Telelavoro, inizia la sperimentazione per 26 dipendenti della PAT

Il risparmio, già nel prossimo anno, sarà di 11mila euro di buoni pasto, 3mila euro di straordinari e 429 ore di recupero.

Nei primi giorni del prossimo mese di giugno, così come era stato previsto, inizia la sperimentazione per i primi 26 dipendenti della Provincia che lavoreranno a domicilio - diventando a tutti gli effetti telelavoratori - nell’ambito del progetto TelePAT, ossia del progetto della implementazione del telelavoro nella Provincia autonoma di Trento.
Ai telelavoratori, per la natura intrinseca del tipo di prestazione basata sul risultato e non sulla presenza fisica - non sono riconosciuti i buoni pasto nei giorni di telelavoro domiciliari né sono riconosciuti il lavoro straordinario e le ore di recupero.
Pertanto, il risparmio concreto e immediato che otterrà la Provincia già nel prossimo anno, grazie all’avvio di queste prime 26 postazioni, è di 11.400,00 euro di buoni pasto; un risparmio annuo di co2 espresso in Kg 18297,00 grazie ai minori spostamenti; 3.320,10 euro di straordinari; 429 ore di recupero.
 
«Sensibile riduzione dei costi d'esercizio per il datore di lavoro, contributo alla riduzione dell'inquinamento, valorizzazione del territorio e delle Comunità, conciliazione lavoro famiglia: questi - sottolinea Mauro Gilmozzi, assessore provinciale all'urbanistica, enti locali e personale - sono i motivi che hanno spinto la Giunta provinciale, in questo giocando d'anticipo sulla spending review, a promuovere, già nell’ottobre del 2011, un progetto di telelavoro che, a regime, vedrà coinvolti 200 telelavoratori e costituirà una risposta di eccellenza. Infatti se da una parte i tradizionali approcci tendono a basarsi sul semplice taglio di determinate spese, secondo una logica generalizzata di «spesa decrementale», dall'altra il progetto del telelavoro è potenzialmente in grado di raggiungere un obiettivo più elevato, perché punta sulla riorganizzazione del lavoro, su una maggiore efficienza e produttività.»
 
Da tempo, peraltro, parte dei dirigenti e dei direttori della Provincia ricorrono informalmente a questa modalità di lavoro, e ora anche loro, grazie al progetto TelePAT potranno farlo in maniera regolamentata: si tratta del cosiddetto telelavoro mobile, poiché a dirigenti e direttori è richiesto di essere sempre reperibili e di poter dare risposte tempestive alle varie problematiche, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo essi si trovino.
Grazie a questo diverso modo di lavorare e alle moderne tecnologie, essi possono così svolgere parte delle proprie attività in luoghi diversi dall’ufficio tradizionale e in orari differenti da quelli tradizionalmente prestabiliti.