Lunedì 20 ottobre, Dellai decide la sorte delle prossime elezioni
Annunciato il ricorso avverso la sentenza del Tar che, oltre all'UDC, aveva riammesso anche la lista «Autonomia Popolare»
Ci è stato comunicato che nei
prossimi giorni qualcuno farà ricorso al Consiglio di Stato avverso
la sentenza del Tar che riammetteva «Autonomia Popolare»,
estromessa dalla Commissione Elettorale insieme con l'UDC, e contro
la cui sentenza nessuno aveva pensato di ricorrere. E di logica è
abbastanza plausibile, se è vero - come dice il Consiglio di Stato
- che eventuali ricorsi vanno presentati tutti dopo la tornata
elettorale.
È evidente che si tratta di una ritorsione, anche se ci è stato
precisato che si tratta solo di esercitare la «par condicio» e che
i leader dell'UDC sono contrari a questa linea di condotta.
D'altronde è impensabile impedire a tutti candidati di non
ricorrere, dato che qualcuno ha pensato di chiedere i danni al
segretario provinciale che si era «dimenticato» di far autenticare
la propria firma.
Ma lo scenario che aprirebbe sarebbe davvero agghiacciante. Bene
che vada il Consiglio di Stato emetterebbe la sentenza all'interno
dei 15 giorni necessari per le pubblicazioni, facendoli
ricominciare da zero. Male che vada, la sentenza arriverebbe a
elezioni avvenute, con l'obbligo di rifarle.
Comunque sia, dunque, a questo punto lo scenario si presenta molto
complicato, perché Dellai dovrà decidere la conferma o il rinvio
delle elezioni provinciali tra mille controindicazioni. E non sarà
una decisione facile da prendere, anche perché con queste premesse
lo scenario è davvero sconcertante. Vedremo ce sarà «un vaso di
coccio in mezzo a vasi di ferro», come diceva il Manzoni, oppure se
sarà Dellai così come avrebbe voluto Kessler.
Ecco le opzioni.
Prima ipotesi, si conferma la data del 26 ottobre. In questo caso
chiunque potrebbe impugnare la decisione, perché la legge
presuppone che tra l'esposizione dei «manifesti elettorali» e le
elezioni ci siano almeno 15 giorni. Dato che quelli attualmente
esposti riportano anche la lista (estromessa) dell'UDC, è fuori
dubbio che qualcuno potrebbe sollevare l'obiezione che i manifesti
erano sbagliati, che potevano trarre in inganno e pertanto non
conformi alla legge.
Oggettivamente, credo che dai tempi delle prime consultazioni
popolari del dopoguerra nessuno sia più andato a leggere l'elenco
dei partiti così come voluti dalla legge. Ma è altrettanto
plausibile che in un momento in cui qualcuno potrebbe essere alla
ricerca di scuse per invalidare le elezioni, potrebbe trovare un
valido appiglio in questo dettaglio.
Seconda ipotesi, si rinvia la data delle elezioni di 15 giorni.
Bolzano non ha accettato di rinviare a sua volta la data per andare
alle urne insieme con Trento, e qualcuno potrebbe trovare in questo
altra validissima motivazione per un ricorso da farsi solo a
risultato avvenuto, cioè nel caso in cui non gli stessero bene i
risultati delle urne. D'altronde, come si può non dare ragione a
Bolzano, date le gravissime conseguenze generate da un rinvio? Si
provi a pensare alla pubblicità elettorale con i budget ormai
esauriti, alla stanchezza di candidati e supporter che si sono
fatti in quattro per girare il Trentino a prendere contatto con la
gente, alle ferie che più di uno ha prenotato a partire
dall'indomani del 26 ottobre, e tantissime altre implicazioni di
mille colori diversi. Francamente anche noi giornalisti siamo
arrivati allo stremo e certamente anche gli elettori.
Terza ipotesi. Si rinvia la data delle elezioni di cinque
settimane, consentendo così a tutte le parti di accedere nuovamente
all'iscrizioni delle proprie liste elettorali. Questa ci
sembrerebbe la decisione più appropriata perché metterebbe a tacere
tutti, anche se non metterebbe le elezioni a riparo da eventuali
ricorsi dovuti al voto non espresso insieme alla Provincia autonoma
di Bolzano.
Secondo noi, tuttavia, Dellai deciderà di fissare il voto per il 9
novembre, per la sola ragione che è la più plausibile all'interno
dei parametri della legge. È la decisione pragmatica perché, pur
sapendo che esporrebbe l'iter ai ricorsi che abbiamo visto, è
quella suggerita dalla legge.
Ogni alternativa fa parte integrante della capacità creativa del
nostro Presidente.