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Svolta epocale: accordo di Berlusconi con Renzi

Il nuovo corso ha colto di sorpresa apologi e detrattori di entrambe le formazioni politiche

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L’accordo tra Renzi e Berlusconi segna una tappa decisamente importante per il ritorno alla democrazia.
Dopo anni di guerra totale, per la prima volta qualcuno ha avuto il coraggio di andare oltre i preconcetti. Non più prese di posizione apoditticamente contrarie da entrambe le parti, la buona volontà (ma soprattutto il buonsenso) ha portato i leader dei due maggiori partiti a sedersi a un tavolo e parlare.
Improvvisamente, al di là della barriera ideologica, si sono accorti che alla fin dei conti le idee erano abbastanza vicine.
Ovviamente non ci montiamo la testa, dato che si tratta di un primo colloquio preliminare. Ma qualsiasi lungo cammino comincia sempre da un primo piccolo passo.
Non siamo neppure sicuri che le idee condivise da Renzi e Berlusconi siano il meglio per il nostro paese, ma certamente un armistizio è meno dannoso di una guerra.
 
Ora staremo a vedere se l’idea di mantenere il bipolarismo sia una strada da mantenere, cosa non certo scontata, ma almeno in questo i due leader sono d’accordo.
Tradotto in termini pratici, si potrebbe sognare di vedere le formazioni politiche discutere su idee e proposte anziché su questioni di principio.
Dato che in piena crisi PD e PDL litigavano come i galletti di Renzo Tramaglino (che mentre stavano per andare in pentola si beccavano tra loro), adesso si può ipotizzare che le priorità non siano quelle di principio ma quelle pragmatiche.
Un governo Letta, che ha fatto finora l’equilibrista per non suscitare liti nella maggioranza, magari potrebbe agire facendo davvero qualcosa e in fretta.
Per qualcuno, ovviamente, Letta ha i giorni contati. 
 
Come dicevamo, una terza forza potrebbe non trovare vita in una riforma elettorale che tende a isolare le piccole formazioni, ma volendo ragionare positivamente si potrebbe ipotizzare che anche i piccoli partiti di centro dovranno fare un passo avanti e diventare un unico partito popolare.
Le prime reazioni sono quelle che si potevano immaginare.
I replicanti si sono divisi in apologi convinti e detrattori delusi.
Tra coloro che ragionavano di testa loro, spiccano Alfano e Fassina. Il primo annuncia che il successo è dovuto al suo intervento, il secondo si dichiara imbarazzato.
Grillo ironizza sull’accordo «che Renzi ha preso con un pregiudicato».
Insomma, anche qui torna in mente un classico della letteratura: l'ultima strofa di Davanti a San Guido, di Giosuè Carduucci. 
 
Ansimando fuggía la vaporiera
Mentr'io cosí piangeva entro il mio cuore;
E di polledri una leggiadra schiera
Annitrendo correa lieta al rumore.
 
Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo
E a brucar serio e lento seguitò.
 
GdM

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