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Doppia preferenza di genere: approvato un solo ordine del giorno

Conclusa la seconda giornata di discussione in Consiglio – Maestri e Bezzi: «Non facciamo una legge per chi è rimasto fuori»

Con le repliche dei due proponenti, Maestri e Bezzi, si è conclusa nell'aula del Consiglio la discussione generale sul testo unificato dei disegni di legge volto a modificare il sistema elettorale del Trentino per introdurre la parità di genere fra uomo e donna con la doppia preferenza di genere, la previsione di un egual numero di rappresentanti dei due sessi nelle liste elettorali e la par condicio nelle campagne elettorali.
Subito dopo è iniziato l'esame degli ordini del giorno. Dei 22 presentati 8 sono stati dichiarati non ammissibili dal presidente Dorigatti, non senza sollevare le proteste di alcuni firmatari dei testi esclusi.
Dopo l'approvazione del primo odg proposto da Degasperi, il Consiglio ha iniziato a discutere anche il secondo senza però arrivare al voto.
Ha suscitato infine la reazione delle minoranze un comunicato stampa diffuso dalla presidente del Comitato Non Ultimi che lamenta la mancata approvazione del disegno di legge nonostante il sostegno della maggioranza.
«Noi stiamo rispettando le regole democratiche sul funzionamento di quest'aula che evidentemente danno fastidio a qualcuno», – è stato detto.
Si prosegue domani alle 10.00.

 Da Progetto Trentino ultimo appello alla mediazione 
Gianfranco Zanon di Progetto Trentino ha osservato che questo ddl non avrà successo anche perché non interessa i cittadini, molti dei quali non sanno nemmeno di che cosa stiamo discutendo in quest'aula.
Questo provvedimento per Zanon non dovrebbe essere una forzatura, come è emerso dalle dichiarazioni della maggioranza ieri, ma la realizzazione di un passo in avanti in termini di parità possibile all'interno del Consiglio.
La mancata approvazione di questo testo secondo l'esponente di PT fa più piacere alla maggioranza che non alle opposizioni.
 
Walter Viola di Progetto Trentino ha rilevato di non vedere nulla di ostativo rispetto all'ipotesi di un referendum sull'argomento, perché così emergerebbe l'effettivo interesse per questa riforma.
E ha aggiunto che «nessuno in quest'aula è contro l'elezione di un maggior numero di donne e che quindi la maggioranza ha offerto una “caricatura” del problema».
Il consigliere ha poi ribadito l'errore derivante dal fatto di dare a questo ddl una valenza educativa costringendo i cittadini a votare delle donne.
Viola ha rivolto nuovamente alla maggioranza, che non dimostra certo compattezza sul ddl, la domanda circa la disponibilità o meno a tentare una mediazione su questo provvedimento, attraverso il dialogo e l'apertura ad andare oltre il dettato proposto.
 
