Congresso regionale UDC/ 1 – Eletto segretario Andrea Zambelli

L’assessore comunale di Rovereto era appoggiato dal Commissario Ivo Tarolli

Due liste si sono fronteggiate, oggi pomeriggio, al Congresso regionale dell’UDC presso il Museo Caproni di Trento.
Una – vincente – (Udc per la Regione Trentino-Alto Adige) proponeva come segretario l’assessore comunale di Rovereto Andrea Zambelli, appoggiato dal Commissario Ivo Tarolli.
L’altra (Liberi e forti: La Stella, verso una comunità solidale), uscita a sorpresa in mattinata, e appoggiata dall’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, ha proposto una lista guidata (come segretario) dall’avvocato Juri Andriollo (vicepresidente della Confcooperative di Bolzano).
 
Due candidati giovani, allineati nelle loro relazioni in alcuni nodi fermi: ridare dignità e peso politico alla Regione, dare all’Udc una dimensione unitaria e coesa che sani una certa frattura venutasi a creare negli ultimi anni, la convinzione che il partito moderato possa bussare alla porta di migliaia di trentini e altoatesini come reale alternativa alle sinistre, alle destre e ai partiti etnici.
 
La lista di Andriollo era supportata – ovviamente – dal giovane segretario dell’Udc della provincia di Bolzano Angelo Gennaccaro (che guida un direttivo di under 30), che nella sua relazione appassionata ha stilettato «quei partiti che recentemente hanno manifestato in piazza Battisti a Trento a favore dell’Autonomia in pericolo» ricordando le loro stesse responsabilità per smantellare l’autonomia regionale, allorquando nel 2001 appoggiarono («per motivi elettorali») la riforma costituzionale che di fatto «svuotava la Regione delle sue competenze politiche facendola diventare, come la gente sa, un semplice bancomat cui attingere per bisogni particolari e di lobby».
«Bisogna abbattere il vetro invisibile che separa le due Province – ha concluso – dato che non siamo riusciti a mettere in rete nemmeno psicologicamente i nostri territori confinanti».
 
L’assessore provinciale alla cooperazione internazione Lia Giovanazzi Beltrami, che ha definito la presenza di due liste «la dimostrazione di una dialettica democratica all’interno del partito», ritiene che il periodo di recessione che stiamo vivendo «sia un’occasione di crescita e di reale cambiamento».
Oggi la sfida risiede, anche per Lia Beltrami, nella possibilità di realizzare un nuovo organismo regionale.
«Riteniamo fondamentale che la politica del territorio sia regionale e sappia salvaguardare lo spirito di solidarietà e di giustizia sociale».
 
Ad aprire i lavori una relazione appassionata, a braccio, del Commissario regionale uscente del partito, Ivo Tarolli. Il senatore ha ricordato che il Congresso pone fine al Commissariamento.
«Con un pizzico di orgoglio – ha affermato – in questo periodo in cui ho transitato il partito si è formata una giovane classe dirigente, fatta di persone capaci nei vari ambiti della società.»
«Siamo in una fase straordinaria – ha proseguito – sia sul piano politico (disorientamento, perdita valoriale) sia sul piano economico. Quarant’anni fa il BRIC (Brasile-Russia-India-Cina) contava 300 milioni di abitanti, oggi oltre 2 miliardi e si siede al tavolo per spartirsi, con Europa e Usa, le materie prime mondiali, con un aumento della domanda di risorse che impone a noi Occidentali di rivedere il nostro modello culturale ed economico.»
 
Questo mutamento impone dunque per Tarolli una «rivoluzione culturale copernicana, soprattutto nel modello del Welfare e delle riforme».
Citando papa Benedetto XVI, Tarolli afferma che «Il Bene viene prima dei beni». E il Bene dev’essere quello comune, non il particolare delle lobby.
 
La seconda emergenza – zoomando dal campo lungo a quello medio – è l’emergenza Italia (debito, problemi di crescita economica, disoccupazione).
La politica, per Tarolli, ha il compito di indicare la strada per uscire dalla crisi, dal blocco, «superando dogmatismi, ideologismi, radicalismi».
 
Alle contrapposizioni va sostituito un clima di cooperazione collaborativa.
E a questo punto l’affondo del senatore è rivolto ai sindacati, che hanno avuto un ruolo importante nella difesa dei lavoratori, ma oggi «devono sintonizzarsi nella lunghezza d’onda delle riforme necessarie».
Il Bene qui diventa il Lavoro. «Se non lo creiamo, diventa difficile limitarsi a difendere quello esistente.»
 
Il capo del Governo Monti ha preso un’Italia sull’orlo del baratro, aggiunge Tarolli, e ha evitato «che ci cadesse dentro».
Ora bisogna ricostruire l’economia e la politica. «La crisi è anche frutto della nostra classe politica impreparata a dare serie risposte.»
C’è dunque bisogno di «un’area riformista dove si ricompatti la diaspora dei cattolici».
 
La terza emergenza – zoomando al campo corto – è quella regionale.
«Bisogna ricreare un’autentica comunità regionale. La Svp è chiamata all’autocritica perché ha puntato alla difesa del proprio gruppo linguistico anziché al bene della propria comunità. La Regione è d’aiuto, non d’impedimento.»
 
Massimo Parolini
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