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Verso le elezioni provinciali del 9 novembre

Il Controcanto di Lorenzo Dellai

L'ufficio stampa del candidato alla Presidenza della Provincia ha diramato un comunicato nel quale Lorenzo Dellai esprime quello che la nostra testata definirebbe «Controcanto» e lo dedica al centrodestra. Lo riportiamo per esteso.



Se, oltre che nelle scuole italiane per i ragazzi vivaci, il Ministro Gelmini avesse previsto il voto in condotta anche nelle campagne elettorali, la "Lega Nord per l'Indipendenza della Padania del Trentino" (scrivere il nome per esteso rende meglio l'idea!) sarebbe certamente "bocciata".
Imbrattano i muri con le loro scritte propagandistiche (attitudine peraltro più mediterranea che alpina); vanno per Tribunali romani a ricercare cavilli insignificanti per escludere un pericoloso concorrente, rendendo così automatico lo spostamento delle elezioni; ricoprono sistematicamente e deliberatamente i manifesti elettorali degli altri, specialmente i miei; nelle zone dove più forte è la loro presenza, si assiste a forme di proselitismo che rasentano l'intimidazione; scatenano una campagna di offese personali e denigrazioni contro gli avversari; promuovono candidati-presidi che usano le scuole come basi elettorali e poi danno la colpa all'eccesso di zelo delle segretarie.
Ed ora si permettono, peraltro in buona compagnia dei loro alleati della PDL, di offendere alcuni imprenditori trentini per la ragione che hanno detto o lasciato intendere la loro preferenza per il sottoscritto. Sarebbero preferenze motivate - hanno detto - da interessi di bottega; insomma, un "voto di scambio".

Se la cosa non riguardasse stimati imprenditori impropriamente trascinati in una becera polemica politica, potrei cavarmela, dicendo che, se dovessi garantire qualcosa in cambio a tutti gli imprenditori o a tutti gli operatori di altre attività che mi appoggiano, starei fresco! Infatti, per mia fortuna, sono tantissimi e in tutti i comparti economici e professionali.
Tuttavia, come dicevo, la cosa non può essere buttata nel ridere, poiché indica una assoluta mancanza di riguardo e una concezione della democrazia sicuramente poco edificante. Altro che cultura liberale!

Forse questi signori pensano che tutti ragionino con il metro dell'interesse di bottega, come fanno loro. Non li sfiora neppure il dubbio che possano esserci tante persone libere e responsabili che, anche al di là del proprio orientamento politico generale, ritengono più opportuno, alla vigilia di una fase di recessione, dare il proprio consenso alla mia coalizione, per contribuire ad una positiva stabilità del quadro di governo e per dare forza, in questa fase, ad una politica improntata all'equilibrio e non all'estremismo, alla ragionevolezza e non ai salti nel buio, alla concretezza responsabile e non agli slogan vuoti.

Questo attacco, così sopra le righe, a chi ha solo esercitato il proprio diritto di opinione, è un brutto segnale che non va sottovalutato. Sono convinto che anche di questo terranno conto le elettrici e gli elettori; saranno loro, il 9 di novembre, a "bocciare" la Destra Leghista per la condotta oltreché per i contenuti.

Ciò che temevo, però, intanto, è avvenuto.
Conoscendo bene il suo rigore personale e la sua linearità di comportamento, avevo avanzato stamane ai giornalisti la preoccupazione che - dopo le polemiche incredibili di questi ultimi giorni - Diego Mosna rassegnasse le sue dimissioni dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Kessler.
Vi era stato nominato su designazione delle opposizioni in Consiglio provinciale.
Ciò nonostante - vista la sua competenza e la sua capacità, nonché la sua disponibilità - per noi è sempre stato un punto di riferimento prezioso e, via via, è diventato parte qualificante ed essenziale del gruppo dirigente dell'Istituto, assumendo anche le funzioni di vice presidente.

Dopo che più di un esponente del centro destra lo aveva pubblicamente invitato a farlo (la sua "colpa": non sostenere Divina), oggi pomeriggio Diego Mosna si è dimesso con una lettera carica di onestà intellettuale e di dignità.
E carica anche di un invito accorato alla politica a recuperare un "buon senso" che - in alcune sue componenti - essa ha perduto.
Peccato, veramente. Sarà una questione da riprendere in mano - in tutti i sensi - dopo il 9 novembre. Intanto Diego Mosna pensi a vincere la Champions, poi ne riparleremo ...

Lorenzo Dellai
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