Il Consiglio Provinciale dice SÌ alle aree per addestramento cani da caccia
I cacciatori potranno addestrare i propri cani con l’aiuto di esperti istruttori in talune aree particolari
Il Consiglio provinciale ha approvato il disegno di legge 250 proposto dal consigliere Claudio Eccher della Civica (assieme ai colleghi Giovanazzi di AT e Sembenotti), che prevede da un lato l’individuazione anche in Trentino di aree idonee dove addestrare e allenare cani da caccia (con sparo), dall’altro la possibilità per i cacciatori affiancati da esperti accompagnatori provenienti dall’Alto Adige di transitare, in deroga alla normativa vigente, sulle strade forestali.
Possibilità di cui godranno anche gli esperti accompagnatori trentini in provincia di Bolzano.
I voti a favore sono stati 23, 4 i contrari (Bombarda dei Verdi insieme a Civico, Ferrari e Nardelli del Pd) e 3 gli astenuti (Cogo e Dorigatti del Pd oltre a Firmani dell’Idv).
Ecco come è andata la discussione
L’approvazione del disegno di legge proposto da Claudio Eccher per modificare la normativa provinciale sulla caccia è stata preceduta da un dibattito più partecipato e complesso, anche perché vi sono stati sia ordini del giorno che numerosi emendamenti dai quali il testo è stato largamente ritoccato.
Merita sapere come la pensano i vari relatori del Consiglio.
Eccher: arricchimento reciproco con Bolzano grazie agli esperti
In apertura Eccher ha messo l’accento sul fatto che il provvedimento non ripropone la querelle «caccia sì - caccia no», ma si limita a perseguire due obiettivi di qualità.
Primo: riservare all’addestramento e allenamento dei cani con sparo alcune zone del nostro territorio, non pregiate dal punto di vista faunistico, dove l’attività venatoria interesserebbe solo animali da allevamento e non selvatici; si eviterà così ai cacciatori di andare ad addestrare i cani fuori provincia.
Secondo obiettivo: arricchire l’esperienza dei cacciatori trentini permettendo che siano affiancati da esperti accompagnatori altoatesini e possano con questi transitare, in deroga alla normativa vigente, lungo le strade forestali.
Possibilità di cui potranno beneficiare anche gli esperti accompagnatori trentini in provincia di Bolzano.
«Si realizzerà in tal modo – ha concluso Eccher – un arricchimento reciproco utile a migliorare l’attività venatoria nelle due province e alla caccia di selezione favorita dagli esperti accompagnatori che aiuteranno ad individuare i capi da abbattere.»
Giovanazzi: meno cacciatori nelle zone con fauna stanziale
Per Nerio Giovanazzi, secondo firmatario del testo, la normativa non solo non rafforza la caccia, ma potrebbe anzi diminuire la pressione venatoria nelle zone in cui c’è fauna stanziale.
I cacciatori frequenterebbero infatti queste nuove aree popolate da animali da allevamento.
Inoltre a servizio di questi spazi potrebbero nascere alcune attività economiche, tipo agritur.
Da non sottovalutare, infine, i benefici per l’economia trentina derivati dal fatto che cacciatori spenderebbero nel nostro territorio e non sarebbero più costretti a recarsi in altre regioni per addestrare i cani.
Bombarda: deroghe sbagliate: no alla caccia per tutto l’anno
Tre i motivi della contrarietà al disegno di legge chiariti da Roberto Bombarda (Verdi).
Innanzitutto il fatto che con questa modifica sulla caccia si potrà sparare tutto l’anno e non più solo per alcuni mesi e giorni della settimana.
E ciò in deroga ai principi della legge sulla caccia.
Secondo, la localizzazione delle aree per l’addestramento dei cani con sparo: Bombarda ha chiesto alla Giunta di garantire con il regolamento che siano lontane da paesi, zone naturali protette e da corsi d’acqua.
Terzo, il fatto che i cacciatori potranno transitare con gli esperti accompagnatori altoatesini sulle strade forestali trentine in deroga alla normativa vigente.
Ma – ha obiettato l’esponente dei Verdi – l’esperto proveniente dalla provincia di Bolzano sarà tale per quanto riguarda la fauna e non in merito alla conoscenza del nostro territorio.
