«Signor presidente, qual è il suo pensiero sulla manovra del governo?»

«Che non è una manovra strutturale. Che non favorisce lo sviluppo. Che c'è ancora molto da fare. Ma con Monti si può dialogare, sono fiducioso»

«Signor presidente, posso chiederle qual è il suo parere, da uomo di stato qual è, sulla manovra finanziaria varata dal presidente Monti?»
La domanda non era né peregrina, né innocente.
 
Il presidente aveva appena spiegato ai giornalisti di essere fiducioso, che con Monti sarebbe stato possibile dialogare.
«Il Trentino – aveva ricordato Dellai – è sempre riuscito a uscire bene dalle situazioni di difficoltà adottando un profilo semplice. Accomodante, determinato forse, ma mai arrogante.»
 
«È così che ad esempio siamo riusciti a concludere l’Accordo di Milano. – Ha proseguito. – Allora tutti ci hanno criticato per aver ceduto alle pressioni del Governo. Eppure c’era lo spettro del Federalismo fiscale che avrebbe potuto scardinare alla fonte la nostra Autonomia.
«Lo Statuto è protetto dalla Costituzione – ha ricordato, – ma la restituzione dei Nove decimi è frutto di una legge ordinaria. Quella volta a Milano siamo riusciti a mantenere le nostre prerogative, rinunciando a parte delle entrate.
«Ebbene, oggi sarebbe impossibile parlare di Nove decimi, di fronte a una crisi così pesante per l'intero Paese.»
 
«È così che intendiamo procedere anche in questa occasione. – Ha concluso Dellai. – Nell’incontro che avremo con il Presidente Monti saremo pronti a rinunciare anche a molto, fuorché nelle prerogative acquisite.
«La Riserva per l’Erario secondo noi è plausibile per alcuni versi, inaccettabile per altri. Ma siamo sicuri che con Monti sarà possibile trovare una soluzione onorevole e vantaggiosa.»
Ed è qui che ci siamo inseriti noi.
 
«Signor presidente, posso chiederle qual è il suo parere, da uomo di stato qual è, sulla manovra finanziaria varata dal presidente Monti?»
La domanda non era né peregrina, né innocente.
Dellai ci guarda. Poi si rivolge al capufficio stampa, Gianpaolo Pedrotti.
«È possibile allontanare questo signore dalla sala stampa?»
 
Il presidente Dellai non ha un senso dell’umorismo, diciamo, pronunciato, per cui con ogni probabilità il dott. Pedrotti si deve essere domandato lì per lì come procedere.
La domanda era tendenziosa perché Dellai aveva appena decantato alcune doti del presidente Monti, mentre la domanda era fatta in modo da rovesciare il giudizio. Insomma, lo avevamo messo in imbarazzo.
Non abbiamo mai celato le nostre critiche sulla manovra finanziaria, ma eravamo certi che anche il presidente Dellai, da uomo di stato quale è, fosse giunto alle nostre stesse conclusioni.
Quindi adesso avrebbe dovuto scegliere se mantenere il profilo accomodante nei confronti di Monti, oppure esprimere la sua posizione di Statista.
 
Ma noi non avevamo dubbi né sul senso dell’umorismo del nostro Presidente, né sul suo senso dello Stato. Il politico guarda all’elettorato – ricorda spesso Dellai, citando Degasperi. – Lo statista guarda alle generazioni future.
«Questa manovra finanziaria non è un’operazione strutturale. – Ha commentato Lorenzo Dellai. – Non intacca il debito pubblico e non favorisce lo sviluppo. C’è ancora molto da fare. Invito comunque a valutare l'azione di governo a fine 2012.»
 
«In un frangente come questo – ha continuato, sapendo di parlare a Monti, – c’è solo una cosa da fare, l'imposta Patrimoniale. In parte gli introiti andrebbero utilizzati per abbattere il debito pubblico, in parte per rilanciare l’economia.»
 
«D’altronde, se PD, PDL e Terzo Polo l’hanno condivisa, – ha concluso Dellai – si tratta di una manovra rappresentativa del Parlamento che l’ha approvata.»
Insomma, Monti è l’espressione del Parlamento, che è lo stesso che c’era prima di lui.
 
Guido de Mozzi
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