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Il pasticcio della Giunta della XVII legislatura provinciale

Il triste gioco delle tre carte: poltrone promesse, date, ritirate, accettate e rinnegate

La questione non è ancora finita. E se si pensa che si tratta della vittoria più importante delle ultime legislature, possiamo proprio dire che a questo mondo saper vincere è più difficile del saper perdere.
Gli accordi prevedevano, in caso di vittoria, di affidare la vice presidenza della Giunta provinciale a Francesca Gerosa, in cambio del suo appoggio alla coalizione di centrodestra.
In secondo piano, a Fratelli d’Italia dovevano essere affidati tanti assessorati quanti la Lega, in proporzione ai risultati ottenuti. E difatti, con cinque seggi a testa, Lega e Fratelli d’Italia si trovavano alla pari.
Ma non poteva essere dimenticata la lista «Noi Trentino per Fugatti» che, con i suoi 4 seggi, il leader Achille Spinelli si è trovato ad avere una forte voce in capitolo.
Sostenendo che Spinelli faceva parte della Lega, Fugatti ha provato a negoziare con Gerosa: niente vice presidenza, solo due assessorati.
Gerosa non ha accettato e Urzì - coordinatore regionale (non trentino) di FdI - ha espressamente preteso il rispetto degli accordi. Secondo lui (lo disse a noi) Spinelli non c’entrava nulla nei conteggi.
 
Poi sono cominciati i colpi di scena. Cia ha accettato l’assessorato ai Trasporti che gli aveva assegnato Fugatti e Urzì lo ha minacciato di espellerlo dal partito.
Cia ha resistito, ma a quel punto ha avuto il sopravvento il buonsenso di Achille Spinelli, che ha deciso di fare un passo indietro, rinunciando alla vice presidenza.
«Faccio un passo indietro – ha detto – purché in questo modo il Trentino faccia tre passi avanti.»
Fugatti ha apprezzato il gesto di Spinelli e ha affidato la vice presidenza alla Gerosa. La quale però non ha smesso di fare i capricci e ha voluto anche un assessorato più «importante» di Istruzione e Cultura.
A noi non pareva proprio che si trattasse di assessorati «minori», dato che la sola Istruzione richiede più di un miliardo e mezzo di Euro. Ma tant’è, si tratta di valutazione di potere e non di gestione.
Tutto a posto? Ma neanche per idea: l’assessorato di Cia faceva gola a qualcun altro. A chi? A Giulia Zanotelli.
E così, per Cia si tratterebbe dell’assessorato più breve della storia della Provincia autonoma di Trento.
 
Ma sarebbe anche rappresentativo di un periodo che non è certamente stato esaltante per la nostra autonomia, dove abbiamo visto di tutto per la spartizione dei poteri.
Cia non pensa di abbandonare il partito FdL, nonostante la delusione: una brava persona.
Ma non è finita neanche così. Si parla del ripescaggio di Simone Marchiori, segretario del PATT, ma terzo dei non eletti del suo partito. Un’altra persona per bene, sia ben chiaro, ma che non pare in possesso dei titoli tecnici previsti dalla legge nel conferimento di un assessorato esterno.
Rimane poi il nodo della presidenza del Consiglio provinciale. Per quanto si tratti di una carica istituzionale molto importante (rappresenta il popolo trentino), è considerata dai politici di livello inferiore a quelli dell’Esecutivo perché non... ha poteri.
La persona giusta a ricoprire quella carica sarebbe - ma è una nostra valutazione - Claudio Soini. Soini è il secondo degli eletti di quell’indiscutibile successo registrato da Spinelli.
Ma c’è sempre Cia che, tradito dalla Giunta che tanto amava, potrebbe chiedere un lauto compenso.
Staremo a vedere: prima o poi il sipario scenderà.

G. de Mozzi



Il triste spettacolo delle poltrone promesse, date, ritirate, sconfessate e rinnegate


La questione non è ancora finita. E se si pensa che si tratta della vittoria più importante delle ultime legislature, possiamo proprio dire che a questo mondo saper vincere è importante come il saper perdere.
Gli accordi prevedevano, in caso di vittoria, di affidare la vice presidenza della Giunta provinciale a Francesca Gerosa, in cambio del suo appoggio alla coalizione di centro destra.
In secondo piano, a Fratelli d’Italia dovevano essere affidati tanti assessorati quanti la Lega, in proporzione ai risultati ottenuti. E difatti, con cinque seggi a testa, Lega e Fratelli d’Italia si trovavano alla pari.
Ma non poteva essere dimenticata la lista «Noi Trentino per Fugatti» che, con i suoi 4 seggi, il leader Achille Spinelli si è trovato ad avere una forte voce in capitolo.
Sostenendo che Spinelli faceva parte della Lega, Fugatti ha provato a negoziare con Gerosa: niente vice presidenza, solo due assessorati.
Gerosa non ha accettato e Urzì - coordinatore regionale (non trentino) di FdI - ha espressamente preteso il rispetto degli accordi. Secondo lui (lo disse a noi) Spinelli non c’entrava nulla nei conteggi.
 
Poi sono cominciati i colpi di scena. Cia ha accettato l’assessorato ai Trasporti che gli aveva assegnato Fugatti e Urzì lo ha minacciato di espellerlo dal partito.
Cia ha resistito, ma a quel punto ha avuto il sopravvento il buonsenso di Achille Spinelli, che ha deciso di fare un passo indietro, rinunciando alla vice presidenza.
«Faccio un passo indietro – ha detto – purché in questo modo il Trentino faccia tre passi avanti.»
Fugatti ha apprezzato il gesto di Spinelli e ha affidato la vice presidenza alla Gerosa. La quale però non ha smesso di fare i capricci e ha voluto anche un assessorato più «importante» di Istruzione e Cultura.
A noi non pareva proprio che si trattasse di assessorati «minori». Dato che la sola Istruzione consuma più di un miliardo e mezzo di Euro. Ma tant’è, si tratta di valutazione di potere e non di gestione.
Tutto a posto? Ma neanche per sogno: l’assessorato di Cia fa gola a qualcun altro. A chi? A Giulia Zanotelli.
E così, per Cia si tratterebbe dell’assessorato più breve della storia della Provincia autonoma di Trento.
 
Ma sarebbe anche rappresentativo di un periodo che non è certamente stato esaltante per la nostra autonomia, dove abbiamo visto di tutto per la spartizione dei poteri.
Cia non pensa di abbandonare il partito FdL, nonostante la delusione. Una brava persona.
Ma non è finita neanche così. Si parla del ripescaggio di Simone Marchiori, segretario del PATT, terzo dei non eletti. Un’altra persona per bene, sia ben chiaro, ma che non pare in possesso di titoli tecnici previsti dalla legge nel conferimento di un assessorato esterno.
Rimane il nodo della presidenza del Consiglio provinciale. Per quanto si tratti di una carica istituzionale molto importante, è considerata dai politici di livello inferiore a quelli dell’Esecutivo.
La persona giusta a ricoprire quella carica sarebbe - ma è una nostra valutazione stile «Cencelli» - Claudio Soini. Soini è il secondo degli eletti di quell’indiscutibile successo registrato da Spinelli.
Ma c’è sempre Cia che, tradito dalla Giunta che tanto amava, potrebbe chiedere un lauto compenso.
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