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Il Consiglio Provinciale dice NO al taglio di indennità a membri della Giunta

La logica che non è passata era quella di tagliare le indennità degli altri e non le proprie

La proposta di legge era presentata dalle minoranze e prevedeva riduzioni ai membri della Giunta e dei Consigli di Amministrazione delle società partecipate dalla Provincia. In pratica non toccava nessuno dei proponenti.
Come abbiamo detto nel titolo, la nostra opinione è che la logica sia quella di ridurre le prebende degli altri e non le proprie. 
Mai che un giorno si mettano a discutere sulle tasche di tutti, perché in quel momento si vedrebbe di che pasta sono fatti.
 
Aprendo il dibattito, Filippin ha sottolineato che il proprio disegno di legge vuole dare un segnale della volontà di ridurre i costi della politica.
«Di questo passo infatti il divario tra politica e cittadini diventerà sempre più profondo.»
Certo, Filippin ha riconosciuto che accogliendo le modifiche proposte, la Provincia risparmierebbe l’indennità aggiuntiva assegnata al presidente e agli assessori, vale a dire qualche centinaio di migliaia di euro, mentre con la cancellazione della porta girevole la spesa si ridurrebbe di circa 5 milioni. Taglio simbolico, quindi, ma concreto.
 
Il disegno di legge prevedeva che al presidente dell’esecutivo fosse riconosciuta un'indennità di carica mensile pari al 25 percento dell'ammontare mensile degli emolumenti fissi spettanti ai consiglieri provinciali.
Agli assessori andrebbe invece un'indennità di carica pari al 15 percento dell'ammontare mensile degli emolumenti fissi spettanti sempre ai consiglieri.
Il provvedimento avrebbe ridotto inoltre del 10 per cento le indennità a tutti i componenti di CdA e organi collegiali delle società collegate alla Provincia, rispetto a quelle stabilite prima del 4 gennaio 2006.
 
Infine, le spese di rappresentanza, da definire con delibera soggetta al parere vincolante della commissione consiliare competente, devono essere «trasparenti, indicate e rendicontate».
 
 Franca Penasa: i cittadini vogliono che la politica tiri la cinghia 
Penasa 
(Lega) notando lo scarso interesse per questo tema, ha ammonito: «non ci si rende conto di quanto la questione dei costi della politica sia sentita dai cittadini.»
Non si può a suo avviso limitarsi a giudicare questa proposta parziale per giustificarne la bocciatura.
I cittadini vogliono che la politica tiri la cinghia.
Penasa ha poi criticato in particolare i compensi elargiti agli amministratori delle società collegate alla Provincia e che andrebbero ridotti.
 
 Anderle: meglio aspettare una legge organica
Secondo Renzo Anderle (Upt) il disegno di legge incide troppo poco sui costi della politica, che andrebbero invece ridotti con un provvedimento organico atteso a livello regionale.
Tagliare le indennità alla Giunta è inoltre ingiusto per due motivi: il grande il divario che ne deriverebbe rispetto i compensi previsti per l’esecutivo della Provincia di Bolzano; presidente e assessori verrebbero doppiamente penalizzati dalla prossima e auspicabile legge che taglierà le indennità ai consiglieri.
Corretto invece, per Anderle, rivedere le indennità riconosciute agli amministratori e ai membri degli organi collegiali delle società controllate.
Spese di rappresentanza: per l’esponente dell’Upt sono già note e hanno subito una progressiva riduzione.
 
Per Claudio Civettini il fatto grave è il «no all’abolizione della porta girevole. Poi non si capisce quali compiti più gravosi avrebbero gli assessori rispetto ai consiglieri provinciali. Il disegno di legge taglia alcune pagliuzze ed è sicuramente poco, ma almeno è un inizio. Aspettare invece una legge organica significa insabbiare il problema.»
 
 Firmani: una scadenza per ridurre tutti i costi della politica
Bruno Firmani (Idv) ha sostenuto che un assessore o un presidente dovrebbero sentirsi gratificati dal maggiore potere di cui dispongono e non dal ricevere più soldi.
E ha confermato di volersi astenere come in commissione su questo ddl, perché riguarda solo sulla Giunta e non anche l’ufficio di presidenza del Consiglio provinciale.
E ha concluso: «bisognerebbe fissare scadenze precise e decidere tutti i tagli ai costi della politica entro giugno, luglio al massimo. Ma non succederà perché fa comodo tenersi i soldi in tasca.»
 
 Savoi: no al doppio gioco con la Lega
Inaccettabile, per il capogruppo della Lega Alessandro Savoi, scaricare sempre sull’ufficio di presidenza il problema dei costi della politica.
A suo avviso sulla riduzione delle indennità ai consiglieri, Trento e Bolzano si divideranno. E ha aggiunto: «non se ne può più del doppio gioco di chi da una parte rigetta le proposte di tagli perché vengono dalla Lega e poi pretende di avere anche il nostro sostegno alle iniziative della maggioranza».
Per la Lega sono infine intervenuti Mario Casna («vista la scarsa credibilità di cui godono istituzioni come il Consiglio regionale, la riduzione proposta dal disegno di legge Filippin è il minimo che si possa fare») e Luca Paternoster («troppo comodo considerare insufficienti questi tagli, perché si deve sempre partire dalle piccole cose e non rinviare le scelte a provvedimenti organici di là da venire»).
 
 Borga: molti tagli ci sono stati, ma si può fare di più
Rodolfo Borga (Pdl) ha segnalato come una riduzione dei costi della politica sia in realtà a portata di mano: basta che i consiglieri utilizzino gli strumenti di cui già dispongono per tagliare le proprie indennità.
E a sostegno di questa tesi ha portato alcuni esempi concreti tratti dalla sua precedente esperienza amministrativa.
Ma ha anche evidenziato che dall’inizio di questa legislatura i consiglieri provinciali si siano già ridotti l’indennità del 25 per cento e l’attuale retribuzione netta è di 5.900 euro.
Quanto al ddl, non è certo rivoluzionario la richiesta che contiene di fissare criteri generali per disciplinare le spese di rappresentanza della Giunta. Ma anche i piccoli segnali contano.
 
 Le repliche
In replica Filippin ha osservato che i ragionamenti della maggioranza «sono la classica foglia di fico adoperata per non fare nulla».
E ha aggiunto che oggi siamo identificati con la casta e proprio per questo non ha senso respingere la proposta di ridurre un’indennità aggiuntiva come questa.
E a proposito del lavoro dei consiglieri e degli assessori ha concluso: «sono convinto che in quest’aula siamo tutti uguali e non ci sono quindi responsabilità serie A e di serie B.»
 
 Cogo: le nostre indennità sono le penultime in Italia
L’unica voce levatasi dai banchi del Pd è stata quella di Margherita Cogo (Pd), che ha condannato come demagogica la volontà di togliere un’indennità aggiuntiva a chi svolge funzioni aggiuntive.
Quanto ai consiglieri provinciali, ha ricordato che «l’indennità è già molto bassa tanto da trovarci al penultimo posto in Italia perché il taglio dei compensi dal 2008 ad oggi non è stato di 290 ma di 1666 euro».

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