Il pensiero di Walter Alotti sul futuro di Trento
Il Segretario Generale UIL del Trentino in vista delle elezioni comunali
Pubblichiamo di seguito il comunciato che Walter Alotti ha inviato alle redazioni per esprimere il proprioo pensiero in vista delle elezioni comunali del prossimo maggio. Alotti è Segretario Generale UIL del Trentino. |
In linea con certi populismi diffusi che - in Trentino come in tutta Italia - sono buoni a racimolare consensi fomentando opportunisticamente paura, rabbia e ignoranza, i temi del dibattito di questi giorni sul programma politico in vista delle elezioni comunali a Trento vertono in larga parte su sicurezza ed ordine.
Il Sindaco uscente Andreatta, infatti, e con lui molti altri candidati sindaco, enfatizza - con molta ragione, ma con altrettanta superficialità - la riacutizzazione della microcriminalità e il calo della sicurezza in città tirando in ballo anche l'impatto della «movida studentesca» e i tanti immigrati che si concentrano perlopiù nel nostro capoluogo di provincia.
Pur senza negare la gravità della situazione, ci sembra che gli allarmismi siano sproporzionati (ma soprattutto non accompagnati da credibili intenti costruttivi) se considerati contestualmente alla situazione di crisi economica generale che – come dimostrano le situazioni ben peggiori in altre città italiane ed europee dove le difficoltà economiche sono anche più marcate – in definitiva sta alla base dei succitati problemi di ordine pubblico.
Come Uil del Trentino, sindacato dei lavoratori e dei pensionati, riteniamo opportuno indicare, suggerendoli ai politici, argomenti diversi che, certamente meno demagogici, sono più centrali per il futuro di Trento riguardandoci altrettanto da vicino e permettendo – questi sì – la coniatura di risoluzioni concrete.
Si tratta del tema del lavoro, autentico motore di una società, di quello della casa, indispensabile diritto, di quello dei servizi al cittadino e di quello dello sviluppo in un imprescindibile processo di trasformazione.
Rispetto al tema del lavoro e dello sviluppo, consideriamo della massima importanza la riapertura da parte del Comune di Trento della discussione sul PRG (Piano regolatore generale vigente), soprattutto alla luce della situazione economica e sociale venutasi a creare con il perdurare della recessione.
Sono indispensabili, a nostro modo di vedere, delle modifiche alla «destinazione d’uso» delle aree industriali, commerciali, agricole e residenziali.
Tali variazioni sono tanto più importanti nel momento in cui cambiano i programmi e le richieste dei soggetti che chiedono di insediarsi nell’area urbana o che se ne sono allontanati.
Basti pensare alla vicenda Whirlpool e al ventilato interessamento di diverse grandi imprese commerciali (es. Ikea, Aspig-Spar) a subentrare in quell’area industriale o al destino dell’area di Mattarello che doveva essere destinata alle Caserme oppure, ancora, a quella della Vela, dove il movimento cooperativo locale non ha potuto costruire alloggi residenziali per via della destinazione agricola dei terreni all’uopo individuati.
Un altro aspetto importante che si lega alla revisione del futuro PRG riguarda il risanamento delle aree inquinate (ex Carbochimica ed ex Sloi in primis) e la scelta urbanistica che ne dovrà conseguire.
Rischiamo - e la UIL su questo chiede grande attenzione - di perdere preziose occasioni di sviluppo economico e sociale che si traducono poi in occupazione.
Questo a vantaggio di città vicine come Bolzano, Innsbruck e/o Verona che, invece, sembrano molto più attente alla questione lavoro e alla necessità di creare le condizioni per attrarre e sviluppare imprese, enti ed aziende.
Una questione altrettanto importante - che auspichiamo torni ad essere centrale in quello che è il comune a più alta densità abitativa della Provincia - è quella della casa.
Riteniamo interessante ed attuabile la rimessa in circolo di una buona parte degli alloggi sfitti e «a disposizione» (quasi 7000 a Trento) che i privati, proprio a causa delle diffuse difficoltà economiche delle famiglie, non affittano per non incorrere nel rischio di non ottenere pagamenti regolari o, alla scadenza contrattuale, di non riuscire a rientrare in possesso dell’appartamento (oppure di trovarlo in pessime condizioni).
