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Niente IMU sui fondi agricoli di montagna

Il senatore Panizza: «Dopo le nostre pressioni, il Governo toglie l’IMU agricola montana. Siamo soddisfatti perché sono stati ripristinati criteri oggettivi»

«Finalmente, dopo tante pressioni, soprattutto degli Autonomisti e dei parlamentari della montagna, il Governo ha risolto il problema dell’Imu agricola montana, fissando nuovi criteri altimetrici per il pagamento che prevedono l’esenzione totale (come era finora) per tutti i comuni della Provincia di Trento.»
Lo dice in una nota il segretario politico del PATT e vicepresidente del Gruppo Interparlamentare per lo Sviluppo della Montagna, sen. Franco Panizza.
«Gia lo scorso mese di dicembre, prima che il Governo introducesse il decreto con cui rideterminava le zone soggette a IMU, avevo presentato un’interrogazione urgente, dove chiedevo che non fosse quello dell’altitudine della sede comunale il criterio adottato per la delimitazione delle zone montane.
« Si sarebbe infatti determinata un’irragionevole disparità di trattamento tra territori del tutto omogenei, basata su un dato del tutto accidentale.»
 
In queste settimane in cui il Governo, dopo aver rinviato tutto a fine gennaio, non si decideva ad affrontare la questione, avevo sollevato quello che stava diventando un grosso problema per le aziende in Commissione Agricoltura del Senato e ne ho ripetutamente parlato con il viceministro alle politiche agricole Olivero.
Da ultimo, assieme  al Gruppo per le Autonomie, avevamo indirizzato ben due sollecitazioni ai Ministri Martina e Padoan perché intervenissero in tempo utile.
«È pur vero – ribadisce Panizza – che la Provincia di Trento era già corsa ai ripari con uno specifico provvedimento che esentava gli agricoltori dal pagamento dell’IMU sui loro terreni; ma è altrettanto vero che l’onere sarebbe pesato sulle casse provinciali e che la classificazione delle terre montane può essere utilizzata anche per le altre misure, quali le aliquote previdenziali agricole.
«La decisione assunta, anche se  in extremis, dal Governo – conclude Panizza – ci tranquillizza perché riporta la tematica nel giusto binario e rende giustizia ai territori di montagna che vivono già condizioni penalizzanti e sono costantemente soggette al rischio dell’abbandono e dello spopolamento.»

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