Trentini svegliatevi! Tra poco più di un anno si voterà per le elezioni provinciali
Al momento l’unica cosa certa è l’esilio di Dellai e all’orizzonte non si vede neppure l’ombra di un suo possibile successore

A ottobre mancherà solo un anno alle elezioni provinciali e ancora non si vede nulla all’orizzonte politico trentino.
La questione non è di poco conto perché al momento l’unica cosa certa è l’esilio di Lorenzo Dellai.
Dopo tre legislature, l’uomo che ha traghettato il Trentino dalla prima alla seconda Repubblica dovrà prendere una nuova strada. Lo impone la legge elettorale, che consente al Governatore – eletto direttamente dal popolo – solo due mandati consecutivi.
La legge prende spunto dalla concentrazione di potere che assume il presidente al momento della sua elezione: ha tutte le deleghe del potere esecutivo, che distribuisce agli assessori, che non possono essere più di otto.
E nel caso che il Consiglio provinciale volesse sfiduciare il presidente, verrebbe sciolto il consiglio stesso.
Ecco perché per i Trentini sarebbe un guaio avere un presidente di basso profilo.
Quindi, ripetiamo il tema posto nel titolo. Cosa aspettiamo ad avviare la campagna elettorale?
La situazione non è confusa, è semplicemente calma. Calma piatta.
Schelfi, dal momento stesso che si è messo in gioco per ottenere il quarto mandato alla guida della Cooperazione trentina (che poi ha anche ottenuto con ampio margine), ha di fatto dichiarato di non essere più in lizza per la successione al trono di Dellai, del quale era il successore naturale.
Non possiamo dire se Schelfi sarebbe stato l’uomo giusto, certo è che non lo sarà e tanto basta.
Il successore in linea ereditaria, invece, sarebbe Alberto Pacher, sia perché vicepresidente della Giunta attuale, sia perché finora ha sempre seguito le orme del suo maestro Dellai.
Il maggiore pretendente al trono in termini di merito risulterebbe invece l’assessore alla salute Ugo Rossi, il quale ha tutti i titoli e le capacità per ricevere il testimone dal presidente uscente. Unica contro indicazione è che appartiene a un partito più piccolo del PD, il quale partito farà infatti il possibile per adire ad elezioni primarie dove sa di uscirne vincente.
Questo il quadro provinciale in bianco e nero allo stato attuale. Al quale vanno però aggiunte due complicazioni.
In aprile si vota per le politiche nazionali e a maggio per le europee.
Se un assessore volesse candidare per le politiche, dovrà dimettersi prima della scadenza naturale.
Per non far nomi, se Dellai puntasse a Roma dovrebbe dimettersi. Il che, al di là della scarsa voglia che avrà di dimettersi nove mesi prima della fine della legislatura, farebbe sorgere il problema della presidenza. Sarà sufficiente passare il comando pro tempore al vice presidente Pacher?
Sempre per non fare nomi, anche Lia Beltrami potrebbe puntare a Roma, con l’appoggio di Casini. Ma ce la farebbe anche da consigliere provinciale. Cosa deciderà di fare?
L’orizzonte delle europee è un po’ più nebuloso, anche perché l’ultima volta non abbiamo mandato a Bruxelles nessun deputato della regione. Non abbiamo precedenti apprezzabili.
A questo punto, dobbiamo mettere le carte in tavola per le elezioni provinciali.
Non ci sta affatto bene che si vada a sedere in piazza Dante il più logico, il più titolato o il più naturale dei nostri candidati.
Vogliamo una vera e propria campagna elettorale che cominci già dal prossimo autunno, cioè quando mancherà un solo anno al ricambio generazionale.
I partiti comincino al più presto le loro manovre migliori, perché vogliamo vedere una vera e propria campagna elettorale. Niente giochi di palazzo, niente congiure di partito, niente veti incrociati.
Sappiamo che tutto ciò accadrà nonostante il nostro monito, ma quello che ci aspettiamo è la presentazione di candidati con la C maiuscola. La gente deve avere il dubbio su chi votare perché un candidato è migliore dell’altro e non perché rappresenti il male minore.
L’esempio che abbiamo davanti a noi è Dellai. Che è condannato all’esilio.
Si sappia imboccare la sua strada e si punti sul rafforzamento della nostra Autonomia e sul benessere della nostra gente.
Trentini svegliatevi, è tempo.
Guido de Mozzi
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