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Porfido: come uscire dalla crisi e ridare fiato al settore

Il Distretto del porfido al centro dell’incontro della Giunta a Cembra, per salvare un centinaio di aziende e un migliaio di posti di lavoro

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Il futuro del Distretto del porfido e delle pietre trentine, fra criticità e prospettive di rilancio, è stato oggi al centro dell'incontro settimanale della Giunta provinciale, tenutosi fuori porta, a Cembra.
Un nuovo momento di confronto con una realtà territoriale specifica, quello di oggi, dopo i precedenti tenutisi rispettivamente a Mezzocorona e Borgo Valsugana, per mettere a fuoco le principali problematiche a livello locale e impostare le linee di azione future.
 
Il porfido è naturalmente uno dei settori più importanti dell'economia della valle. Gli strumenti che la Provincia autonoma intende mettere in campo per sostenerlo e riqualificarlo adeguatamente  si muovono lungo tre direttrici: il sostegno dell’accesso al credito; il sostegno degli investimenti; il rafforzamento della rete distrettuale.
Il tutto con la regia Distretto del porfido e delle pietre trentine, il cui ruolo sarà ulteriormente potenziato.
 
«Positivo il decollo della filiera del porfido di qualità, che vede oggi coinvolte una settantina di imprese - commenta l'assessore all'industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi. - Prioritario è poi lavorare per l'aggregazione delle funzioni aziendali, in particolare sul fronte del marketing e della commercializzazione, dove il modello da prendere a riferimento potrebbe essere quello di Melinda, prevedendo il conferimento del prodotto lavorato ad una struttura centralizzata altamente professionale che si occupi della creazione e della valorizzazione di un vero e proprio brand.»
 
Riflettori accesi oggi a Cembra sul settore del porfido, dunque, nel corso dell'incontro della Giunta provinciale, guidata dal presidente Lorenzo Dellai, con gli amministratori locali.
Un settore, questo, trainante per lo sviluppo della comunità cembrana ma anche di tutto il Trentino, che sta attraversando una fase critica, legata all’andamento sfavorevole dell’edilizia, al calo della domanda, alla debolezza del dollaro e alla concorrenza di prodotti del Terzo mondo, ma non solo. 
 
Esistono infatti anche problematiche di carattere più «strutturale», quali la polverizzazione delle imprese (con un numero medio di addetti di poco superiore alle 10 unità per le imprese con cava e pari a 6 unità per l’insieme del settore), una bassa caratterizzazione del prodotto, una produzione troppo orientata ai settori tradizionali, ed ancora, i ridotti livelli di investimento in tecnologie e ricerca e le difficoltà riscontrate nel «fare rete».
 
Nel quadro congiunturale, l’andamento negativo del comparto si sta caratterizzando per la sua durata e intensità.
Negli ultimi cinque anni la produzione è diminuita del 38% in termini fisici e del 21% in termini di fatturato, mentre la quantità scavata è diminuita del 30%.
 
Il mondo del porfido non mostra però soltanto debolezze ma anche grandi opportunità di sviluppo, facenti perno sul Distretto del porfido e delle pietre trentine, che va adeguatamente riorganizzato e potenziato.
Le strategie da perseguire saranno organicamente definite appunto nel Programma di sviluppo del Distretto, la cui stesura è affidata dalla legge provinciale 7 del 2006 al Coordinamento del Distretto, sulla base delle linee guida contenute nell’Atto di indirizzo approvato dalla Giunta provinciale nell'agosto 2011.
 
 Quattro gli obiettivi fondamentali:  
- accrescere il valore a valle dei processi produttivi attraverso opportune strategie di marketing;
- migliorare l’efficienza produttiva mediante l’innovazione delle tecnologie produttive; 
- promuovere l’integrazione tra le imprese per superare i limiti delle ridotte dimensioni; 
- favorire l’apertura del mercato.
 
Un’ulteriore importante tappa è stata l’adozione del Regolamento per la «Filiera del Porfido di Qualità», al termine di un percorso partecipato che ha visto coinvolti i diversi attori del sistema e a cui hanno aderito già 72 imprese.
Il Regolamento, a base volontaria, è il passaggio concreto verso una vera e propria rete di Distretto, cioè un sistema che si dà regole comuni e obiettivi condivisi per affrontare la crisi strutturale e di mercato. 
 
 Diversi gli obiettivi della filiera:
- qualità di prodotto, aziendale e di processo, con la previsione della certificazione del porfido dall'estrazione fino alla posa in opera e la creazione di un marchio specifico di riconoscimento;
- rispetto delle norme e dei regolamenti in essere, compresi i disciplinari di cava e gli accordi con le parti sociali, per creare un sistema avanzato dal punto di vista etico e sociale.
- favorire gli scambi di materiale fra tutti i soggetti della filiera, senza prevaricazioni;
- lavorazione del materiale con maestranze proprie o, in alternativa, da parte dei soggetti della Filiera; 
questo per creare valore aggiunto a tutto il sistema, rispettando i prezzi minimi di vendita e di interscambio fra gli adernti.
 
L'obiettivo ultimo a cui deve puntare il Distretto, dunque, è quello di una maggiore qualità.