Nardelli: concezione antropocentrica che non condivido
Il capogruppo del Pdl Giorgio Leonardi ha salutato con particolare favore la nuova legge laddove prevede la realizzazione di campi di addestramento e allenamento per cani da sparo.
Inoltre l’accompagnamento di esperti permetterà di selezionare e qualificare il prelievo venatorio.
Contrario, invece, Michele Nardelli del Pd, che ha precisato di non avere la stessa posizione di altri colleghi del gruppo, in cui vi è diversità di vedute.
«La mia è negativa perché l’addestramento dei cani implica il sacrificio di animali, in omaggio a una concezione antropocentrica che non condivido.»
L’assessore Gilmozzi: garanzie con gli emendamenti della Giunta
L’assessore Mauro Gilmozzi ha confermato il parere favorevole della Giunta al disegno di legge, spiegando i due emendamenti sostitutivi di articoli del testo proposti dal presidente Dellai.
Con il secondo emendamento la Giunta subordina l’individuazione delle zone per le attività cinofile al consenso dei proprietari e conduttori dei fondi nonché alla salvaguardia delle colture agricole, dell’ambiente e della fauna.
La Giunta si riserva inoltre di stabilire con propria delibera i criteri, i limiti e le modalità per l’istituzione e la gestione delle zone per le attività cinofile, «fermo restando che esse non possono insistere su aree pregiate dal punto di vista faunistico».
Pur manifestando contrarietà agli emendamenti proposti invece da Bombarda, Gilmozzi ha garantito che la delibera attuativa terrà conto delle diverse sensibilità emerse in aula.
La replica
Nella replica Eccher ha apprezzato che la maggioranza abbia compreso lo spirito di questa nuova legge e ha evidenziato che le zone di addestramento dei cani non recheranno disturbo alla selvaggina.
Sì ai due ordini del giorno di Depaoli e Bombarda
Due gli ordini del giorno approvati all’unanimità: il primo di Marco Depaoli (Upt) impegna la Giunta a valutare la possibilità «di riarticolare le prove d’esame per coloro che hanno un’età superiore ai 60 anni ma hanno grande esperienza e i requisiti previsti dalla legge», rendendo così più facile diventare esperto accompagnatore a chi in Trentino ha l’esperienza e le capacità per esserlo.
Di Bombarda il secondo ordine del giorno approvato a pieni voti perché la Giunta definisca i criteri per l’istituzione delle aree in cui svolgere attività cinofile entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, sentita la competente commissione legislativa.
Dichiarazioni di voto
A favore del disegno di legge si è espresso il Patt con Caterina Dominici e l’Upt con Gianfranco Zanon «perché l’esperto assicura un prelievo venatorio più corretto. Positiva anche l’individuazione in Trentino di luoghi adatti dal punto ambientale faunistico e salvaguardando le aree agricole, in cui addestrare i cani per trattenere i cacciatori nel nostro territorio».
Giovanazzi ha ricordato di aver rinunciato ad un proprio disegno di legge, l’87 del gennaio 2010, che già allora prevedeva campi di addestramento per cani.
E ha aggiunto: «non si possono poi fare differenze tra gli esperti accompagnatori delle due provincie se lo scopo di entrambi è abbattere un capo».
Luca Zeni del Pd ha ribadito la libertà di voto del proprio gruppo considerate le differenti sensibilità (lui ha poi votato a favore). Il punto nodale per Zeni sta nell’individuazione delle aree, che devono essere delimitate e individuate con criteri molto attenti.
Bombarda ha ribadito che il proprio no al disegno di legge è dovuto all’apertura della caccia, di fatto, per tutto l’anno.
Quanto alla fauna non selvatica alla quale si potrà sparare nelle aree dedicate all’addestramento dei cani, ha detto: «sfido i colleghi cacciatori a distinguere una quaglia di allevamento da una quaglia selvatica entrata in quelle zone».
E si è appellato alla Giunta perché nei criteri eviti di collocare le aree vicino ai paesi.
«Il rischio – ha concluso – è che da Bolzano gli esperti accompagnatori arrivino in Trentino per la deroga alla legge sulle strade forestali e non alla legge sulla caccia.»
Da ultimo Leonardi ha confermato il voto positivo del Pdl «perché il disegno di legge uniforma la normativa provinciale a quella nazionale con ricadute positive da tutti i punti di vista.»