalizzato il partito. Molto probabilmente otterrà più adesioni – magari facendo rientrare quelle scivolate ai 5 Stelle – allontanandosi però dalla portante della coalizione del centrosinistra. Di quella trentina in particolare.
Inoltre, proprio in quei giorni il PATT si è alleato con Fugatti (non con la lega, ma con Fugatti presidente), spostando anche in questo caso il baricentro del centrodestra.
 
Dal sondaggio emerge che Fratelli d’Italia otterrebbe più consensi della Lega (come accadde per le nazionali), mentre in termini di nomi Fugatti sarebbe il favorito.
Per il centrosinistra è emerso che Francesco Valduga sarebbe il candidato ideale. Abbiamo visto oggi (vedi servizio) che all’assemblea di «Campo Base» lo stesso Valduga ha invitato i sostenitori di partito alla prudenza, dato che il nome va scelto insieme con gli alleati (che non ci sono ancora).
Altro dato rilevato è che il centrodestra, unito a Fratelli d’Italia, avrebbe la maggioranza assoluta.
La Gerosa da sola però non ce la farebbe, così come accadde 5 anni fa quando Ugo Rossi si trovò costretto a candidare da solo.
 
Qui è bene precisare cosa dice la legge elettorale trentina.
Diventa presidente il candidato alla presidenza che prenda anche un solo voto più degli altri. Automaticamente il vincitore prenderebbe il minimo premio di maggioranza con 16 consiglieri, che gli consentirebbero di avere la maggioranza, sia pure risicata, in Consiglio.
Con il 50% più 1, il presidente eletto otterrebbe il sostanziale premio di maggioranza di 21 consiglieri. Tutt’altra musica.
 
Mancano ancora sette mesi alle elezioni provinciali e c’è tutto il tempo di far quadrare le situazioni sia nel centrodestra che nel centrosinistra.
Non sarebbe male fare altri sondaggi non appena la situazione si presentasse placata rispetto adesso.

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