Lo strumento per aggredire questo problema ora c'è e si chiama «Fondo di garanzia per l'affitto», recentemente istituito con la finanziaria Pat 2015, ma ancora da attivare ed assolutamente sconosciuto ai piccoli proprietari ed alle famiglie che potrebbero fruirne.
La promozione di questo nuovo dispositivo amministrativo - assieme alle già previste relative riduzioni delle tasse Tasi o Imis per i soggetti aderenti ed ad un contestuale (non più rinviabile) rinnovo dell'accordo territoriale sulle locazioni abitative oltre ad uno specifico «contratto concordato» - potrebbe finalmente rinvigorire l’offerta di alloggi sul mercato superando l’esperienza fallimentare del già sperimentato «Patto per la casa».
Il comune dovrebbe, inoltre, farsi promotore del recupero e del riuso di edifici dismessi e, in generale, del patrimonio pubblico abbandonato.
Una buona amministrazione andrà integrata con la configurazione insieme gli altri soggetti – enti locali, banche, cooperative, proprietari, associazioni di inquilini e parti sociali - di una vera e propria Agenzia per la casa, magari costruita attorno a quella nuova Itea per cui, in ogni caso, bisognerà a breve ridisegnare un ruolo.
Divenuta ormai un nodo centrale della prossima Consigliatura - visti gli «stop and go» registrati nell’ultimo anno e il continuo rinvio delle decisioni riguardo alle questioni «acqua» e «società di servizio» - va poi considerata la politica sulla governance e sulla razionalizzazione che l’amministrazione comunale intenderà proporre per le società partecipate e municipalizzate e per i servizi da loro offerti.
Bisognerà che si sciolgano, almeno nei rapporti con il Comune di Rovereto, le riserve e i dubbi rispetto alla gestione dell’acquedotto, all’eventuale frammentazione di Dolomiti Energia, all’igiene ambientale, al gas, ai servizi amministrativi e di marketing, alle politiche del trasporto pubblico e agli investimenti strutturali relativi al Monte Bondone che per la UIL hanno già drenato fin troppe risorse pubbliche fin dal Patto territoriale, senza peraltro arrecare grandi risultati.
Legata ai servizi pubblici e sociali, c’è poi la partita sulle politiche tariffarie e sui costi dei servizi pubblici che, finora, sono stati comunque tenuti ad un livello generalmente medio-basso.
Crediamo che sia utile, quando non necessario, analizzare e sintetizzare la situazione decidendo di proseguire con lo stesso metodo piuttosto che apportando modifiche in riferimento alle diverse situazioni sociali e finanziarie attualmente in essere.
Ci auguriamo, ovviamente, che anche le forze politiche comincino a ragionare di più sulle cose concrete, sulle opportunità future e sui problemi da affrontare nella «capitale trentina» piuttosto che – meramente - di candidati sindaco, di coalizioni partitiche o, in modo strumentale, di argomenti pretestuosi e poco concludenti come la sicurezza, col rischio di sprecare risorse ingenti, come quelle stanziate per lo sproporzionato, invasivo ed ipertrofico progetto di installazione di telecamere e di monitoraggio degli accessi agli innumerevoli «varchi elettronici» alla ZTL (zona a traffico limitato) della città.
La sicurezza (effettivamente minacciata dall’immigrazione, dagli stenti economici e culturali, dalle dinamiche demografiche, ecc…) è spesso legata a contingenze, se non internazionali, più ampie dell’ambito decisionale di un sindaco che, per quel che gli compete, può contrastare le eventuali minacce soprattutto amministrando la propria città con realismo, serietà e competenza, senza inutili spauracchi.
La prossima consigliatura, infatti, sarà cruciale e ci auguriamo che le idee e le priorità dell’amministrazione che la guiderà siano concrete, sensate e lungimiranti, per il bene dei cittadini di Trento e di tutto il territorio provinciale.
Walter Alotti
Segretario Generale UIL del Trentino
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