 Le repliche 
Lucia Maestri: non vogliamo questa legge per accontentare chi è rimasto fuori alle ultime elezioni.
Al termine della discussione generale, nella sua replica Lucia Maestri del Pd ha richiamato l'esigenza di riconoscere che le donne e gli uomini sono l'atto costitutivo di questa nostra umanità e prevedere quindi pari opportunità di accesso a maschi e femmine a noi sembra normale.
Invece sembra normale che in un consiglio provinciale o comunale entrino solo dei maschi ed è difficile scuotere da quest'idea.
«Una legge si fa anche se il tema non accalora fuori e se non è sentita, perché noi non siamo qui per accontentare questo o quello ma perché una classe dirigente ha il dovere di far camminare il proprio territorio guardando avanti.»
E ha aggiunto «quante leggi sono state approvate qui dentro che hanno scaldato i cuori.
«Non scalderà i vostri cuori», – ha proseguito rivolgendosi alle opposizioni.
Per Maestri «una maggioranza ha il diritto di governare dopo aver ricevuto il mandato dai cittadini e dalle cittadine».
E ha osservato che «i poteri di interdizione delle minoranze viene esercitato su quasi tutti i disegni di legge.
«Si tratta di chiedersi se il ruolo di una minoranza sia di interdire oppure di controllare un'azione di governo. Io credo che sia quello di controllare.»
E ha chiesto al presidente Dorigatti se davvero il regolamento del Consiglio consenta alle minoranze di esercitare questo potere di interdizione.
Attorno poi all'ipotesi del referendum, per Maestri «in quest'aula non si registrano consensi».
E ancora: «Io e Bezzi abbiamo scritto questo ddl non per accontentare chi non ce l'ha fatta alle ultime elezioni, ma perché su questo tema abbiamo lo stesso approccio politico e culturale.
«Non facciamo una legge per chi è rimasto fuori, ma perché ci crediamo. Non riusciremo a farla approvare perché purtroppo siamo i soli a crederci, ma è giusto che sui valori ciascuno faccia la sua battagli a e si assuma la propria responsabilità.»
Infine sull'emendamento da lei presentato sulla composizione della Giunta perché sia composta da almeno due persone di genere diverso rispetto a quello sovra-rappresentato, ha replicato a Viola sostenendo che questa modifica non ha lo scopo di creare una riserva di posti ma di migliorare l'attività di governo.
 
Giacomo Bezzi: dobbiamo guardare avanti, oltre questa legislatura.
Nella sua replica Giacomo Bezzi di Forza Italia, ha osservato che «vi sono dei momenti in cui i politici hanno il dovere di guardare oltre il proprio naso e la contingenza.
«Questo è un ddl sul quale non si dovrebbe fare politica ma preoccuparsi solo di lanciare il Trentino nei prossimi 20-30 anni.»
Bezzi ha ricordato che «il voto alle donne è stato permesso 70 anni fa e se noi avessimo il coraggio di approvare oggi questa legge, in futuro ci riconosceranno il merito di essere stati dei politici lungimiranti. Questo ddl offre una prospettiva che va oltre il 2018.
«Ho la speranza che per questo motivo i colleghi della minoranza possano cambiare idea. O ci sforziamo di capire come ragione il popolo e l'elettore oppure non rispettiamo il rapporto con i cittadini da cui siamo votati.
«Su questa legge se la maggioranza e questo consiglio non sono ancora maturi, vorrà dire che lo ripresenteremo nella prossima legislatura.
«Questo Consiglio provinciale dovrebbe essere anticipatore di quel che succede in Trentino, perché conservare e rimanere fermi non sempre è positivo.»
Bezzi ha concluso esortando ad essere più bravi di questa Giunta che è assente.
Borga ha suggerito di prevedere nel ddl anche una donna come candidato presidente.
 
 Dichiarati non ammissibili 8 ordini del giorno su 22 
Chiusa la discussione generale si è passati agli ordini del giorno legati al ddl. Rispetto ai 22 odg proposti, il presidente Dorigatti ha dichiarato non ammissibili 8, perché aventi oggetto estraneo all'argomento in discussione.
Si tratta degli odg 3, 8 e 9 di Degasperi, 15, 17 e 20 di Borga, 21 di Cia e 22 di Fugatti.
Fugatti ha lamentato di subire così l'esclusione dell'unico odg da lui presentato, mentre Degasperi ha motivato la sua contrarietà all'inammissibilità dichiarata per i tre dei suoi odg con il fatto che questi testi chiedevano di favorire la parità di genere in materia di asili nido, con la chiusura festiva degli esercizi commerciali e con una deroga per la riapertura del punto nascite dell'ospedale di Arco.
«Come si può allora considerare ammissibile un odg che parla di vaucher per il baby sitting? Allora dovevano essere giudicati inammissibili tutti gli odg. Vorrà dire che d'ora in poi presenterò solo odg ostruzionistici.»
 
