Il Trentino verso le elezioni del 21 ottobre 2018
Lo scenario politico che si sta delineando in vista delle elezioni provinciali
Tra una settimana mancheranno due mesi alle elezioni provinciali e il quadro politico si sta faticosamente delineando.
Due le portanti significative, il Centrodestra Autonomista e il Centrosinistra Autonomista: per entrambe l'Autonomia è una carta da giocare.
In realtà, però, il cittadino non si troverà a scegliere tra l’una e l’altra formazione, perché tante sono ancora le forze politiche che non hanno preso decisioni definitive.
Partendo dal Centrodestra Autonomista, vediamo la Lega che - comprensibilmente spinta dal successo nazionale - si è posta alla guida della coalizione con Maurizio Fugatti candidato alla presidenza.
Con la Lega si è subito schierato «Agire per il Trentino», guidato dal consigliere Claudio Cia. Ma con Fugatti non si sono accodati né Forza Italia (o Forza Trentino), né il Movimento 5 Stelle.
E la Civica Trentina (Borga e Civettini) pur confermando la propria militanza nel Centrodestra, non ha ancora deciso con chi si alleerà. A giorni lo sapremo.
Sullo sfondo dell’intero scenario, ci sono i risultati delle elezioni nazionali dello scorso 4 marzo. In quella che noi abbiamo definito «Rivoluzione di marzo», per la prima volta il Centrodestra ha sfondato alla grande mandando a Roma la più folta squadra di parlamentari, lasciando al Centrosinistra un solo parlamentare.
Non era mai successo.
I sondaggi nazionali danno ragione a Fugatti ed è dunque comprensibile che un notevole vento di ottimismo spinga la Lega a puntare al massimo dei risultati.
Passando al Centrosinistra, per la prima volta vediamo una mancanza di unità nella formazione che ancora potrebbe tener testa al Centrodestra.
Il presidente Ugo Rossi è intenzionato a ricandidarsi presidente sostenuto dal suo partito (PATT), dal PD e dall’UPT. Questo sarebbe infatti nella logica di una continuità che attribuisce il diritto del presidente uscente ad assumere il secondo mandato consentito dalla legge elettorale.
Ma il PD non ci sta e l’UPT nicchia. Francamente non comprendiamo la loro posizione per tre ordini di ragioni. La prima è che Rossi ha il diritto di tentare il secondo mandato, ha governato bene e può andare avanti. La seconda è che il PD sta attraversando il momento peggiore della sua storia nazionale e bene farebbe a non avanzare istanze di primariato. La terza sta nel fatto che è troppo tardi per rimescolare le carte: se il PD voleva mettere in discussione la candidatura di Rossi, doveva farlo almeno sei mesi prima. Adesso ogni cambiamento significherebbe solo la perdita di consensi. E non ci pare che ne abbiano da buttare.
Nella valutazione di una situazione elettorale si deve sempre tracciare il valore attuale, ovvero prendere atto di cosa accadrebbe se si andasse a votare oggi. Poi, le variabili che entreranno in campo giorno per giorno sposteranno le ipotesi verso nuove direzioni.
Ciò premesso, la situazione attuale vede una pluralità di candidati alla presidenza della Provincia autonoma di Trento.
Nel Centrodestra vediamo Fugatti leader e altri candidati incerti, nel Centrosinistra vediamo l’eventualità che Rossi e PD candidino separatamente
Per la prima volta assistiamo ad una corsa dai risultati imprevedibili. Ricordiamo infatti che in Trentino si elegge direttamente il Governatore e che verrà eletto quello che prenderà anche un solo voto più degli altri.
Come abbiamo detto, però, la situazione va ponderata giorno per giorno fino alla fine.
Cominciamo con quanto accadrà domani in seno al PD. Se decide di candidare un proprio presidente in contrasto col PATT, la strada di Fugatti si spiana.
Se il Centrosinistra rimane compatto, Rossi ha buone possibilità di essere riconfermato.
Stavolta però c’è una ulteriore variabile da prendere in considerazione, l’andamento del Governo a firma Lega-5Stelle. Se a Roma tutto fila liscio, la Lega ne esce avvantaggiata.
Ma se a Roma il governo commettesse qualche altro grossolano errore che si riflettesse sulla realtà locale (vedi finanziamento sospeso al Comune di Trento, le vaccinazioni in forse, il mancato rinnovo della concessione dell’A22), tutto si rimetterebbe in discussione.
Quindi, per quanto riguarda il Centrosinistra Autonomista, le carte vengono giocate in casa, mentre per il Centrodestra Autonomista le carte vengono giocate a Roma.
Già in settimana avremo dunque un primo aggiustamento delle proiezioni.
GdM
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