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Credevamo che fosse un’iperbole e invece era un adynaton

Parliamo di politica trentina il cui livello, dopo l'onore alla letteratura, si è elevato alla semantica delle figure retoriche. L'esempio di Lucia Maestri

La semiotica è la disciplina che studia la comunicazione tra esseri umani e non solo nel linguaggio parlato.
È costituita da tre branche, la sintattica, la pragmatica e la semantica.
La sintattica studia i rapporti formali dei segni fra di loro, prescindendo dal loro significato.
La pragmatica si occupa dell'uso contestuale della lingua come azione reale e concreta.
La semantica è la parte che studia il significato delle parole, degli insiemi delle singole lettere e delle frasi e dei testi.
Quindi le figure retoriche fanno parte della Semantica, perché sono tecniche espressive solitamente utilizzate per rendere vivo ed efficace un discorso.
Ovviamente, chi parla o scrive non pensa di utilizzare figure retoriche, però le fa.
 
La più comune è la sineddoche, grazie alla quale si dice il tutto con poco. Esempio: «Dammene un altro», sta a indicare dammi un altro bicchiere dello stesso vino.
La litòte è la figura che si usa quanto si afferma qualcosa negando il contrario. Esempio: «Non sei male» per dire sei bella.
L’ossimoro è l’accostamento di due concetti in antitesi tra loro. Esempio: «Un silenzio assordante».
L’allusione consiste nel dire una cosa per farne intendere un'altra. Esempio: «È una vittoria di Pirro».

Ora l'iperbole. È la figura retorica che consiste nell'esagerare la descrizione della realtà tramite espressioni che l'amplifichino, per eccesso o per difetto. Esempio: «Grande come una casa», per dire solo che è molto grande. Si usa per spiegare comodamente un concetto chiaro.
E arriviamo all’adynaton: esprime un concetto impossibile e si differenzia dall'iperbole perché ha forma di paradosso, quindi non si basa sulla sua credibilità ma fa leva sulla sua assurdità. Si usa per avvalorare l'impossibilità che si realizzi un evento ipotizzando per assurdo o la realizzazione di un altro fatto che non potrà mai verificarsi. Esempio: «Ti dirò di sì quando farà gelo all'inferno», per chiarire che non lo dirò mai.
 
Tutto questo lo abbiamo scritto in premessa a un comunicato che Lucia Maestri, candidata alle provinciali per il PD, ha inviato alle redazioni. Lo vediamo nel riquadro.
Pensavamo che fosse un’iperbole, quando invece era un l’adynaton.

Le elezioni provinciali vanno sospese e revocate subito!

Fermi tutti!
Le elezioni amministrative prossime vanno sospese e revocate. Non servono più. Il Trentino ha infatti già un nuovo Presidente della Provincia: Arno Kompatscher!
Infatti, il Governatore sudtirolese annuncia di essere in dirittura d’arrivo nella trattativa con lo Stato per la creazione di un «Centro per i rimpatri degli stranieri colpiti da provvedimenti di espulsione».
Con evidente senso di responsabilità e competenza, il Presidente Kompatscher spiega la difficoltà dell’Alto Adige/Südtirol e del Trentino nell’accollarsi i nuovi arrivi del flusso migrante da Lampedusa, posto che qui approdano anche le rotte balcaniche e chiede quindi che Roma tenga in considerazione quest’elemento nella redistribuzione delle nuove quote di accoglienza.
 
E mentre Kompatscher fa il Presidente anche del Trentino, Fugatti latita davanti ai problemi veri.
Lo ha sempre fatto e continua a farlo, lasciando proprio a Kompatscher la gestione delicata di alcuni nodi cruciali con Roma: dai grandi carnivori alle questioni del traffico internazionale sul Brennero; dalla gestione dell’A22 al tema dei migranti, alla faccia della difesa dell’autonomia e degli impegni, solo a parole, dell’opportunismo autonomista.
E allora a cosa servono le elezioni provinciali in Trentino? Tanto vale fare un referendum per chiedere l’annessione all’Alto Adige/Südtirol, riconoscendo alla figura del Presidente sudtirolese la vera leadership di questa terra. Scommettiamo che è una partita è già vinta?
 
Cons. Lucia Maestri

GdM

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