Il presidente Bruno Dorigatti ha spiegato che sono stati accolti gli odg pertinenti con la legge elettorale. E che quelli esclusi potrebbero trovar posto nella discussione della legge finanziaria. Dal canto suo Claudio Cia del Gruppo misto ha sottolineato che gli odg da lui proposti e non ammessi alla discussione, («ma forse – ha detto rivolto al presidente Dorigatti – un ripescaggio è ancora possibile») miravano a rimuovere uno dei problemi che, come la mancanza di qualcuno cui affidare i figli piccoli, che impediscono alle donne di impegnarsi in politica.
 
Rodolfo Borga di Civica Trentina ha evidenziato che i suoi odg non sono ostruzionistici ma diretti a segnalare l'ipocrisia dovuta al fatto che le donne sono prese in giro dalla maggioranza.
«Non è colpa mia se nella maggioranza non avete il coraggio di presentare un emendamento che faccia decadere quelli ostruzionistici.»
 
 Approvato invece l'odg di Degasperi 
Sollecitare il governo a ripartire gli stanziamenti dei fondi statali previsti a sostegno delle emittenti private che si rendono disponibili ad effettuare la comunicazione politica.
Approvato all'unanimità con 31 voti, dopo una lunga discussione che ha occupato gran parte del pomeriggio con numerosi interventi delle minoranze, il primo odg di Filippo Degasperi del M5s, che impegna la Giunta a sollecitare il governo nazionale a ripartire tra le Province di Trento e Bolzano gli stanziamenti dei fondi statali previsti dalla legge 28 del 2000 e destinati alle emittenti private per la comunicazione politica.
Nei suoi interventi Degasperi ha ricordato che gli stanziamenti dovuti al Trentino ammontano a 12.451 euro unilateralmente cancellati dallo Stato con il Patto di Milano del 2009.
«Queste risorse – ha spiegato il consigliere – costituiscono rimborsi spese per quelle emittenti che accettano di trasmettere messaggi autogestiti a titolo gratuito nelle campagne elettorali e referendarie.»
Degasperi propone inoltre di informare urgentemente di quest’iniziativa il Comitato provinciale per le comunicazioni e la Giunta della Provincia di Bolzano, perché promuovano un’azione comune finalizzata ad ottenere il riparto degli stanziamenti spettanti alle emittenti locali per assicurare la comunicazione politica ai cittadini già a partire dalla prossima consultazione referendaria.
 
Per la Giunta l'assessora Sara Ferrari ha condiviso l'analisi di Degasperi, giudicata «coerente con la posizione a suo tempo assunta dalla Pat nei confronti del governo».
A favore dell'odg si sono espressi anche Borga, Fasanelli, Giovanazzi, Cia, Zanon, Civettini e Bottamedi.
Quest'ultima in particolare ha lamentato l'esclusione dal dibattito dell'odg da lei sottoscritto per chiedere di riaprire il punto nascita dell'ospedale di Arco nella quale vi erano nuovi dati.
Dorigatti ha ribadito che il regolamento prevede che si possano ammettere solo odg riguardanti il contenuto complessivo del ddl.
Oltre a dichiararsi d'accordo con l'odg di Degasperi, Fugatti e Fasanelli hanno ha criticato la scelta di dichiarare inammissibile l'odg sugli asili nido.
 
Degasperi: avvio di un progetto pilota per l'introduzione del voto per corrispondenza esclusivo.
C'è il sì della Giunta ma anche la contrarietà di alcuni consiglieri dell'opposizione.
Discusso ma senza arrivare al voto anche il secondo odg proposto da Degasperi e modificato d'intesa con la Giunta, che impegna la Giunta ad attivare entro 60 giorni un tavolo di lavoro con il Governo nazionale per valutare, alla luce di quel che è previsto nel resto d'Europa, la possibilità di introdurre il voto per corrispondenza sul territorio della Provincia per le consultazioni elettorali e referendarie al fine di agevolare la partecipazione dei cittadini.
Per la Giunta l'assessora Ferrari ha spiegato le ragioni per cui l'odg emendato d'intesa con lei è accoglibile attraverso l'attivazione un tavolo di lavoro con il governo per verificarne la fattibilità.
 
