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L'avv. Di Francia e la morte di Diego Moltrer – Di Sandra Matuella

«Di lui ho ammirato il profondo rispetto per il diritto e il rispetto per la povera gente, quelle persone che non riescono a coniugare il pranzo con la cena»

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Sandra Matuella ha intervistato l’avvocato Andrea Di Francia in merito a una lettera inviata al quotidiano l’Adige sullo scomparso Diego Moltrer. Nell’intervista si fa riferimento anche alla frase ingiuriosa che un animalista ha scritto su facebook nei confronti di Moltrer. Qui, come nell’intervista, non ne facciamo il nome per evitare che la notorietà gli possa portare giovamento.

Andrea Di Francia, noto avvocato della città e attuale Garante del Contribuente per la Provincia Autonoma di Trento, esprime a L’Adigetto.it il suo sentimento di gratitudine a Diego Moltrer, per la sua vita spesa a favore della collettività e dell’equità sociale.
L’avvocato Di Francia esprime anche la sua indignazione per le parole incresciose dell’animalista che si è dichiarato «felicissimo» della morte di Moltrer, per le quali ipotizza il reato di vilipendio del cadavere. 
 
Avvocato Di Francia conosceva personalmente il compianto Presidente Moltrer?
«No. L’ho incontrato in due occasioni: l’una, di sfuggita, in occasione del Convegno sul Garante del Contribuente al servizio del cittadino, tenutosi a Palazzo Geremia il 1° febbraio scorso. L’altra, recentissima, in occasione della cerimonia di consegna delle Medaglie d’onore alla memoria di cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti, che ha avuto luogo presso il Commissariato del Governo il 4 novembre scorso.»
 
In una lettera inviata al quotidiano L’Adige lei scrive che l’avrebbe dovuto incontrare ieri. Per che cosa?
«Per l’esattezza, avrei dovuto incontrarlo oggi, alle 8.30. E, come ho scritto, gli avrei manifestato la solidarietà mia e della povera gente che vedeva in lui un punto di riferimento.»
 
Da quale fonte ricava tali conoscenze?
«Come sa, sono Garante del Contribuente per la Provincia Autonoma di Trento ed il mio Ufficio è affollato da contribuenti che versano in difficoltà economiche. E, mi creda, sono sempre di più.
«L’essersi il compianto Presidente Moltrer battuto per modificare la legge sui vitalizi, lo ha reso meritorio di sincera stima ed apprezzamento da parte mia e dei contribuenti, in particolare della povera gente.
«A queste persone mi sono riferito nella mia lettera, come ha ben puntualizzato il Direttore dell’Adige, Pierangelo Giovanetti, che ringrazio.»
 
Nella sua lettera dice che, nell’incontro con il Presidente Moltrer, lei si sarebbe messo a sua completa disposizione come avvocato per assistere la Regione contro i ricorsi presentati dagli ex consiglieri regionali. Che cosa la spinge ad assumere la difesa della Regione e per di più gratuitamente, come ha scritto?
«La giustizia; il profondo rispetto per il diritto che, come diceva Modestino è l’arte del bene e dell’equo. La povera gente. Quelle persone, cioè, che non riescono a coniugare il pranzo con la cena. E sono sempre di più.
«Condivido quindi l’amarezza del Presidente Moltrer. Quei milioni non restituiti potrebbero essere utilmente impiegati per soddisfare autentici bisogni pubblici.»
 
A suo parere la omessa restituzione è legittima?
«Non credo: si tratta di danaro pubblico che, in mancanza di un provvedimento del Giudice di sospensione dell’efficacia esecutiva del provvedimento di restituzione, deve essere restituito.
«Aggiungo che la natura di danaro pubblico delle somme ancora trattenute dagli ex consiglieri, nonché la loro qualifica, potrebbe far pensare a qualcosa di ancor più grave.»
 
A che cosa, ad esempio?
«Mi consenta di non rispondere a questa domanda, visto che, della vicenda, se ne sta occupando la Magistratura.»
 
Cosa ne pensa delle affermazioni di un animalista riferite al compianto Presidente Moltrer?
«Ho letto qualcosa solo stamattina e sono rimasto veramente sconcertato. La pietà verso i defunti è un obbligo morale e sociale. Ma anche giuridico, tant’è che, ricorrendone i presupposti, si incorre nel reato di vilipendio del cadavere.
«Si tratta –per dirla con le parole di Remo Pannain, ordinario di diritto penale – di incriminazione grave, diretta a tutelare il cadavere, per il religioso rispetto che comunemente si tributa alle spoglie dei defunti.
«È un sentimento profondo, diffuso e antico nell’umanità. Il reato presuppone, però, che il vilipendio venga operato sul cadavere.
«Nel nostro caso si tratterebbe di parole ingiuriose o sconce all’indirizzo del defunto, le quali potrebbero integrare il reato di offese alla memoria di un defunto, punite dall’art. 724 c.p.»
 
Rinnoverebbe l’offerta di assistere la Regione del tutto gratuitamente?
«Certamente: ovviamente, non mi riferisco alle spese vive.»
 
Cosa direbbe al Presidente Moltrer se fosse qui davanti a lei?
«Gli rinnoverei, di tutto cuore, quel grazie che ho già espresso pubblicamente. »
 
Sandra Matuella - s.matuella@ladigetto.it

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