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Il ruolo del Gruppo per le Autonomie al Senato – Di Giorgio Postal

L’Autonomia si gestisce a Trento e a Bolzano, ma la si sostiene a Roma

Domenica si vota e, al di là di quello che ognuno degli elettori riterrà opportuno scegliere, va ricordato un concetto generale legato alla nostra Autonomia.
I soggetti che contribuiscono a tenerla viva e adeguarla nel tempo sono tre, più uno.
Il primo è rappresentato dallo Stato, il secondo dalle Giunte delle province di Trento e Bolzano e della Regione autonoma Trentino - Alto Adige, il terzo è rappresentato dalla Commissione dei 12 che raccorda istituzionalmente le volontà del Paese a quelle delle Autonomie locali.
Il quarto - che a qualcuno può sembrare scontato ma non lo è affatto - sta nella volontà delle popolazioni del Trentino Alto Adige a vivere l’Autonomia e far crescere la propria identità con la specialità concessa dallo Statuto.
 
La Costituzione prevede che qualsiasi modifica allo Statuto debba essere approvato dalla Commissione dei 12 o, in alternativa, da una Legge Costituzionale con il suo iter particolare della doppia approvazione a maggioranza qualificata.
Di conseguenza - e qui ci colleghiamo alle elezioni di domenica 4 marzo - appare in tutta evidenza che se le Autonomie vengono tecnicamente gestite in loco, in realtà vivono perché Roma le salvaguardia.
 
Non a caso mercoledì scorso è stato presentato all’Hotel Trento un libro intitolato «Insieme per l’Autonomia», che raccoglie la complessa azione parlamentare sostenuta dai senatori trentini e sudtirolesi negli ultimi 17 anni.
A leggere gli atti contenuti nel volume si scopre come, quando si è trattato di lavorare per la propria terra, questo gruppo ha saputo superare ogni rivalità politica ponendosi al servizio di uno scopo comune.
Quello che ci auguriamo dunque è che gli uomini scelti per andare a Roma a rappresentare il Trentino siano sempre responsabili e sappiano fare gli interessi del proprio territorio a qualunque costo.
 
Giorgio Postal

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