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Dellai spiega come si era giunti alla sua nomination all’Antimafia

«Ma le strampalate dichiarazioni di un collega siciliano del mio gruppo non hanno avuto il minimo ruolo nella vicenda e si commentano da sole»

Ieri avevamo chiesto all’on. Lorenzo Dellai di spendere due parole per spiegare cosa fosse successo nella vicenda della nomination all’Antimafia (vedi servizio).
Oggi ha mandato il commento che leggiamo di seguito.

Mi pare giusto dare conto di quanto successo ieri in merito alla Presidenza della Commissione Bicamerale Antimafia.
Da mesi lo scontro tra PDL e PD teneva bloccata la partenza dei lavori della commissione. Il PD pretendeva l'elezione a Presidente di Rosy Bindi, mentre il PDL puntava su Donato Bruno.
Nessuno dei due sembrava avere possibilità di elezione e si stava andando avanti di rinvio in rinvio con questo scandaloso gioco di veti reciproci.
Da più parti, dai Presidenti delle Camere a molte associazioni, si è segnalato lo scandaloso stallo nel quale era arrivata la commissione.
 
In questa situazione, da parte di alcuni esponenti del PD è stata avanza l'idea di una soluzione di compromesso tra i due partiti contendenti e si è dichiarata la disponibilità a votare per un presidente di Scelta Civica, poi identificato nel sottoscritto.
Analoga disponibilità è stata dichiarata dal PDL.
 
A questo punto, pur perplesso perché la cosa non rientrava certamente nelle mie prospettive di impegno, già assorbite dal ruolo di capogruppo, ho dato la mia adesione all'ipotesi.
È successo però che due ora prima della riunione della Commissione il direttivo del gruppo PD alla Camera ha deciso a maggioranza di non voler ritirare la candidatura della on. Bindi e di conseguenza - siccome comunque non avrebbe avuto i numeri sufficienti - di far mancare il numero legale in commissione.
Per questo la seduta non è neppure iniziata.
Le strampalate dichiarazioni di un collega siciliano del mio gruppo (l'on. Vecchio) non hanno avuto il minimo ruolo nella vicenda e si commentano da sole.
 
Ora vedremo cosa succederà martedì prossimo.
Come ripeto, non sono andato certo io a cercare questo incarico.
Se PD e PDL trovano un accordo come doveva essere ancora mesi fa, sono il primo ad essere felice.
Se per caso il mio nome può essere una soluzione di incontro, ne sarò onorato.
 
L'importante è che si finisca questo spettacolo indecoroso che certo non aiuta chi ogni giorno opera per la legalità e la lotta alle mafie.
In questo senso, più che alle beghe di palazzo, penso dovremo pensare ai poliziotti, ai magistrati, agli amministratori locali, ai parroci e alle associazioni di cittadini, agli imprenditori che testimoniano nelle zone più esposte la propria lealtà alla legge e alla democrazia.
Tutti loro si meritano almeno uno sforzo di serietà da parte della politica. 
 
Lorenzo Dellai

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