Borga di Civica Trentina ha motivato il proprio voto contrario a questo odg, anche perché qualche anno fa Prodi vinse le elezioni con il voto degli italiani all'estero, salvo poi scoprire che montagne di schede erano state buttate.
Inoltre ha citato il caso delle elezioni del presidente della Repubblica recentemente annullate in Austria proprio a causa dei voti provenienti dall'estero.
«Sono particolarmente diffidente – ha concluso Borga – verso tutti i sistemi elettorali che possono agevolare i brogli.»
 
Dello stesso avviso, e quindi contraria al ddl, anche Manuele Bottamedi del Gruppo misto, «perché l'odg di Degasperi, pur apprezzabile nel fine di voler coinvolgere la più ampia platea di elettori, apre a maggiori possibilità di brogli come è accaduto nelle ultime elezioni in Austria».
Mattia Civico del Pd ha precisato, a proposito delle elezioni presidenziali in Austria, che diversamente da quanto affermato da Borga e Bottamedi, non di brogli si è trattato ma di un problema tecnico riguardante le buste che si sono aperte, problema a causa del quale non era più garantito l'anonimato.
Per questo non c'è stato alcun reato, bensì l'annullamento delle elezioni.
Anche Giovanazzi di Amministrare il Trentino si è unito al «no» sull'odg dei colleghi perché il servizio postale non garantisce l'anonimato.
 
 La protesta delle minoranze per comunicato del Comitato Non Ultimi 
Prima Fasanelli e poi Cia del Gruppo misto hanno stigmatizzato nel loro intervento un comunicato stampa appena diffuso della presidente del Comitato Non Ultimi Giulia Robol, che chiede come sia possibile che questo disegno di legge, sul quale la maggioranza si è espressa a favore, non venga approvato a causa della contrarietà delle minoranze.
Cia ha ricordato che le minoranze hanno tentato una mediazione con l'emendamento presentato da Zanon, tentativo respinto dalla maggioranza.
Bezzi ha preannunciato invece il voto a favore dell'odg di Degasperi.
A suo avviso infatti il voto, pur imperfetto, il voto è l'unico metodo democratico per dare agli italiani che vivono all'estero la possibilità di votare. Bezzi ha infine giudicato legittima la presentazione dell'emendamento di Zanon invitando a non fissare l'attenzione sui comunicati stampa come quello della signora Robol.
 
Ossanna del Patt ha espresso il parere favorevole del Patt sull'odg. Ossanna ha approfittato dell'occasione per chiarire che la posizione del Patt è di sostegno al ddl così com'è. E ha assicurato la condivisione convinta al testo già manifestata da Bottamedi, che potrà se non risolvere almeno contribuire ad appianare questa differenza tra donne e uomini.
«Certo c'è libertà di coscienza su questo argomento – ha proseguito – ma la linea del partito è questa.»
Ossanna ha infine esortato le minoranza a ritirare gli emendamenti  ostruzionistici invitando alla collaborazione.
«Noi stiamo in aula e non ci muoviamo perché se c'è da portare a casa questo ddl lo porteremo a casa.»
Il comunicato della signora Robol è stato poi giudicato da Zanon, di PT, «irrispettoso» del suo pensiero e delle sue proposte.
 
Viola di PT ha considerato inattuabile l'odg di Degasperi perché servirebbe, come lo stesso consigliere del M5s riconosce, la sicurezza e l'affidabilità del servizio postale italiano. E si è detto stupito perché il rischio di un uso distorto di questo strumento, pur proposto con buona fede, c'è.
Viola ha ricordato, a proposito del comunicato di Robol, che in quest'aula siamo stati eletti che non stiamo violando le regole.
«C'è paura della democrazia secondo le regole stabilite per il funzionamento dei lavori in quest'aula. Sta emergendo un fastidio palese rispetto all'uso di regole democraticamente stabilite per disciplinare i lavori in quest'aula.
«Qua nessuno sta usurpando nessuno. E siamo nel regno dell'opinabile, anche se nessuno è contro la rappresentanza femminile in politica, ma ci stiamo confrontando sul metodo migliore per raggiungere questo obiettivo.»

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