«Il saluto fascista non è necessariamente un reato»
Lo ha sentenziato la Corte di Cassazione, precisando che ci vuole anche la volontà di fare apologia al fascismo
La Corte di Cassazione ha deliberato che il saluto fascista non è di per sé una forma di apologia al fascismo. È necessario che ci sia anche la volontà di ricostituire il fascismo.
Molto probabilmente gli antifascisti criticheranno la sentenza, mentre i sostenitori potrebbero montarsi la testa. Ma in realtà è un passo avanti verso la maturità del nostro Paese. La democrazia in Italia è solida, è nel DNA degli Italiani.
Il fascismo è morto con Mussolini, perché non ha lasciato eredi. Lui era lui, gli altri non sono niente.
Certamente ci saranno sempre nostalgici che diranno «Quando c’era lui, caro lei», il quale appunto non c’è più.
La storia ha condannato il fascismo e tutti i successi ottenuti da Mussolini sono stati ampiamente cancellati dalle leggi razziali prima e dall’entrata in guerra poi. La guerra civile che ne è seguita dovrebbe bastare per dimenticare il ventennio.
Tuttavia, di fronte alla morte di persone uccise semplicemente perché la pensavano da fascisti, condividiamo la decisione della Cassazione.
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