Sondaggio (ormai superato) della Lega: Divina è in testa su Dellai
Mai vista una campagna elettorale tanto incerta da rendere del tutto inutili i sondaggi da una settimana all'altra
La lega Nord ha presentato alla
stampa il sondaggio che aveva fatto svolgere nella settimana che va
dal 12 al 18 settembre. L'onorevole Fugatti (nella foto) ha
ricordato che il ritardo con cui è stato presentato il sondaggio è
stato deciso proprio per impedire alla «concorrenza» di avvalersi
dei dati della ricerca. Obbiettivo centrato, dunque, perché è
ampiamente superato, perché nel frattempo sono scoppiati il caso di
Tangentopoli trentina e della estromissione dell'UDC.
In ogni caso erano stati estrapolati i risultati inerenti i singoli
partiti proprio con l'obbiettivo di non fornire indicazioni utili a
chi i sondaggi non li fa. Purtroppo, per lo stesso motivo sono
stati anche interpolati i dati relativi agli atteggiamenti di voto
nei confronti di Dellai e Divina, per cui i risultati non sarebbero
comunque di chiara interpretazione.
Ciò che appare immediatamente da questa ricerca (al di là della sua
attendibilità, che vedremo più avanti), è che Divina è in testa,
mentre la coalizione che viene data vincente è quella di Dellai,
come si può vedere dalla comparazione dei grafici che pubblichiamo
in centro pagina.
La discordanza delle percentuali di voto tra i candidati alla
presidenza e le coalizioni che li sostengono è incongruente solo
all'apparenza, in quanto la gente può tranquillamente avere due
atteggiamenti diversi tra persone e partiti. Nel caso di Dellai, se
la gente ha perso un po' di fiducia nel proprio leader, non lo ha
fatto nei confronti dei propri partiti. Nell'altro caso, Divina
convince, i suoi partiti meno.
Nel sistema elettorale trentino, secondo questi dati si trova
certamente avvantaggiato Divina, perché la quantità di seggi viene
stabilita proprio dal candidato vincente: chi vince, anche per un
solo voto, stabilisce la formazione del parlamento provinciale.
I gestori delle campagne elettorali però adesso sanno che cosa
fare: nel caso di Dellai va spinta l'immagine del Capo, nel caso di
Divina vanno spinti i valori.
Ma veniamo alla valutazione del sondaggio.
Come si può vedere dal grafico di sinistra, la percentuale della
gente che oggi voterebbe per Divina è dunque del 53,4%, contro il
46,6 di quella che voterebbe per Dellai. Dal grafico di destra si
evince che invece la maggioranza di Dellai riceverebbe il 43% dei
suffragi contro il 44% della maggioranza di Divina. Il divario (in
questo caso aggregato) tra i due sarebbe molto inferiore.
Per poter fare una considerazione attendibile, tuttavia, le cifre
vanno anzitutto ponderate con l'intero segmento di raccolta, e
quindi valutate tenendo conto delle interferenze indebite avvenute
in corso d'opera.
Cifre da ponderare.
Le percentuali, come si
legge dalla postilla a pié di pagina del grafico di sinistra, sono
«al netto di chi non sa, o non risponde». Alla nostra richiesta di
spiegazioni ci è stato precisato che il dato è al netto anche dalle
posizioni degli altri candidati alla presidenza. Morale, il netto
corrisponde alla considerevole quota del 20 percento.
In realtà dunque il ragionamento va fatto tenendo conto che i dati
vanno letti così: Dellai otterrebbe il 46,6% dell'80 percento,
Divina otterrebbe il 53,4% sempre dell'80 percento. Tradotto in
numeri, Dellai avrebbe allo stato il 37,28% dei consensi, mentre
Divina ne avrebbe il 42,72%.
Letti così, i risultati offrono alcuni spunti importanti. Il primo
è che entrambe le coalizioni hanno ampi spazi di manovra.
Conoscendo i dati nel dettaglio, sarà possibile adottare correttivi
in grado di trascinare gli indecisi e i simpatizzanti di liste che
non potranno verosimilmente esprimere un proprio presidente. Per
citare un esempio non tanto lontano nel tempo, Berlusconi e
Veltroni avevano condotto una campagna proprio invitando i
cittadini a non votare per le liste minori «perché sarebbe stato un
voto buttato via». In Trentino c'è una soglia di accesso più bassa
che a livello nazionale, ma Berlusconi e Veltroni erano riusciti in
questa maniera a estromettere dal parlamento quasi tutte le
formazioni «minori».
Interferenze emotive.
Per quanto riguarda
quelle che noi abbiamo definito «variabili indebite in corso
d'opera», va da sé che il sondaggio è certamente superato, ma
probabilmente anche inutile.
A metà sondaggio (17 settembre), come si ricorderà, era esploso lo
scandalo dell'indagine «Giano Bifronte». L'onorevole Fugatti
(nella foto sotto), nel presentare i risultati, ha precisato che le
risposte raccolte dopo lo scandalo di Tangentopoli incrementavano i
dissensi nei confronti di Dellai. Non si stenta a crederlo. Ma ciò
non toglie che il sondaggio non sia molto attendibile perché di
fatto si sono mescolati dati raccolti in momenti di pressione
emotiva assolu-tamente diversi. Potrebbe ad esempio essere
aumentato il distacco tra i leader e i propri partiti, nel qual
caso non si potrebbe dare ancora vittoria a Divina.
Non solo. Dopo quella prima bomba mediatica, c'è stata anche la
clamorosa estromissione dell'UDC dalla competizione elettorale. Non
conosciamo la posizione dell'UDC emersa dal sondaggio perché non ci
è stata comunicata per i motivi che abbiamo visto. Certo è che il
dato ora come ora è ancora meno attendibile.
Tra qualche giorno conosceremo i risultati di un altro sondaggio. È
avvenuto sì una settimana dopo i clamori di tangentopoli, ma poco
prima che l'UDC venisse estromessa dal voto.
Inutile quindi anche questo, ma perlomeno offrirà un dato base sul
quale svolgere le prossime politiche elettorali da entrambe le
parti. E un nuovo sondaggio, sperabilmente senza altri fatti
clamorosi.
Insomma, se possiamo dire che mai un sondaggio è stato svolto in un
momento tanto emotivamente dinamico come questo, per contro
possiamo affermare di non aver mai visto una campagna tanto incerta
da rendere del tutto inutili i sondaggi da una settimana
all'altra.
GdM
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