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«Non fasciamoci la testa, aspettiamo di leggere il testo di legge»

Dellai è ottimista sulla Legge di Stabilità – Ma non esclude anche clamorose iniziative nel caso dovessero essere messi in discussione i fondamenti dell’Autonomia

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Visto che qualcuno ha ventilato la possibilità che nella Legge di Stabilità 2014 dello Stato Italiano venga inserito un taglio ai bilanci delle province autonome di Trento e di Bolzano per 700 milioni di euro in tre anni, abbiamo telefonato all’on. Lorenzo Dellai, che ha candidato al Parlamento nelle fila di Mario Monti per «difendere le Autonomie», per sapere come stanno le cose.
«È prematuro parlarne – ci ha risposto – perché non è stato messo nulla di nero su bianco. E finché si tratta di parole, è facile ingigantire le ombre. Quando leggeremo il testo della Legge di Stabilità, esprimeremo le nostre valutazioni. Non solo noi, peraltro: il governo si è dichiarato aperto a tutte le prese di posizione.»
 
Eppure si parla di pesanti richieste inserite in quelle che vengono chiamate «Riserve per l’Erario».
«Che anche le province autonome di Trento e di Bolzano debbano concorrere al risanamento dello Stato – ci ha precisato – è fuori dubbio. Ma che il concorso sia tale da mettere in discussione l principi della nostra autonomia è assolutamente fuori discussione.»
Dellai si riferisce al fatto che la sola idea di chiedere a Trento e a Bolzano sacrifici da quantificare nella sola misura delle disponibilità, è fuorviante e diseducativa. Che senso avrebbe amministrarsi bene e fare le formichine, se poi una legge dovesse favorire le cicale?
 
Insomma, il principio è quello del negoziato politico, sancito dagli Statuti di autonomia e confermati dall’accordo di Milano. O si trova un accordo o deve essere varata un’apposita legge costituzionale.
E se non si trovasse davvero un accordo?
«Io credo che si troverà un accordo sulla portante del buonsenso, – ha commentato Dellai. – Ma se la legge dovesse riportare tagli unilaterali a prescindere dagli accordi, chiederemo di rivedere tutto nella logica dettata dalla Costituzione e come tale sancita più volte dalla Corte Costituzionale.»
 
Ma, insistiamo, se non si dovesse trovare un accordo, prendendo atto che il governo vuole procedere a qualunque costo?
«C’è una larga parte di parlamentari che non accetterebbe il dictat, – ha confermato l’ex presidente della Provincia autonoma di Trento. – Ma se dovessi riscontrare nel testo di legge qualche iniziativa inaccettabile, trovando anche una posizione intransigente su questo, cosa che peraltro dubito fortemente, siamo pronti a contestare la legge con tutte le nostre forze. Ma, ripeto, restiamo fiduciosi e attendiamo di leggere il testo della legge.»
Insomma non si esclude un’eventuale uscita dalla maggioranza? Sarebbe un costo troppo alto.
Ma, come dice Dellai, aspettiamo a fasciarci la testa prima di essere andati a sbattere.

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