 Il quale passa attraverso due sfide cruciali:

- aggregazione tra imprese, in modo da ottenere maggiori economie di scala e un rapporto più equilibrato tra costi fissi e volumi di attività;
- aggregazione di funzioni aziendali: soltanto la condivisione di funzioni è in grado oggi di ottimizzare i costi e contribuire alla valorizzazione commerciale del prodotto. 
Questa criticità deve riguardare l'intera catena del valore: estrazione, lavorazione e commercializzazione.
 
 Le condivisioni riguardano ognuna delle tre fasi:
- Estrazione: si tratta di ridurre lo scarto tra quantità estratta ed immessa sul mercato, ancora molto elevato.
Le tecniche estrattive, infatti, sono rimaste immutate negli anni, mentre una gestione a livello centralizzato potrebbe aprirsi a nuove tecnologie.
La Provincia autonoma di Trento è pronta a sostenere le spese di ricerca per ottimizzare gli scarti, rendendo pubbliche queste innovazioni di processo, affiancate dall'adozione di un codice ambientale, anche mediante una certificazione ad hoc.
- Lavorazione: potrebbe essere concentrata presso il concessionario, supportato da servizi di consulenza e rigorosi protocolli, oppure presso centri di lavorazione comuni.
- Commercializzazione: dovrà essere gestita a livello centralizzato, attraverso il Distretto o società consortili ad hoc.
Ad esempio il modello da adottare potrebbe essere quello di Melinda: conferimento del prodotto ad una struttura centralizzata altamente professionale, basata sulla creazione e valorizzazione di un brand.
Rispetto a questo quadro generale, l'incontro di oggi ha messo a fuoco in particolare tre assi di intervento della Provincia autonoma di Trento per sostenere il rilancio del settore.
Vediamoli in sintesi.
 
 Il sostegno dell’accesso al credito
L’attuale emergenza finanziaria del comparto, oltre a dipendere dalla stasi di mercato, è fortemente connessa alla difficoltà di riscossione dei crediti commerciali.
E' stato perciò avviato dalla Provincia un confronto con i Confidi per istituire una linea straordinaria di interventi destinati allo smobilizzo dei crediti, azione le cui modalità ed efficacia sono già state sperimentate per altri comparti.
L'intervento, attualmente allo studio, prevede l'apertura di linee di credito strutturate finalizzate all’ingresso in nuovi mercati ed al conseguimento di una massa critica adeguata.
 
In quest’ambito si prevede di seguire le aziende dal contratto all'incasso, con un’azione di affiancamento.
Verranno favoriti anche provvedimenti di carattere generale, come la moratoria, sempre nell’ottica di accrescere la liquidità, per dare nuovo slancio al settore.
Si sta infine verificando la possibilità di agire sul versante delle cauzioni da prestare ai Comuni, con accorgimenti che riducano al minimo gli immobilizzi a servizio delle garanzie fidejussorie.
 
 Gli incentivi per gli investimenti
I previsti interventi sul versante del credito partono dal presupposto di agevolare gli investimenti delle imprese che intendono fare rete.
Con la disciplina attuativa della legge provinciale sugli incentivi alle imprese, che sarà predisposta entro il mese e sulla quale verrà aperto il confronto con le parti sociali, sarà previsto il sostegno della filiera del porfido attraverso uno specifico ordine di priorità.
 
La Giunta ha inoltre già predisposto il testo di alcune modifiche puntuali alla legge provinciale in materia di cave, per semplificare le procedure e facilitare il rilancio del settore.
Come richiesto anche dalle categorie, in questo schema di disegno di legge sarà inserita una disposizione che consente l’unificazione dei lotti di estrazione.

 Questa importante modifica contribuirà a generare importanti benefici in termini di economie di scala e di ottimizzazione dell’utilizzo di macchinari e strutture, promuovendo una più razionale e sicura coltivazione dei giacimenti.
 
 Il rafforzamento della rete distrettuale
Data la sostanziale convergenza di tutte le analisi nell’identificare nella fase della promozione/commercializzazione il principale «anello debole» della filiera estrattiva, la risposta più efficace che la politica economica provinciale può  esprimere oggi nei confronti del comparto riguarda il potenziamento del Distretto del porfido e delle pietre trentine.
 
La Provincia intende supportare una riorganizzazione del Distretto, che premi gli sforzi compiuti nella fase d’avvio, per proiettarlo verso una funzione più stabile ed incisiva, anche attraverso il rafforzamento del relativo Fondo.
Sarà valorizzato più pienamente il quadrilatero del rapporto promozionale tra il Coordinamento, per l’ispirazione delle strategie, la Srl del Gruppo Trentino Sviluppo come braccio operativo, i Consorzi di sistema per i singoli progetti, e la Giunta provinciale, unitamente alle altre istituzioni dell’Autonomia.
 
Gli organi del Distretto sono dunque la cornice di questo disegno, che i consorzi e le imprese del settore dovranno dipingere con la loro passione e la loro creatività.
Questo disegno infine dovrà vedere il forte coinvolgimento delle Comunità di Valle, in quanto strumenti organizzativi innovativi che possono assicurare quella qualità dei servizi che le imprese e i cittadini si attendono e che, al pari del Distretto, garantiscono il radicamento al territorio e il valore delle identità locali.

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